Recensione su Tirate sul pianista

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19 Marzo 2013

Probabilmente, in questo caso, soffro di soggezione nei confronti di Truffaut, ma confesso che ho grosse difficoltà ad attribuire un voto a questa pellicola: la storia mi ha intrigata molto, le scelte tecniche altrettanto (tra l’altro, curiosissimi i due originali inserti-lente: il primo ritrae il titolare del bar in tre momenti cronologicamente diversi; il secondo è quello della madre di uno degli inseguitori che cade morta stecchita, quando il figlio giura il falso sulla sua vita), ma -forse complice la legnosità di Aznavour- non ho provato alcuna empatia nei confronti del protagonista e della sua vicenda.

3 commenti

  1. paolodelventosoest / 24 Aprile 2015

    Sono abbastanza d’accordo sulla legnosità di Aznavour. In generale i film di Truffaut mi danno una sgradevole sensazione di rapidità nelle sequenze. Ciò nonostante affiorano qua e là, innegabilmente, un buon numero di idee geniali.

    • Stefania / 24 Aprile 2015

      @paolodelventosoest: dipende dai film, direi. In alcuni, il veloce susseguirsi dei “quadri” è sensibilmente più evidente (ora, mi viene in mente Adele H.), in altri c’è, ma è più sfumato. In entrambi i casi o in quelli intermedi, comunque, non mi disturba: lo trovo particolarmente congeniale alla narrazione, una peculiarità caratteriale, diciamo.

  2. paolodelventosoest / 24 Aprile 2015

    Sicuramente non è una forzatura espressiva, su questo non ci piove. E’ il suo linguaggio cinematografico naturale, un po’ come la lingua francese con quei ron-ron in rapida sequenza 🙂

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