Recensione su I 400 colpi

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Jeunesse en jazz / 23 Aprile 2015 in I 400 colpi

Una bellezza oggettiva che non riesce ad entusiasmare, quella dei film di Truffaut. Questo lo dico in premessa, a titolo di parere personale. Il film parte con una ripresa in camera-car rapida e concentrica che cattura facciate di palazzi parigini alternati ad alberi dai rami filiformi oltre i quali si scorge sempre, svettante e metallica, la sommità della torre Eiffel. E’ un film con un centro, il cuore della Francia, nel quale si coglie il difficile percorso di formazione di un adolescente ribelle (per il quale il professore di turno sospira “povera Francia!”), un prosieguo generazionale degli enfants terrible di “Zero in condotta” di Vigo. Un cinema con tratti jazz (la colonna sonora di Constantin, tra cui la pimpante Ecole buissonnière che richiama il tema dello standard Jeepers Creepers, con cui Armstrong domava in Going Places un cavallo indiavolato), dai raccordi veloci, vagamente sociale e vagamente poetico, che un po’ fruga nel baule del neorealismo italiano ma guarda già avanti.

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