Recensione su Cube - Il Cubo

/ 19976.8356 voti

13 Novembre 2013

Una buona idea;
Il fascino della matematica e quello senza tempo del cubo di Rubik;
Colori psichedelici quanto monotoni;
Le possibili e variegate interpretazioni filosofiche di ciò che sfugge alla comprensione.
Gli ingredienti per un buon film c’erano tutti, così come c’era la possibilità di stupire con un budget pressochè ridicolo.
E allora peccato per alcuni elementi che rovinano l’insieme, facendo precipitare il progetto. In primis le interpretazioni degli attori, che lasciano a dir poco a desiderare: va bene che un film così De Niro non lo avrebbe mai preso in considerazione, ma siamo sicuri che non ci fosse qualche personaggio un pò migliore (il poliziotto, in particolare, è stucchevole).
Poi, una certa pretenziosità: “là fuori c’è la stupidità umana” (che poi è pure dentro)… Per carità, una verità assoluta.. Ma una verità che avrei visto bene nel 2001 di Kubrick (da cui peraltro il film attinge a piene mani) e che invece mi fa soltanto ridere in un film vagamente adolescenziale di Vincenzo Natali.
Ecco, appunto, il difetto peggiore: l’adolescenzialità.
L’idea delle trappole tritatutto o scioglifacce trasforma quella che avrebbe potuto essere un’ottima idea nell’ennesimo splatter-horror, magari solo un pò più originale degli altri. La cosa si riduce essenzialmente a due scene soltanto, ma inquina tutto il film, convincendoti a concentrarti su quell’aspetto che, peraltro, da un punto di vista della suspence, a onor del vero, è riuscitissimo (ti aspetti la trappola in ogni momento, ma, appunto per questo, finisci per non pensare ad altro).
Mi chiedo che bel risultato si sarebbe avuto senza alcuna trappola, ma soltanto con una crescente ansia dell’infinito, una vertigine dell’ignoto capace di divorare la psiche e i nervi dei malcapitati (qualcosa che affiora in un finale mal interpretato e caotico e in poche altre scene). Allora sì che un’ottima idea si sarebbe traformata in un bel film (anche se per rendere al meglio una tale escalation emotiva sarebbero serviti sicuramente attori di altro livello, e torniamo dunque alla prima delle negatività).
Ma qui non stiamo a scrivere il libro dei sogni, parliamo dei film per come sono.
E “Il Cubo” si riduce dunque a essere l’ennesimo pseudo-horror adolescenziale che spreca una buona se non ottima idea.
Un 6 stiracchiatissimo, che come nelle infernali stanze semoventi, avrebbe potuto tranquillamente capovolgersi.

7 commenti

  1. Joel / 15 Novembre 2013

    non sono d’accordo con l’interpretazione che hai dato, ma ugualmente un’ottima recensione!

    • hartman / 15 Novembre 2013

      anche la tua è ottima, anche se non mi ritrovo nel giudizio finale…
      e in cosa in particolare non sei d’accordo, @joel, così per parlarne…

  2. Joel / 15 Novembre 2013

    Gli attori mi sembrano azzeccati anche perchè anonimi, è un film del substrato, un attore strapagato avrebbe monopolizzato l’attenzione e chiesto ovviamente un alto cachet. Le reazioni talvolta paradossali e estreme dei personaggi sono dovute ad una situazione altrettanto estrema. E’ tutto molto Kafkiano e il realismo non è proprio la base da cui partire, ma piuttosto il mezzo da usare per ribaltare il concetto e renderlo metafisico. Partire dal realismo per negarlo. L’impasto filosofico è ovviamente debito alla concezione che Shopenhauer ha dell’indole umana, ma mi preme di sottolineare la piega non intellettualoide che prende il film. E’ tutto lì nella sua brutalità, ma al tempo stesso nascosto dietro la diffidenza e la natura umana, in un palco scenico chiuso, claustrofobico e blindato ma celante e labirintico. In secondo luogo sono molto restio a poter etichettare il film come horror o addirittura splatter, non vedo molto dei due generi, tutt’al più, se proprio il film avesse bisogno di un’etichetta (azione di per se discutibile) potrebbe essere un thriller metafisico-paranoico. Infine quella che tu chiami adolescenzialità per me non è altro che la volontà di non essere (come già detto) pretenziosamente intellettualoide. Detto questo ho apprezzato la tua recensione perchè ben scritta, coerente e solida nel suo discorso, consapevole che l’insieme di diversi ma lucidi punti di vista componga la reale immagine del film.

    • hartman / 15 Novembre 2013

      Sull’anonimità degli attori posso concordare @joel, io mi lamentavo proprio della qualità delle interpretazioni, indipendentemente dalla notorietà (ho detto De Niro per significare uno della bravura di De Niro)..
      per il resto la tua analisi è interessante e condivisibile, ma proprio per questo, per l’alto potenziale concettuale che poteva avere questa pellicola, non riesco a capire la necessità delle trappole, che a mio avviso ne mutano completamente il senso..
      mentre guardavo il film l’aspetto che più ho notato scuotermi emotivamente era proprio questa “ansia da trappola”, mentre invece il tutto si prestava a far insorgere ben altri tipi di ansia, come ho scritto nella recensione..
      poi la scena iniziale e quella del francese, francamente, mi sanno di splatter eccome… di quelle scene che possono elegantemente sistemarsi con un urlo fuori dal campo visivo, con effetto a mio avviso più penetrante… se fai vedere facce che si sciolgono o persone sminuzzate come nel mixer allora, secondo me, un pò di splatter lo cerchi…
      quanto all’adolescenzialità è un giudizio, magari semplicistico, dovuto al fatto che la prevalenza di questa vena horror (la suddetta “ansia da trappola”) lo rende tale.. è una constatazione anche autobiografica, quella dell’adolescenzialità, perchè quando uscì questo film ero adolescente ed attirato da pellicole di quel genere e solo incidenter tantum ci ho visto delle potenzialità ulteriori..
      ad ogni modo grazie per il tuo interessante contributo

  3. fiomtarantino / 16 Aprile 2016

    Io sono d’accordo con te , un film che pretende di avere delle connotazioni filosofiche e che invece si perde in pessime interpretazioni e trappole che distolgono dal significato intrinseco che si vuole trasmettere

Lascia un commento