Recensione su Jules e Jim

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Favola per adulti / 10 Maggio 2016 in Jules e Jim

Dal romanzo autobiografico di Roché, che Truffaut aveva scovato su una bancarella di libri usati, attratto dalla musicalità del titolo, il regista francese trae una sceneggiatura (che avrebbe affidato allo stesso Roché se non fosse prematuramente scomparso) verbosa e per l’epoca sconvolgente di un menage à trois reso con inusuale leggerezza, alla stregua di una favola per adulti.
Jules e Jim è innanzitutto un inno all’amicizia, ma anche alla libertà (pure quella sessuale, che di lì a qualche anno sarebbe definitivamente esplosa).
Una voce narrante a dir poco incalzante accompagna lo spettatore per buona parte della durata della pellicola, lasciandogli pochi momenti di tregua.
Poco innovativo da un punto di vista stilistico, ma molto per quanto riguarda l’aspetto contenutistico (è ciò che, del resto, distingue Truffaut da Godard), la regia è comunque connotata da una certa mobilità della macchina da presa, almeno in alcuni punti, e da un ritmo decisamente sostenuto.
Non può non apparire, nel suo complesso, come un antenato de Il favoloso mondo di Amelie, il cui regista non può non essersi ispirato a questo film.
Memorabile la canzone Le tourbillon, di Cyrus Bassiak (che interpreta anche Albert, uno dei vari amanti di Catherine), cantata da un’ottima Jeanne Moreau.

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