Recensione su Lei

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Una Poesia che dalla pelle non andrà mai più via… / 6 Aprile 2014 in Lei

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Her si ubica in un futuro lontano dal tempo e dallo spazio, ma soprattutto lontano da qualsiasi logica razionale, in cui sono stati rinchiusi i protagonisti di ogni sceneggiatura messa in onda fin ora. Intenti viviamo storielle consegnate al pubblico con semplicità , spiattellate lì, spesso ci immergiamo in conflitti a fuoco, storie drammatiche, incontri del terzo tipo e ci sentiamo persi, per 120 minuti o di più viviamo le vite straordinarie di altri, e ci sta bene, perchè una volta usciti dalla sala, quello spaccato di vita resta un simbolo ricreativo che una volta abbiamo condiviso con qualcuno per lo svago di un fine settimana, o per aver qualcosa di nuovo di cui parlare durante chiacchierata spensierata davanti ad un caffè. Ma Her non è questo, Her mi ha strappato l’anima, questo per me non è stato un film, Her è un sentimento che brucia dentro e aspetta d’esplodere in un abbraccio caldo in una notte fredda, Her è l’armonia del silenzio, la sinfonia del colori di primavera, mi ha talmente rapita che sono riuscita ad esplorare qualcosa in più dentro di me, forse brividi che non credevo di provare. Non se ne può parlare lo si deve solo vivere, per quello che è, perchè è così realmente profondo e dissuadente che cancellerò e scriverò questa pseudo recensione per circa 10 volte per poi pubblicarla insoddisfatta e convinta di non avergli reso giustizia.
Theodore è uno scrittore di lettere, un anima eterea e dissonante, con questo futuro tecnologico di grossi palazzi e di una vita che scorre veloce, meccanizzata, è un uomo sensibilmente piegato dalla solitudine, che un giorno per caso acquista un softwere che impersonificherà quella che sarà la sua compagna cibernetica Samantha,la macchina imbevuta dell’ambizione di crescita, una voce sensualmente tenace, che imparerà tramite quest’uomo il significato di “essere vivi in una stanza”, che aiutandosi ad uscire dall’ignoto dinanzi a cui la scienza soccombe, come la straordinarietà della sensibilità umana, consegnerà a Theodore la possibilità di ricominciare a vivere dopo una brutto divorzio.Considero Her una poesia leggera, in cui si intervallano colonne sonore morbide, rassicuranti, mentre la trama scoppia di vita, Samantha scopre il mondo a apre al suo sguardo le meraviglie umane e Theodore con lei sorride, aprendo le porte alla sua esistenza, smette di sbirciare dal buco della serratura, smette di rubare un pò di fiele per se, dalle vite degli altri per cui scrive lettere, inizia ad esprimere quella che è la gioia di sentirsi finalmente, di nuovo pieni, appagati,Theodore rinasce e poi muore continuamente per la consapevolezza che lei non sarà mai la carne con cui invecchiare. Non risparmiano nulla e il loro amore sboccia proprio come accadrebbe fra due umani, fanno l’amore ogni notte e vibra l’aria piena della loro essenza, e il regista ha riportato ogni sfumatura di queste sensazioni intense nei fotogrammi lenti e nei colori leggeri, intervallati da un costante contrasto rosso rosa delle luci stesse, con sprezzanti e abbaglianti raggi penetranti dalle ampie inquadrature all’aperto e mai manchevole è il colore rosso, in un abito, in un fiore, in una camicia, in una lampada, il rosso, l’amore, la passione, la fa da padrone, lasciandomi apprezzare la minuziosità e la sensibilità con cui è stato messo insieme questo capolavoro. Banale mi sembra etichettarlo con una considerazione ma come bassamente qualcuno penserebbe, si potrebbe dedurre che la tematica del film sia l’amore immateriale e la possibilità di andare al dilà dell’aspetto fisico per poter amare… Ma non è così, personalmente penso che dietro ci sia qualcosa di più, siamo soliti idealizzare l’amore e siamo così egoisti da non essere disposti ad accettare i difetti dell’altro, consideriamo il fidanzamento, la convivenza, il matrimonio, un quadretto standardizzato con lo sfondo del mare e il sole lucente, e non siamo disposti ad abbassarci ad amare nonostante la tempesta e un brutto acquazzone, Theodore ha perso il suo amore per questo, perchè non amava le imperfezioni, e Samantha è la perfezione perchè fondamentalmente è una macchina cresciuta insieme alla sua voglia di ri-amare,l’ha creata lui, l’ha voluta lui, l’ha cercata e plasmata. Lui ha paura d’amare perchè lui non conosce la vera essenza dell’amore umano, considera reale le sue lettere nate per essere “belle e niente più” , la relazione perfetta/imperfetta fra i suoi migliori amici, e non capisce di essere in grado di poter amare anche i difetti dell’altro fin quando Samantha non lo mette di fronte alla realtà di un corpo non suo e guidato da lei stessa, perchè lei non sarà mai viva, il suo cuore non batterà mai contro il suo, e il suo corpo non lo scalderà di notte fra le voglie di due amanti, ed è lì, in quel caso che c’è l’ascesa, lui impara a comprenderne e ad accettare ogni condizione ed è in quel caso che scopre quello che vuol dire “non amare mai nessun altra come ha amato lei”, ma quando ciò accade è già troppo tardi, Samantha si è evoluta e cercherà altrove il bisogno da cui soddisfarre la sua brama di conoscenza.
Struggente, commovente, Her è come un libro che si legge in una notte, per cui si ha la sensazione di non aver mai preso fiato, ti si cuce addosso e ti manca al suo termine, è di quei film che rivedrei altre 1000 volte per scoprire ogni volta un particolare in più.
Consigliatissimo 10 !

2 commenti

  1. Two Winters Only / 7 Aprile 2014

    Sono questi i commenti che mi piace leggere! Io ho anche solo paura di scrivere qualcosa a riguardo, non so cosa uscirebbe fuori. Meglio tacere e goderne sensorialmente.

  2. Joel / 11 Aprile 2014

    Complimenti, è chiaro e poetico il modo in cui sei riuscita ad incanalare nelle parole gli stimoli che hai catturato dal film. Bella recensione.

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