Carnage

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Carnage

Film tratto dall'omonima opera teatrale 'Il dio del massacro' di Yasmina Reza. Due coppie di genitori decidono di avere un incontro cordiale, dopo che i loro figli sono rimasti coinvolti in uno scontro violento.
Andrea ha scritto questa trama

Titolo Originale: Carnage
Attori principali: Jodie Foster, Kate Winslet, Christoph Waltz, John C. Reilly, Elvis Polanski, Eliot Berger, Joseph Rezwin, Nathan Rippy, Tanya Lopert, Julie Adams, Lexie Kendrick, Roman Polanski, Mostra tutti

Regia: Roman Polanski
Sceneggiatura/Autore: Roman Polanski, Yasmina Reza, Yasmina Reza
Colonna sonora: Alexandre Desplat
Fotografia: Paweł Edelman
Costumi: Milena Canonero, Patricia Colin
Produttore: Javier Méndez, Saïd Ben Saïd
Produzione: Spagna, Francia, Germania, Polonia
Genere: Drammatico
Durata: 80 minuti

Dove vedere in streaming Carnage

Una delle migliori commedie del XXI secolo / 14 Marzo 2020 in Carnage

Commedia spassosa e intelligente che con una solida sceneggiatura e una prova attoriale da applausi riesce ad intrattenere e far riflettere sulle ipocrisie della media borghesia.
Dimostrazione di come basti una macchina da presa e una buona idea per tirare fuori un prodotto lodevole. Incredibile come si noti la regia incantevole di Polanski anche se la pellicola è ambientata dentro quattro mura.

DIO BENEDICA QUENTIN TARANTINO che ci ha fatto scoprire quella meraviglia di attore che è Christoph Waltz. Quel poveraccio recitava in filmetti per la televisione da due soldi. Possibile che nessuno si sia reso conto della dote attoriale? Addirittura era arrivato a pensare al suicidio.

Sono l’unico che ha adorato il personaggio di Alan(Waltz)? Il suo nichilismo intrinseco e la lingua che taglia e cuce(e quel sorrisetto alla Hans Landa) mi ha fatto divertire come un matto. Stesso discorso per il buonismo vomitevole di Michael(Reilly) che si trasforma lentamente in una totale dimostrazione di mancanza di aspettative e interessi nei confronti della vita, abbracciando il nichilismo puro, forse anche peggio di Alan.
Falsissime Nancy(Winslet) e (soprattutto) Penelope(Foster), riescono a irritare alla perfezione.
La convinzione di essere migliore perché scrittrice di qualche libro sulle violenze dell’Africa è fastidiosissima, l’ho odiata.
La sua moralità e i suoi principi si sgretolano davanti alla presa di posizione di suo marito Michael e una sana sbronza. Spassosa la scena in cui, non sapendo più cosa rispondere a Nancy, pronuncia le parole :” E tuo figlio è una spia del ca**o.” raggiungendo il culmine dell’ipocrisia.
Emblematica la scena finale in campo lungo, con i due ragazzini che chiacchierano come se non fosse successo nulla. Il messaggio è chiaro: a volte, dovremmo prendere esempio dai bambini. Perché non ancora livellati dalla società, dal lavoro, dagli obblighi familiari imposti da nessuno ma seguiti da tutti.

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7

21 Maggio 2014 in Carnage

Basta poco… / 12 Febbraio 2014 in Carnage

A volte basta davvero poco per fare un bel film. Ad esempio bastano quattro attori che interagiscono tra di loro ed una singola location. Pellicola particolare, con una storia apprezzabile sul tema dell’apparenza e dell’educazione. Molto convincenti le interpretazioni di Waltz e della Foster, senza comunque togliere nulla alla Winslet ed a Reilly.

Il dio del massacro / 16 Dicembre 2013 in Carnage

New York. Un undicenne, Zachary, colpisce un suo coetaneo, Ethan, con un bastone all’altezza della bocca causandogli la rottura di due denti. I genitori del primo, Alan e Nancy Cowan (rispettivamente avvocato e operatrice finanziaria), e quelli del secondo, Michael e Penelope Longstreet (rappresentante lui, scrittrice lei), si incontrano per parlare di quanto accaduto tra i loro figli. All’inizio il confronto tra le due coppie è all’insegna della cordialità, ma la situazione ben presto degenera e durante la discussione i quattro se ne diranno di tutti i colori.
“Carnage” fa tornare alla mente un vecchio e straordinario film di John Cassavetes, “Volti”, in cui i protagonisti, sempre chiusi dentro quattro mura, litigavano furiosamente e si scannavano a vicenda. Ad innescare il gioco al massacro nell’opera di Cassavetes era una crisi coniugale, in quella di Roman Polanski, invece, è un litigio tra due ragazzini che, inevitabilmente, finisce per coinvolgere i genitori dei litiganti, i quali, con il loro comportamento arrogante e infantile, si rivelano uno peggio dell’altro. Il bello di questo film, che Polanski ha tratto da un testo teatrale di Yasmina Reza, “Il dio del massacro”, sceneggiandolo insieme all’autrice francese, è che non c’è nessun personaggio che possa dire di essere immune dalle critiche.
Non ci sono anime candide e innocenti, in questa storia, perché tutti, chi più chi meno, sono colpevoli di qualcosa. Sono colpevoli i genitori di Zachary, che non riescono ad educare il loro figlio per fargli capire che è sbagliato comportarsi in modo violento, ma sono colpevoli anche i genitori di Ethan, perché sono convinti di essere perfetti e come tali pensano di poter giudicare gli altri dall’alto della loro presunta superiorità morale, ma non si rendono conto che in realtà sono due individui meschini (soprattutto lui) che vivono mentendo sia a se stessi che agli altri, ai quali fanno credere di essere persone perbene per celare la loro bassezza e grettezza.
“Carnage” è un film piccolo per la durata (la storia viene raccontata in appena settantanove minuti) e l’ambientazione (la vicenda si svolge quasi tutta all’interno dell’abitazione dei Longstreet) ma grande per stile e contenuti, con Polanski che sfodera una prova registica all’altezza della sua fama e una cattiveria degna dei suoi giorni migliori. Il regista polacco chiude i suoi personaggi dentro a un appartamento, punta la macchina da presa contro di loro, li filma come se fossero degli animali in gabbia e, con occhio da entomologo, li analizza impietosamente svelandone l’inettitudine e condannandoli a vivere nella loro mediocrità. Affidandosi a dialoghi taglienti e affilati come una lama, Polanski realizza un film feroce e spietato come ai vecchi tempi.
Oltre che una lezione di regia, la pellicola è anche una lezione di recitazione impartita da quattro interpreti in splendida forma che si calano nei loro ruoli alla perfezione. Le performance degli attori sono talmente convincenti da rendere arduo stabilire chi sia più bravo tra Jodie Foster (Penelope), John C. Reilly (Michael), Kate Winslet (Nancy) e Christoph Waltz (Alan); ma se proprio dovessimo consegnare la palma del migliore solo a uno di loro, la daremmo a Waltz, che nella parte dell’avvocato cinico e sprezzante sempre attaccato al cellulare riesce ad essere magnificamente sgradevole (la sua antipatia raggiunge vette inaudite quando definisce suo figlio “un pazzoide”). Memorabile la scena in cui la Winslet vomita sul tavolino.

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16 Giugno 2013 in Carnage

Capolavoro tratto da una pièce teatrale. Spaccato analitico della natura umana non intesa in senso vago, ma fatta di sfaccettature, personalismi, ego e differenze perlopiù incolmabili. Il luogo è circoscritto, così come il contesto, e l’analisi s’impreziosisce riuscendo a svilupparsi nel migliore nei modi, così da raggiungere un perfetto grado di lettura all’antitesi del banale. Le varie interconnessioni che si creano durante il film sono di per se studi sul comportamento, e una recensione non potrebbe risultare meno esaustiva se non sotto forma di saggio o di trattato.

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