Recensione su Il nome del figlio

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Commedia brillante, purtroppo troppo radical chic / 14 Luglio 2015 in Il nome del figlio

Divertente , ma troppo radical chic per i miei gusti, tutti gli interpreti scimmiottano una parte che non è mai vera. Non esiste nella realtà un personaggio, che sia “non patologico”, che possa ricordare i personaggi del film. La realtà viene ridicolizzata in tutti i suoi aspetti, i bambini con nomi assurdi, Pin e Scintilla, la mamma di famiglia che fa esercizi isometrici pure quando è in cucina o porta le pietanze a tavola, il professore universitario che ha venduto solo 300 libri e li tiene nel soggiorno forse per gli amici, il fratello che per tutta la serata porta avanti uno scherzo e poi si imbestialisce e mena un suo amico quando scopre una realtà di cui non era consapevole, la ragazza di borgata, che fuma in gravidanza, (forse per modivi di pubblicità occulta?) sposata ad uno dei fratelli, che ha pure scritto un libro e pur non capendoci niente capisce le cose che altri non avevano capito. Pure la casa dove si svolge la cena è alla periferia del quartiere Pigneto ai confini con la ferrovia, un attico su uno strano bar con le scale interne, che si raggiunge con una stradina quasi di campagna che costeggia la ferrovia passando sotto gli archi romani, un posto che devi faticare a pensare di trovarlo a Roma, ma in effetti è ancora Roma e pure abbastanza centrale.
Magari c’è chi davvero crede che una famiglia o degli amici possano comunicare in questo modo “bizzarro” da fighetti radical chic?
Magari esistono davvero nella realtà questi gruppi di persone che non si avvedono di essere ridicoli?
Carina l’idea di filmare la nascita vera del figlio vero di Michaela Ramazzotti, l’unica cosa vera e non radical chic di questo film.

3 commenti

  1. Daniela / 5 Agosto 2015

    ma stai zitto!

  2. okness / 5 Agosto 2015

    aaahhh ma allora esistete davvero nella reatà?
    e non siete solo i personaggi dei film …
    ah ah ah ah ah

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