Recensione su Hellboy: The Golden Army

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3 Maggio 2011

Non si può non ammettere che Del Toro non abbia una sua impronta stilistica visionaria decisamente personale.
Il primo Hellboy mi deluse alquanto, per carità questo mondo altro popolato da esseri di una diversità irriducibile è affascinante, ma la storia era scontata ed esilissima. Questo secondo esplode in un immaginario eccezionale e continua ad essere carente dal punto di vista narrativo. Meglio del primo, a mio parere, ma sempre incompleto, sempre un ottimo non finito, insomma insoddisfacente. Manca una storia forte, uno sviluppo un po’ meno ovvio, una migliore caratterizzazione dei personaggi.
Il taglio è ancora più estremo se si vuole: fuori gli umani, un contorno inutile e collaterale, dentro il solo mondo dei mostri, con la loro straordinaria normalità. Certamente bella l’idea dei 4 alla ricerca di se stessi in questa avventura, un rifacimento/omaggio al Mago di Oz, chi cerca il coraggio, chi un cuore, chi un corpo, chi cerca una casa/famiglia (e Calvino? Chi ha inventato il tedesco senza corpo, già nel fumetto, non avrà pensato al Cavaliere inesistente?), certamente stupefacente il gioco di rimandi da Lucas a Scott (e il bambino/tumore è preso da atto di forza) per il mercato dei Troll, molto belli gli effetti speciali, ma la storia non segue questi giochi di artificio visivi.

Il mondo del cattivo di turno è un mondo dolente, umanissimo nella sua disperata battaglia, e in tutto il film c’è un insieme di tristezza, di inadeguatezza, di imperfezione. E mi sembra ci sia anche un larvato richiamo a Tolkien, sia per il messaggio ecologista, sia per la rappresentazione del re padre e della sua dinastia, dell’alleanza con gli umani e l’insieme di oggetti magici portatori di distruzione e simbolo di pace , nonchè nella nascita dell’esercito d’oro, forgiati a mò degli orchi di Saruman

1 commento

  1. reonardoreo / 11 Settembre 2011

    Trovo la tua recensione calzante, sono le stesse cose che ho pensato guardando il film, un Guillermo Del Toro presente solo nella scenografia e nei costumi, carente nella storia, il tutto probabilmente dovuto al fatto che sia stato chiamato a fare il regista interprete di una narrazione già scritta. Lo stacco dal terribile primo Hellboy c’è, perlomeno sono riuscito a finire il film senza la continua pulsione di spegnere lo schermo.

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