Troppo / 23 Giugno 2012 in Detachment - Il distacco
Troppo ambizioso, troppo pretenzioso, troppa carne al fuoco, troppi flashback (sempre gli stessi), tanta retorica, eccessiva drammatizzazione.
Recensione da Oscar
Troppo ambizioso, troppo pretenzioso, troppa carne al fuoco, troppi flashback (sempre gli stessi), tanta retorica, eccessiva drammatizzazione.
Mannaggia, finora ne avevo sentito parlar bene!
Lo abbiamo visto in quattro: solo a me non è piaciuto.
I giudizi in sintesi: “eccezionale”, “molto più riuscito de La classe”, “il più bel film che ho visto quest’anno”, “falso e pretenzioso”.
Uhm, 3-1.
Non mi resta che vederlo e… 😉
Un film che va rivisto. L’ho rivisto ieri, e il secondo impatto dice molto più del film di quanto non faccia una prima visione. Sì, effettivamente era “troppo”, ma quel “troppo”, per una volta, mi aveva emozionato. Nel rivederlo, nel sapere dove già andava a parere, mi ha fatto apparire il film come un unico ammasso di tristezze volte a deprimere o intristire. Ammetto che la prima volta ce l’aveva fatta, la seconda – invece – me l’ha fatto apparire fin troppo vuoto.
Io, a freddo (anche perché mi guardo bene dal rivederlo), ribadisco ad oltranza: un film fasullo. Troppo fasullo.
Eh, vabbè, zio, ma tu sei la meta, io sono quello che arranca per arrivare ad inizio del percorso: devi darmi del tempo. 😀
Credo che l’obiettivo fosse dare un pugno ben assestato allo stomaco dello spettatore, mostrando il degrado sociale e una visione tragica e scarsamente ottimista della vita dell’uomo, condannato a suo modo a soffrire e a vivere un’eterna vita di dolore e miseria.
Non credo affatto che il regista volesse apparire pretenzioso e con una retorica del tutto fine a se stessa. Per quello citerei ben altri registi che mirano a fare dei loro film mera retorica intellettuale, opere chiuse in loro stesse e volutamente accessibili a pochi. Mi viene da pensare a Bergman su due piedi. A qualcuno più recente, Sorrentino. Ecco, quello sì che è cinema pretenzioso e retorico.