Recensione su Il Buco

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Non male…. / 22 Marzo 2020 in Il Buco

IL BUCO – Recensione:

Non male l’idea e come è sviluppata, anche se spicca il deja vu, merito degli stereotipi del genere claustrofobico presi da pellicole come “the cube”.
Netflix peró ha il solito problema: sui film è scadente nei finali: Banali.
Almeno la maggiore delle volte è cosi.
Eppure in questo caso è stato anche peggio: perché non chiarisce un bel niente, non da un’idea della soluzione e ti lascia così… a bocca aperta, nel pensare se alla fine è stato davvero un bel film…
Peró un 6 lo do: con i tempi da quarantena è da riflettere se vedere un film claustrofobico in cui si ingozzano di cibo.
Sembrano le nostre giornata… ?

4 commenti

  1. Davide / 9 Aprile 2020

    Il finale c’è ed è molto significativo. È tutta una allegoria sul messaggio di speranza dato dalla purezza della bambina in un tunnel di orrori, nel quale tra l’altro non dovrebbe nemmeno esserci, visto che l’amministrazione non consente l’ingresso nella fossa a ragazzi sotto i 16 anni. La speranza c’è e bisogno solo avere la forza di trovarla.
    La cosa che mi è piaciuta di più è che il messaggio non ha bisogno di un messaggero. O meglio il messaggero deve sacrificarsi per far arrivare il messaggio.

    • Mr.Walty / 23 Aprile 2020

      Avevo pensato a questa teoria, anche perché è l’unica plausibile… solo che il film lascia troppe domande, troppo spazio aperto per un finale.
      Spero sia dato dall’idea di un sequel, magari scopriremo qualcosa di più su questo “buco”!
      Grazie della tua idea ???

      • Davide / 23 Aprile 2020

        Oddio spero vivamente che non ci sia un sequel. È un film sul quale dire qualcos’altro con un sequel rischierebbe di rovinare tutto ciò che è stato detto prima.

      • Stefania / 24 Aprile 2020

        Un sequel no, per carità 😀 Certi film funzionano anche perché non spiegano tutto: se questo si mettesse a specificare per filo e per segno perché è nato il buco, chi l’ha inventato, ecc. butterebbe alle ortiche le poche cose positive che contiene. Essendo una metafora, non ha bisogno di “perché”.

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