Un nuovo genere di commedia all’italiana / 24 Gennaio 2020 in Figli
Sarebbe l’inizio di un nuovo genere di commedia all’italiana, finalmente moderno, se non ne fosse appena morto l’unico esponente, Mattia Torre. Speriamo che se ne raccolga la lezione.
Recensione da Oscar (4)
Finora, ho sempre apprezzato i lavori del giustamente compianto Torre, fin da Piovono mucche. Rispetto alle produzioni cinetelevisive precedenti che portano la sua firma, cos’ha di nuovo Figli, dato che definisci il film “un nuovo genere di commedia all’italiana”? (già Boris, per me, era nuovissssssimo)
Boris è nuovo perché sui generis, non potevo onestamente esigere che fosse la norma. Qui invece i temi son quelli comuni a molte commedie italiane, non c’è il “trucco” della parodia e della caricatura.
Uhm, non capisco dove stia l’innovazione (Virzì o Luchetti, per esempio, non fanno altrettanto, nei loro momenti migliori?), ma probabilmente non interpreto correttamente la tua considerazione perché non ho ancora visto il film.
No, ci vedo tempi comici e asciuttezza (nella sceneggiatura ma anche nel servizio che le rendono gli attori, in evidente sintonia) che non ritrovo né negli autori “giovani” né in quelli della schiatta di Virzì, Salvatores, Moretti, Luchetti, Rubini e altri che pure amo e che finora consideravo gli autori migliori di commedie. Allo stesso tempo non è paragonabile ai comici (se non forse a Corrado Guzzanti, che però sulla forma lunga e non parodica non conosciamo bene). Non so se rendo l’idea, ma al momento non azzarderei un’analisi più profonda. Poi sì, se guardi il film forse il mio commento sembrerà meno arcano 😛
(io lo so che tu mi vuoi cavare con le pinze una recensione intera, ma non riesco sempre :P)
@franz: 😀 voglio solo capire se vale la pena spendere i soldi di un biglietto del cinema per una commedia italiana che merita di essere vista in sala, perché ha davvero qualcosa “in più” (e non solo la firma di Torre, che comunque apprezzo molto).
@stefania: oddio, non so se le commedie valgano mai la pena di essere vista in sala, se non per “premiarla” (e questa ovviamente merita soldi e attenzione). Poi se si è della generazione dei protagonisti (ma anche qualcosa meno), con o senza figli, è chiaramente una bella esperienza da condividere in coppia, anche terapeutica se è il caso.
Non ricordavo questo scambio di battute sul film che, ora, ho visto su Prime Video. Ecco, pur non essendomi dispiaciuto completamente il film e confermando il mio apprezzamento per Torre, credo che la visione casalinga di Figli sia stata sufficiente, mettiamola così 🙂