7 Agosto 2012
ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama
Parte bene, poi si spegne, diventando quasi soporifero.
Nonostante riproponga la bella triade di The Yards (Phoenix-Wahlberg-Duvall), il film non coinvolge mai come dovrebbe e arranca verso un finale decisamente scontato.
Recensione da Oscar
Sono perfettamente d’accordo con te, il mio voto è un 6 perché tiene conto in media di una prima parte gagliarda, di altissimo livello. Poi tutto sbrodola, è un piagnisteo, a Phoenix si bloccano i muscoli facciali, la colonna sonora si fa irritante come un lagnoso carillon. I personaggi si sgonfiano tutti, ma come si fa? Pazzesco come Gray abbia buttato nel cesso quello che poteva essere un capolavoro.
Troppo severi con il film di James Gray,è vero che la seconda parte è inferiore alla prima,la regia diventa un po più di maniera e il racconto si fa più convenzionale,ma la qualità resta alta.James Gray è trai miei preferiti,sottovalutato regista che nel 1994,a soli 25 debuttò con quello che io reputo il suo film migliore,”Little Odessa”,cupo,disperato,malinconico,bellissimo.
@peterlee: personalmente, sono stata così “dura” con questo film, proprio perché apprezzo molto Gray e vista la maturità e la qualità narrativa e tecnica dimostrata in altri lavori questo, purtroppo, mi ha decisamente delusa.
Aggiungo che la mia “durezza” è più rabbia per uno spreco inaudito. Sembra che a un certo punto a metà lavoro Gray si alzi dalla sedia di regista e dica: “Ok ragazzi, io mi sono rotto, vado a casa. Finite voi!”