Recensione su Silence

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. / 26 Gennaio 2017 in Silence

Silence è un filmone di 2 ore e 40 che, come primissima cosa, sicuramente necessitava di ulteriori tagli al montaggio. Non tanto perché mi spaventino i film fiume ma perché una tematica del genere (esportazione delle fede Gesuita in Giappone) spalmata in maniera perfino poco ritmata su quasi 3 ore ammorberebbe chiunque. Tranne che tu si sia ferventi gesuiti, forse in quel caso 3 ore di patemi d’animo potrebbero sembrare interessanti. La tematica, a scanso di equivoci, poteva essere pure affascinante, se solo però avesse meglio messo a confronto le due fedi e le loro ragioni. Il problema è che i momenti di dialogo sono davvero pochi e sono, guarda caso, i più belli e coinvolgenti. Tutto il resto è un ripetersi di torture e momenti disperati e i protagonisti parlano più nella loro testa che con gli altri. Gli attori e in particolare Garfield sono molto bravi e c’è una bella scena ad un certo punto, registicamente parlando. Ma d’altronde Scorsese è Scorsese e tutto il comparto tecnico è perfetto. So che il film era un suo progetto personale che aspettava di fare da 30 anni quindi buon per lui ma sostanzialmente noioso per tutti gli altri.

6 commenti

  1. paolodelventosoest / 27 Gennaio 2017

    Beh “sostanzialmente noioso per TUTTI gli altri” mi sembra un tantino esagerato.
    Sinceramente, non capisco questa presa di posizione sulla storia. Perchè dovrebbe interessare solo ai “ferventi gesuiti”? Il Signore degli Anelli interessa solo ai ferventi hobbit? Taxi driver solo agli psicopatici tassisti?

    • Alice* / 27 Gennaio 2017

      Certamente non intendevo tutti in maniera letterale 🙂 Quel che intendevo è che un film incentrato su questa tematica e gestito com’è gestito, è meno alla portata di un pubblico vasto e variegato, sia per il tono poco Scorsesiano sia appunto per il soggetto. Immaginavo che per chi crede o ha comunque un certo trasporto per le tematiche spirituali, fede e perdita di fede, potesse essere più coinvolgente che per chi, come me, non crede in nulla.
      L’ipotesi era anche che un diverso modo di raccontare la storia avrebbe avuto più presa, infatti lodavo i pochi momenti dialogici, molto più pungenti delle preghiere di Garfield.
      Semplice parete personale 😉

      • paolodelventosoest / 27 Gennaio 2017

        Certo che è un parere personale, solo ti consiglierei di non vedere certi film ideologicamente. Io sono credente e ti assicuro che considero capolavori anche i capisaldi del cinema più ateo, se sono grandi film. Il cinema è arte e come tale andrebbe preservata dalle letture ideologiche, in un senso e nell’altro.

        • Alice* / 27 Gennaio 2017

          Accetto il consiglio, ma non penso di averlo fatto. Considero The Tree of Life di Malick un capolavoro e la tematica non è così diversa 🙂

          • paolodelventosoest / 27 Gennaio 2017

            Scusa se mi permetto di puntualizzare ancora (del resto non lo farei, se non conoscessi l’onestà intellettuale dell’interlocutore, che non ti nego assolutamente). The Tree of Life è piaciuto moltissimo anche a me – che pure pensavo di non amare Malick – ma affronta il tema spiritualità con una visione panteistica, universale, dalla pianta al dinosauro, dal cielo stellato all’amore famigliare. In Silence tutto converge e si restringe nell’infinitesimo delle piccole croci, in una fede che si spegne lentamente come una fiammella. In Tree of Life è concessa una visione abnorme, smodata, cosmica di Dio; in Silence no. E forse proprio qui sta il nodo della questione; Silence è una pugnalata inflitta alla religione-verità, ma allo stesso tempo è far partecipare lo spettatore a una crisi identitaria – quella della fede dogmatica – che forse non ha mai conosciuto o approfondito. Forse è questa difficoltà di immedesimazione a fare da polo respingente, ma andrebbe visto controcorrente, sfidando sè stessi. Questo magari non lo dico a te che ormai hai derubricato (legittimamente) il film, ma magari grazie a questo nostro scambio potrebbe essere utile a chi il film deve ancora vederlo.

  2. Alice* / 27 Gennaio 2017

    Sono molto d’accordo con te e la conversazione che sta stimolando è già un gran successo per il film. Quando dici “spiritualità con una visione panteistica, universale, dalla pianta al dinosauro, dal cielo stellato all’amore famigliare” è proprio quello che io cerco da un film che esplora la tematica, mentre la dimensione più personale e piccola del dramma dell’uomo di Silence la seguo con più fatica e, come dici tu, con difficoltà d’immedesimazione. Ciò non toglie che un giorno vorrò rivederlo 🙂

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