Recensione su Brisby e il segreto di NIMH

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Brisby e il segreto di NIMH
Regia:

Gran debutto davvero / 4 Aprile 2017 in Brisby e il segreto di NIMH

Il bravo Don Bluth esordisce alla regia di un lungometraggio animato con questo film che non avevo mai visto e che devo dire mi ha sorpreso davvero in positivo, fatta eccezione per una cosa di cui parlerà dopo. Protagonista è la signora Brisby appunto, topolina che, rimasta vedova, deve provvedere ai suoi figli, uno dei quali ha la polmonite. Oltretutto, devono vedersela con un oggetto normale per l’uomo, ma inevitabile nemico per dei topi, un aratro, che distruggerebbe la loro casa. La signora Brisby quindi incomincia un viaggio nel quale conoscerà diversi personaggi (di ogni tipo, dal corvo mezzo matto Geremia che fa versi stile Sanchini mentre commenta la MotoGP ad altri ben più sinistri) e troverà, grazie ai ratti -molto temuti dai topi, in realtà validi alleati, o forse non tutti- un aiuto per spostare la sua abitazione. Questo film è particolare, perché c’è una forte tinta dark che si percepisce attraverso quasi tutto il film (con tanto di menzioni alla morte e morti effettive, scene che colpiscono, così come il modo in cui sono stati disegnati determinati personaggi, vedi il capo dei ratti Nicodemo) che veramente dà quel che in più al tutto e fa già capire il talento del buon Bluth. Unica scelta che non mi è piaciuta, il fatto di voler sempre sparlare della sperimentazione sugli animali (sì, è per questo che i ratti sono intelligenti), è anche vero che è un film del 1982 ma tanta gente purtroppo ancora oggi è convinta che si sperimenti tanto per divertimento e violenza. Apparte questa cosa insomma, non ci deve lamentare, perché nella sua breve durata ha davvero tutto quello che serve per essere davvero un gioiellino. La carriera del regista, dopo questo debutto con la MGM/UA continuerà ancora più prolifica alla Universal, con titoli come Fievel o il mitico Alla Ricerca della Valle Incantata.

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