It

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Film tratto dall'omonimo romanzo di Stephen King. A Derry, una piccola cittadina del Maine, un gruppo di 7 ragazzini, conosciuti come 'Il Club dei Perdenti', si trova faccia a faccia con la personificazione stessa del Male, incarnata da una creatura capace di mutare aspetto e che, spesso, si mostra con le inquietanti fattezze di un clown di nome Pennywise.
Stefania ha scritto questa trama

Titolo Originale: It
Attori principali: Jaeden Martell, Sophia Lillis, Jack Dylan Grazer, Finn Wolfhard, Jeremy Ray Taylor, Wyatt Oleff, Chosen Jacobs, Bill Skarsgård, Jackson Robert Scott, Nicholas Hamilton, Stephen Bogaert, Stuart Hughes, Owen Teague, Molly Atkinson, Jake Sim, Logan Thompson, Katie Lunman, Geoffrey Pounsett, Pip Dwyer, Steven Williams, Elizabeth Saunders, Megan Charpentier, Joe Bostick, Ari Cohen, Anthony Ulc, Javier Botet, Carter Musselman, Tatum Lee, Edie Inksetter, Martha Gibson, Kasie Rayner, Isabelle Nélisse, Jocelyn Mattka, Donald Tripe, Liz Gordon, Paige Rosamond, Neil Crone, Sonia Gascón, Janet Porter, Memo Díaz Capt., Chantal Vachon, Roberto Campanella, Cyndy Day, David Katzenberg, Bobby Leigh, Kate Moyer, Sherry Nelson, Jimmy Star, Kelly Van der Burg, Mostra tutti

Regia: Andy Muschietti
Sceneggiatura/Autore: Cary Joji Fukunaga, Gary Dauberman, Chase Palmer
Colonna sonora: Benjamin Wallfisch
Fotografia: Chung Chung-hoon
Costumi: Dan Bronson, Janie Bryant
Produttore: Marty P. Ewing, Roy Lee, Toby Emmerich, Walter Hamada, Richard Brener, Dan Lin, Seth Grahame-Smith, Jon Silk, Bárbara Muschietti, David Katzenberg
Produzione: Usa
Genere: Horror
Durata: 135 minuti

Dove vedere in streaming It

Horror non tradizionale / 25 Aprile 2021 in It

Un film dell’orrore non tradizionale, in cui non tutto viene subordinato all’effettaccio terrorizzante; e infatti It fa meno «paura» di molti altri film di genere. L’orrore convive qui naturalmente con la vita quotidiana (che del resto ha una riserva di orrori a lei propria), vi si inserisce quasi senza soluzione di continuità. Il risultato è un meccanismo privo di sbavature, che si guarda con piacere. Merito anche della scelta azzeccatissima degli interpreti, a partire da Bill Skarsgård, vero mostro – anche di bravura – e dalla rivelazione Sophia Lillis. Se proprio si deve muovere un appunto è che ci sarebbe voluta un po’ di inventiva in più nelle situazioni e nella regia.

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Muschietti cambia genere / 6 Settembre 2020 in It

Dopo il pessimo esordio alla regia con La Madre, un film inutile, banale e piattissimo, Muschietti ci riprova con il rifacimento di IT, una delle opere più celebri di Stephen King che fino ad ora aveva avuto una buona trasposizione televisiva con la miniserie Tommy Lee Wallace con un fantastico Tim Curry nei panni di Pennywise, il clown danzante.

Bene, questa versione è un po’ più fedele al romanzo, esteticamente più bella e con meno censure. Tuttavia questa versione è totalmente priva di anima.

Il film di Muschietti non fa paura, partiamo da questo presupposto. A far paura è il volume della colonna sonora e degli effetti sonori sparati a mille per far saltare dalla sedia lo spettatore grazie al più banale e triste degli espedienti horror moderni privi di originalità: il Jumpscare. Muschietti farà letteralmente abuso di questa tecnica rovinando la visione del film. Non sarà quindi Pennywise e le sue svariate forme che assumerà durante il film a farvi spaventare bensì questi effetti sonori. La colonna sonora è del tutto fuori luogo, sempre presente e costante da rendere la visione pesante e noiosa. Un buon horror secondo me dovrebbe essere silenzioso come la paura che ti assale. E invece no.
Pennywise non mi è piaciuto come è stato rappresentato. Sin dall’inizio si capisce che abbiamo a che fare con qualcosa di demoniaco, sovrannaturale e inquietante. In quanto tale non mi ha mai spaventato, perché a mio avviso non mi spaventa ciò che è spaventoso, ma mi spaventa ciò che è normale ma sotto sotto non lo è. Il Pennywise di Curry nella serie televisiva era molto più efficace nella sua natura clownesca apparentemente normale. Era come il tizio che ti avvicina con fare gentile perché ti vuole offrire delle caramelle o dello zucchero filato e appena può ti trascina nel suo inferno personale.

Le battute e le gag comiche dei perdenti sono talvolta divertenti e talvolta di troppo, risultando pesanti, ripetitive arrivando a non strapparti più alcun sorriso. Tra le varie trovate ho trovato particolarmente odiosa la scena a rallentatore durante la sassoiata in cui uno dei bulli dà della “Puttana” a Beverly.

In conclusione: Muschietti è un regista pessimo, incapace di fare un horror non convenzionale, facendo costantemente uso uso dei classici espedienti banali e pigri dei film horror. Il film è una commercialata destinata a un pubblico di adolescenti, non è per nulla un’opera matura e riflessiva.
Il film aveva del potenziale che è andato a farsi benedire. Il cast di ragazzini è abbastanza buono.

Rimango dell’idea che di IT vada fatta una serie televisiva di diversi episodi, ma qualcosa di impegnativo, dark e maturo, e non due filmetti commerciali studiati a tavolino per attirare gli adolescenti in sala.

Film rivalutato: da 7 a 6 stelline.

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Pennywise, il pagliaccio assassino / 25 Dicembre 2019 in It

Nel 1988 un bambino, Georgie Denbrough (Jackson Robert Scott), viene ucciso da un clown assassino, Pennywise (Bill Skarsgård), che si nasconde nelle fogne di Derry, una cittadina del Maine. L’anno seguente il fratello della vittima, Bill Denbrough (Jaeden Martell), con l’aiuto dei suoi amici, Richie Tozier (Finn Wolfhard), Stanley Uris (Wyatt Oleff), Mike Hanlon (Chosen Jacobs), Eddie Kaspbrak (Jack Dylan Grazer), Beverly Marsh (Sophia Lillis) e Ben Hanscom (Jeremy Ray Taylor), cerca di far luce sulla morte di Georgie, ma mentre indagano sull’accaduto i sette ragazzini devono difendersi da una banda di bulli capeggiata da un individuo psicotico e violento, Henry Bowers (Nicholas Hamilton), che si diverte a perseguitare le sue vittime.
Pubblicato nel 1986, “It” di Stephen King è un testo cardine nella carriera dello scrittore americano, tanto da essere considerato come uno dei suoi lavori migliori in assoluto. L’appassionante tomo del maestro del brivido, che nel 1990 aveva ispirato una miniserie televisiva realizzata da Tommy Lee Wallace, si dipanava magistralmente su due diversi piani temporali, uno ambientato negli anni Cinquanta, l’altro negli anni Ottanta, in cui erano collocate rispettivamente l’adolescenza e l’età adulta dei protagonisti, ma la sua notevole complessità narrativa è andata completamente perduta nella trasposizione cinematografica firmata da Andrés Muschietti nel 2017, che costituisce la prima parte di un dittico conclusosi nel 2019 con “It – Capitolo due”, sempre diretto dal regista argentino.
A differenza del libro, il film, sceneggiato da Gary Dauberman, Chase Palmer e Cary Fukunaga (quest’ultimo avrebbe dovuto occuparsi anche della regia, ma ha preferito sfilarsi dal progetto perché i produttori non gli permettevano di fare il film che aveva in mente), privilegia una narrazione semplice e lineare, concentrandosi unicamente sulla giovinezza di coloro che formano “Il Club dei Perdenti”, situando quel periodo della loro vita negli anni Ottanta.
Raccontare i fatti di uno solo dei due piani temporali su cui si articolava il terrorizzante volume kinghiano da una parte facilita l’immediata comprensione degli eventi, ma dall’altra semplifica troppo l’intreccio, facendogli perdere il suo fascino originario; traslare la gioventù di Bill e soci nel decennio degli Ottanta, invece, appare come una furbata per cavalcare l’onda del successo ottenuto dalla serie “Stranger Things” (2016-in corso). Quando si traduce un romanzo in immagini, si è liberi di effettuare tutte la modiche che si vuole rispetto alla pagina scritta, ma se i cambiamenti non convincono, come nel caso in oggetto, è giusto dirlo chiaramente.
Non convincono neppure la prima apparizione di Pennywise, che a furia di occhiate luciferine rivela da subito la sua natura malefica, quando sarebbe stato meglio se l’avesse svelata solo alla fine della scena in questione, e la fotografia di Chung Chung-hoon, che risulta troppo pulita, l’esatto contrario di come avrebbe dovuto essere. Intendiamoci, pur avendo tanti difetti, il film non è tutto da buttare: un paio di scene, quella del lavandino e quella delle diapositive, sono abbastanza efficaci e il cast, composto da giovani attori, è azzeccato, ma al termine della visione resta l’amaro in bocca per l’occasione sprecata.
Quello del cineasta sudamericano è un horror appena sufficiente, pensato per un pubblico giovanile e con personaggi poco approfonditi, che affronta in modo semplicistico i temi trattati nel libro (la morte, l’elaborazione del lutto, la paura, l’amicizia, l’adolescenza, il bullismo) e che può essere apprezzato soprattutto da chi non avesse letto il capolavoro letterario da cui è tratto. Chi invece lo avesse letto è probabile che rimarrà perplesso, per non dire deluso, dopo aver visto questo film, che curiosamente (o volutamente?) è uscito a ventisette anni di distanza dalla messa in onda della sopracitata miniserie, ossia lo stesso lasso di tempo che intercorre tra un’apparizione e l’altra di Pennywise.
Forse dirigere l’adattamento di “It” era un’impresa troppo ardua per Muschietti. Ci sarebbe voluto un grande regista come il John Carpenter dei tempi migliori o il compianto George A. Romero, ma anche il rocker Rob Zombie avrebbe potuto ottenere un risultato superiore a quello conseguito dall’autore di “La madre” (2013). Insomma, dato l’ottimo materiale di partenza, si poteva fare di più.

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Ottimo sotto tutti i punti di vista / 22 Novembre 2019 in It

Molto più convincente dell’originale serie televisiva (che continuo a pensare molti reputino spaventosa solo perchè bambini quando la videro): Pennywise ottimamente interpretato, la storia si sviluppa bene, non ci sono momenti morti, e, cosa importantissima, si capisce bene il legame che lega e legherà per sempre i perdenti tra di loro, così come si percepisce chiaramente il clima ostile di Derry nei confronti dei bambini, dei deboli, degli emarginati.

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IT: Spaventosamente diabolico e con al centro una storia assolutamente emozionante e coinvolgente. / 28 Ottobre 2019 in It

It – Capitolo Uno è tratto dal romanzo omonimo di Stephen King che io lessi parecchio tempo fa, sicuramente durante le scuole superiori e fu uno dei primissimi libri che lessi dell’autore e mi piacque tantissimo e se non ricordo male vidi la mini serie tv andata in onda in quegli anni in televisione e anche in quel caso, mi piacque la serie, anche se rimase un po’ delusa dal finale… ma bando alle ciance parliamo invece di questa nuova versione uscita al cinema nel 2017 diretto da Andrés Muschietti e concentrato sugli avvenimenti narrati nelle parti del romanzo ambientate tra il 1957 e il 1958 (nel film ambientato tra Ottobre 1988 e Settembre 1989).
Purtroppo, essendo passato parecchio tempo dalla lettura del libro, non ricordo alcuni dettagli e non riesco a farne un paragone tra libro e film ma conto di rileggerlo al più presto e farò quindi il contrario, farò successivamente il paragone tra film e libro (nel frattempo al cinema c’è la seconda parte e speriamo di riuscire ad andare a vederla prima che lo tolgano nelle sale.)
Guardando il trailer quando uscii nel 2017 mi mise un po’ di terrore il pagliaccio, il famosissimo Pennywise, uno sguardo inquietante e sinceramente trovo il protagonista e l’attore che lo interpreta bravissimo, in grado di spaventare con il semplice sguardo, tenendo poi conto della mia repulsione verso i pagliacci il terrore era ancora più in rilievo! Devo dire che in termini di terrore e paura mi aspettavo qualcosa di peggiore e non lo catalogherei come un film orrore ma suspance e ansia nel vederlo ogni volta comparire dal nulla… It non mi ha terrorizzato come mi aspettavo, anche se alla sua comparsa improvvisa sussultavo ogni volta, trasformando poi lo spavento in sorriso nel vedere certi suoi movimenti e atteggiamenti, portandomelo anche a considerare ridicolo in certi casi.
Ci troviamo nella città di Derry, nel Maine. Qui iniziamo a vedere un bambino ( il fratello di uno dei bambini coraggiosi protagonisti) che gioca con la sua barchetta di carta in un giorno di pioggia. A un certo punto la barchetta viene come risucchiata nell’apertura di scolo di un marciapiede, un’apertura che porta allo scarico fognario della cittadina. Da qui appare per la prima volta un pagliaccio che si presenta al piccolo Georgie come Pennyswife, il Clown Ballerino come ama definirsi lui stesso. Facendo credere al bambino di volergli restituire la barchetta, lo porta ad avvicinarsi e in quell’istante lo attacca con un morso letale staccandogli un braccio e trascinando all’interno il bambino.
Da qui inizia l’avventura di Bill, il fratello maggiore, che convinto che il fratello sia ancora vivo ma in difficoltà, con l’aiuto dei suoi amici, andrà alla ricerca del fratellino e questa ricerca lo porterà dentro le fogne della città e non solo…
Bill non è l’unico ad avere problemi all’interno della sua famiglia (dove il padre non gli permette di rivelare i suoi dubbi o comunque non gli chiede come sta affrontando la scomparsa del fratellino ma al contrario, lo intima a lasciar perdere la sua fissa di ritrovarlo e soprattutto gli ordina di non parlarne con la madre portando il bambino a chiudersi e a vivere il suo dolore da solo). Anche gli altri suoi amici hanno dei problemi e sono tutti vittime di bullismo anche a scuola da parte di un bambino strafottente e violento accompagnato dai suoi amici altrettanto violenti e cattivi.
Un gruppetto di amici detti “sfigati” ma che in realtà con la loro amicizia e unione riusciranno ad affrontare le paure personali ma anche la paura per questo fantomatico pagliaccio che si ciba del terrore dei bambini, tranne appunto il loro e la storia si fa via via sempre più intrigante e al contempo mette in evidenza l’amicizia quella vera e il fatto di affrontare il pericolo tutti insieme!
Un buon film, mi è piaciuto e soprattutto ho apprezzato tantissimo l’amicizia dei ragazzi e la forza sottovalutata che quest’unione che porterà ad affrontare lo stesso IT nel corso della storia!

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