Recensione su First Man - Il primo uomo

/ 20186.8157 voti

Non si poteva pretendere la luna / 7 Novembre 2018 in First Man - Il primo uomo

Il mio giudizio sul nuovo lavoro di Chazelle, dopo che di lui ho amato follemente La La Land, partiva con il doppio svantaggio del peso di un capolavoro sulle spalle e della tematica scelta: l’astronautica – reale, non fantascientifica – non è tra le cose che mi affascinano di più (anche se qualche anno fa un filmone come Gravity riuscì a scardinare questo pregiudizio). Detto ciò, è proprio la scelta stilistica del regista a non avermi convinto: innanzitutto la spinta eccessiva sulla sensorialità, come se stessimo dentro uno di quegli abitacoli da realtà virtuale, non la trovo necessaria e anzi sembra un trucchetto facilino da immedesimazione. Poi l’utilizzo dei filtri vintage, da filmino in super8, per le scene domestiche; anche qui non siamo dalle parti del genio ma piuttosto da quelle dell’epoca instagram. Lo stesso discorso per l’utilizzo della camera instabile, con sbalzi di inquadratura e giochetti very easy con il fuoco. Infine: ok, la storia di Gosling e della sua mono espressione è un refrain, però dai se la cercano. Si può ghiacciare così i rapporti tra marito e moglie? Ne vanno a discapito le mille sfumature di una relazione tesa. Anche la brava Claire Foy deve vestire un volto da sudario in tutte le situazioni ed è un vero peccato, tanto che quando finalmente sbotta, tutto appare incoerente col personaggio.
La sequenza dell’allunaggio invece è un pezzo d’alta scuola, un po’ isolata dal resto, gestita al meglio grazie anche alle piste sonore originali. Quel silenzio è pura magia e salva in corner un film decisamente inferiore alle aspettative. Ma forse da questo giovane talento non si poteva pretendere la luna.

1 commento

  1. Stefania / 7 Novembre 2018

    “forse da questo giovane talento non si poteva pretendere la luna”: oh oh oh! 😀

Lascia un commento