Confessions

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Confessions

Giappone. Scuola e adolescenti. La storia si svolge attraverso i racconti (le “confessioni”) dei vari personaggi. Si tratta della vendetta di un'insegnate la cui figlia muore. Le autorità archiviano il caso come un incidente, ma la maestra scopre che alcuni suoi alunni sono coinvolti nel fatto.
jossi ha scritto questa trama

Titolo Originale: 告白
Attori principali: Takako Matsu, Masaki Okada, Yoshino Kimura, Yukito Nishii, Kaoru Fujiwara, Ai Hashimoto, Naoki Ichii, Kai Inowaki, Yuiko Kariya, Naoya Shimizu, Non, Hotaru Nomoto, Ayaka Miyoshi, Kasumi Yamaya, Ayuri Yoshinaga, Hirofumi Arai, Makiya Yamaguchi, Ikuyo Kuroda, Mana Ashida, Yuko Araki, Hiroki Nakajima, Yui Ito, Ai Kuriki, Yuma Okura, Takuya Kusakawa, Kazunori Mimura, Sora Iwata, Kanon Nanaki, Maaya Kondo, Tsutomu Takahashi, Kinuo Yamada, Mostra tutti

Regia: Tetsuya Nakashima
Sceneggiatura/Autore: Tetsuya Nakashima
Fotografia: Shouichi Atou, Atsushi Ozawa
Produttore: Yûji Ishida, Genki Kawamura, Yutaka Suzuki, Minami Ichikawa, Yoshihiro Kubota
Produzione: Giappone
Genere: Orientale, Drammatico, Thriller
Durata: 107 minuti

Dove vedere in streaming Confessions

Capolavoro? / 6 Luglio 2016 in Confessions

Capolavoro? L’ ho appena visto e se avessi guardato un video anni 90 degli smashing pumpkins o dei radiohead , sarebbe stata la stessa cosa, anzi in certi momenti forse pure meglio. Come rovinare una bellissima storia , con delle immagini cosi banalizzanti. 3 min dico 3 min ad inquadrare una tazza di the . Perché perché perché. ..

12 Giugno 2015 in Confessions

…Non sbaglio se vi dico che Confessions è un vero e proprio capolavoro. Chi segue la 21st sa quanto io usi poco poco questa parola ma qui tutti i discorsi sul come “per parlare di capolavoro occorre che trascorrano anni” saltano.
Diretto da Tetsuya Nakashima, Confessions è semplicemente la storia di una vendetta. Dico semplicemente perché oggi è sempre più difficile fare un film che nella sua semplicità scuota il pubblico.. perché di fronte a Confessions è impossibile restare impassibili. Dark all’inverosimile, cattivo come pochi, pur essendo diretto da un uomo Confessions è il ritratto della vendetta secondo una donna prima e secondo una mamma poi. A me personalmente ha abbastanza inquietato e vorrei che prendeste nota di questa pellicola, nella quale la vendetta è proposta da un punto di vista femminile: il sovraccarico di rabbia, odio e violenza della protagonista si trasforma in veleno che le trasforma l’anima in una terra arida. La protagonista è Yuko Moriguchi, una giovane maestra delle scuole medie, e giunge alla conclusione di dover traformare quel veleno in una rabbia più aggraziata, un odio raffinato che dura e va avanti negli anni. In poche parole signore (e quando si parla di Confessions si dovrebbe parlare prima alle signore) e signori la sua è una violenza delicata, raffinata, elegante. Ma cosa è successo alla giovane insegnante? Mentre annuncia la sua intenzione di ritirarsi dall’insegnamento, mentre con freddezza e distacco dice addio alla classe, la donna cerca di dare una lezione sul valore della vita spiegando di come è venuta a conoscenza del fatto che due studenti di quella sezione, chiamati “studente A” e “studente B”, sono stati gli assassini della sua unica figlia Manami. In questa fase abbiamo un paio di battute che rivelano come il codice penale giapponese abbia una deficienza: la punizione per i giovani killer non è la sedia elettrica ma la detenzione in una specie di riformatorio (un po’ come qui da noi). Senza approdare sul pianeta moralismo ma forse con un pizzico di retorica Tetsuya Nakashima cerca di mettersi nei panni di chi ha perso un caro e di chi pretende giustizia. La cosa bella però è la consapevolezza da parte della protagonista della fallacità della pena di morte. Lei non vuole solo uccidere la coppia di studenti: l’insegnante infatti ha contagiato il latte che questi due alunni hanno appena ingerito con del sangue infetto dal virus dell’HIV del suo compagno.
Qusto è quello che intendo quando parlo di una violenza delicata, una vendetta raffinata ed elegante. Una vendetta che ti porta al manicomio, una violenza che si propaga negli anni. In una parola, femminile. Ma il film non finisce così, questi sonon solo i primi venti minuti. Il film continua e la vendetta continua, i mesi passano e la maestra mostrerà al pubblico spettatore e ai due colpevoli (in un certo senso diventano addirittura meno colpevoli della classe stessa visto che la classe si mette sullo stesso piano del duo pianificando delle punizioni giornaliere distribuite nell’anno scolastico) che non ha dimenticato quello che è avvenuto e che il latte contaminato è solo un gradino della lunga scala che porterà gli studenti A e B alla pazzia. Confessions è sinonimo di vendetta, una vendetta effettuata da una persona che cerca di ricordare un innocente ucciso in modo sadico. Se qualcuno mi chiedesse che cosa è per te Confessions, io gli risponderei semplicemente che è un film “cattivo” e nella classifica dei miei film “cattivoS” Confessions io lo metterei fra Un tranquillo week end di paura di Boorman, Un borghese piccolo piccolo di Monicelli, Cane di paglia di Peckinpah, Lady Vendetta di Park Chan-wook
Perché Confessions è questo, un film “stronz*” come pochi, un film cattivo fino al midollo, cult instantaneo.

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Pop! / 13 Marzo 2014 in Confessions

Elegantissimo, un po’ troppo autocompiaciuto, forse, ma sicuramente ipnotico proprio per via del plasticismo quasi pittorico delle forme messe in scena.

Confessions sfrutta un paio dei temi cari alla narrativa giapponese (cinematografica, teatrale, manga), come la vendetta ed il bullismo, inserendoli in un paio di cornici anch’essi ricorrenti (scuola, casa, sia tradizionale che all’occidentale), usando, però, un formalismo ed un senso estetico notevoli: gli sfondi sono tali, passivi, gli attori sono solo vagamente espressivi. Si tratta di vero e proprio teatro delle marionette, bunraku, in cui i manovratori si sovrastano, si scoprono e si sostituiscono di livello in livello, mano a mano che la storia procede, come se tutti fossero parte di una gigantesca matrioska il cui involucro esterno è rappresentato solo apparentemente dalla prof.ssa Moriguchi, ma che è costituito, ovviamente, dal vero deus ex machina, il regista Nakashima: Manami è un vero e proprio pupazzo tra le braccia di Naoki, che è un fantoccio tra le mani di Shuya, che è destabilizzato e controllato dal complesso edipico nei confronti della madre, ecc.
A ribadire questo concetto, ho trovato molto bella la sequenza in cui Shuya e Mizuki si muovono controluce: dei loro corpi si vede, nettissima, la sola silhouette, come in teatro d’ombre. I personaggi cosa sono, in questo caso, se non proiezioni (ombre, proprie e portate, appunto) dell’autore?

Un po’ diluito sul finale, ma comunque apprezzabilissimo.

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25 Settembre 2013 in Confessions

I film più recenti ambientati nel mondo dell’insegnamento e che mi hanno colpito sono stati Monsierur Lazhar e The Detachment. Confessions per qualche verso si infila nel gruppo, senza farne parte veramente.
In questo film il disagio giovanile è il punto di partenza del racconto ma le articolazioni della sceneggiatura spingono il film in diverse direzioni: sembra un pò un’ameba la cui struttura si riformula sempre ad ogni tentativo di muoversi. Il paragone è un pò tirato per i capelli ma l’impressione che il film dà allo spettatore è questa, dal momento che si tocca anche la tematica della giustizia inetta e limitata, incapace di far luce su un caso relativamente semplice e di perseguire un colpevole estremamente pericoloso. L’autore del libro tenta di entrare nella mente di questi giovani e inutili ragazzetti che non danno alcun valore alla vita e si porta in mezzo a loro, esplorando le loro storie personali senza giustificare ma sottolinenando la vacuità dei loro pensieri e il regista ripropone con un certo cinismo la stessa idea, abbattendo il loro delirio di onnipotenza (che nel film sin traduce nell’invenzione di bombe e aggeggi apparentemente rivoluzionari come il giochino che dà la scarica) e la loro pretesa di sapere tutto della vita prima ancora di affrontare la pubertà.
Ma la sferzante critica di autore e regista si abbatte anche sul corpo docenti spesso inadatto, volutamente moderno, “amico”, ma al contempo superficiale e sui genitori egoisti e ignoranti che giustificano i loro figli anche di fronte ad azioni impietose e si rifiutano di condannarne i comportamenti più abietti.
Infine, il discorso della vendetta che è prima di tutto psicologica. Nonostante qualche schizzo di sangue qua e là e nonostante si voglia apparentemente indurre alla riflessione, il meccanismo della vendetta diventa parte di chi guarda. Non ci si può esimere dal dare ragione alla professoressa e a sostenerla quasi con rabbia.
La storia esagera in alcuni passaggi ma il parossismo è funzionale ad un discorso più ampio. Meno funzionale al racconto è il manierismo stilistico del regista, anche se da un punto di vista estetico il film è davvero ben realizzato.
Ottima la colonna sonora.

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È un 8,5 / 26 Agosto 2013 in Confessions

Un film davvero ben fatto, sembra che non esista il tempo chronos e questo lo rende già bellissimo. A questo si aggiunge un ottimo approfondimento della psicologia dei personaggi. Bello, davvero molto bello.