Recensione su Furiosa: A Mad Max Saga

/ 20237.423 voti

La storia di Furiosa / 27 Maggio 2024 in Furiosa: A Mad Max Saga

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

(Riflessioni e sproloqui sparsi)

Il film-prequel incentrato su Furiosa mi è piaciuto e mi ha divertito, ma ricordo benissimo che, quando uscii (dalla stessa sala!) dalla proiezione di Fury Road, ero così fomentata che, alla guida della mia vecchia Vespa (che non sfigurerebbe, in mezzo ai veicoli post-apocalittici del film), mi sentivo una valchiria. In mezzo al traffico notturno, continuavo a ripetere: “Valhalla! Oh, che giornata! Che splendida giornata”.
Questa volta, no.
E perché?

Forse, perché (e, dal punto di vista dell’esperienza cinematografica, non è un bene, eh), in cuor mio, è maturata la sensazione che un “racconto delle origini” sia già ben apparecchiato da quanto visto in precedenza e che un film come questo, a fronte di tutto il suo indubbio potere visivo e narrativo, abbia (perlomeno, in me) un impatto minore. Cioè, per gran parte del film non ho fatto altro che aspettare il momento in cui avrei saputo come e perché Furiosa sia dotata di braccio meccanico, come e perché si sia imbattuta in Immortan Joe, e così via. Ma, appresi questi dettagli, mi sa che un po’ poco mi è rimasto, a livello emotivo. Furiosa è “solo” una continua aspettativa e (nella mia testa) un costante confronto tra Furiosa-giovane e Furiosa-matura (cosa c’è dell’una nell’altra, e viceversa?), e basta.

Insomma, posto che Miller abbia fatto un altro dei suoi film con tutti gli stupefacenti crismi, penso che Furiosa non fosse davvero necessario. Questo titolo ha ampliato (in senso mitologico) i confini e la materia della saga di Mad Max, ma, a posteriori, mi sembra che non sia un impegno richiesto.
Miller ha spiegato che, ai tempi di Fury Road, aveva già scritto la storia di Furiosa, perché, per lui, era stato necessario immaginare una “vita precedente” di tutti i personaggi del film, per renderli credibili, a sé, alla troupe, al cast artistico, al pubblico. La trovo una cosa fantastica, stimolante, divertente. Per dire, è un “esercizio” che fa anche Quentin Tarantino, con i personaggi dei suoi lavori. Immaginare quel che sullo schermo non viene mostrato: bellissimo.

Ecco, allora, (a seguire, una domanda che suona retorica, lo so) perché Miller ha voluto mostrare la storia di Furiosa? Per carità, mi sa che, oltre a faticare un bel po’, si sia anche -lecitamente – divertito (e farà anche dei gran soldi). Ma perché, a dispetto del dinamismo del film, Miller ha rallentato la corsa di Mad Max?
Fury Road è stato uno spettacolare reboot: un nuovo capitolo che, forse, è intermedio rispetto alla trilogia originale, forse no; un nuovo film che dà un respiro inatteso a una storia che sembrava già scritta e conclusa; una nuova storia che introduce temi e personaggi capaci di essere davvero autonomi.
Invece, Furiosa dipende necessariamente da Fury Road (il che, per me, in questo senso, non è un bene), dalla somiglianza o meno di Anya Taylor Joy con Charlize Theron, dalla continuità narrativa (a un certo punto, per un attimo, si vede anche Max accanto alla Interceptor! Ma non è né Mel Gibson, né Tom Hardy, bensì è Jacob Tomuri, il coordinatore degli stuntmen), ecc.
Forse, il personaggio di Furiosa darà vita a un filone parallelo della saga (in realtà, lo dubito, ma mai dire mai). Però, allora, ne aspetto uno anche sul Pretoriano Jack interpretato da Tom Burke. E così via.

Miei sproloqui a parte, Furiosa è un film travolgente, pienamente mad max-iano nell’ “esposizione”, traboccante di invenzioni visive, che non lascia un attimo di tregua allo spettatore (in sincerità, non mi sono accorta dei suoi 148 minuti di durata).
Di certo, va visto al cinema, senza se e senza ma. E se ne può godere, anche senza conoscere il resto della saga (anzi, a questo punto, penso che andrebbe visto prima di Fury Road, per evitare quanto sopra).

Nota: nei titoli di coda, in mezzo al delirante elenco di centinaia di persone impegnate nella realizzazione del film, ho beccato almeno due nomi italiani, quelli di Matteo Silvi (trucco) e Luca Vannella (acconciature), che lavorano da molti anni con alcune delle più grandi produzioni cinematografiche italiane e internazionali (per dire, Silvi trucca Chris Hemsworth da quando brandiva il martello di Thor in Infinity War).

(Sette stelline e mezza)

Lascia un commento