Recensione su The Assassin

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Metto 10 perché è inaccettabile che abbia un voto al di sotto del 7 / 10 Novembre 2021 in The Assassin

Un wuxia che è antitetico al suo stesso genere; pur essendo un tributo, ne è il mutamento.
Alternanza di ampi spazi a interni compressi, stracolmi di dettagli; assenza di primi piani, azione centellinata è priva di tutti quegli elementi spettacolarizzanti che costituiscono i combattimenti wuxia.
Un film che lascia disorientati sulla narrazione e che richiede una rielaborazione per comprendere dei passaggi apparentemente incomprensibili. Bisogna discostarsi dal concetto di narrazione lineare a cui siamo abituati per abbandonarsi al mite scorrere delle immagini.
Rimanere interdetti, o addirittura annoiati, è comprensibile.
L’esperienza deve essere metabolizzata; se possibile, abbandonarsi ad ulteriori visioni del film.
Bisogna diffidare da ciò che esercita un immediato impatto, che ci stupisce: sono emozioni estemporanee che si dissipano velocemente, che non aderiscono al pensiero, all’esperienza dello spettatore.
The Assassin si sedimenta nello spettatore, occupando gli spazi che ritiene più opportuni.
La fascinazione del mondo orientale, la mistica sensazione che il film sia stato evanescente, sfumando nei ricordi.
A tratti ipnotico, pur non integrando in sé elementi surreali o mistificatori; la maestosità delle immagini, l’impercettibilità uditiva di alcune parole, la sensazione che i dialoghi sfuggano allo spettatore a causa della disattenzione derivata dal sovraccarico dei dettagli nelle inquadrature sono elementi che mi hanno fatto vivere l’esperienza con The Assassin, pur lasciandomi convivere con il dubbio di non aver visto il film ma di aver assistito a qualcosa di inafferrabile e di impercettibile.
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