Recensione su Giù al Nord

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Giù al Nord
Regia:

17 Febbraio 2011

Bella commedia, molto divertente, come solo il cinema francese sa fare: con ironia e delicatezza, senza scadere nel volgare. La trama gira attorno al trasferimento di Philippe, direttore di un ufficio postale in Provenza, a Bergues, nel Nord-Pas de Calais, considerato dai francesi un luogo buio, freddo, piovoso e abitato da gente strana; gli abitanti parlano lo Ch’timi, uno spiazzante dialetto in cui la s suona sc, mentre toi e moi diventano ti e mi, dando origine ad incomprensioni surreali ed esilaranti equivoci. Diciamocela tutta: la versione italiana è divertente, ma quella originale dev’essere davvero da ridere a crepapelle; perché il doppiaggio ha dovuto tradurre lo Ch’timi in una lingua inventata, mentre nella realtà si tratta di un vero idioma.
I luoghi comuni – rovesci di pioggia, brume perenni, strade deserte all’imbrunire, formaggi puzzolenti, zero mondanità e una popolazione di cupi villici e mezzi ubriaconi – fanno da sfondo ad una storia che tratta i temi spinosi del pregiudizio e del diverso; ovviamente è una commedia, quindi si sa già che la situazione finale sarà ribaltata… E così, oggi, Bergues è diventata, da cittadina ignorata, meta di turisti in cerca di scorci suggestivi e buona cucina.

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