Signs

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Signs

Misteriose forme circolari vengono ritrovate nei campi di granturco della fattoria Graham, in Pennsylvania, senza che vi sia alcuna traccia del passaggio dei responsabili. Quando inizia ad affacciarsi l'ipotesi dell'origine aliena dei cerchi, il capofamiglia, un pastore protestante in crisi di fede, resta scettico.
icarus ha scritto questa trama

Titolo Originale: Signs
Attori principali: Mel Gibson, Joaquin Phoenix, Rory Culkin, Abigail Breslin, Cherry Jones, M. Night Shyamalan, Patricia Kalember, Ted Sutton, Merritt Wever, Lanny Flaherty, Marion McCorry, Michael Showalter, Kevin Pires, Clifford David, Rhonda Overby, Greg Wood, Paul L. Nolan, Ukee Washington, Babita Hariani, Adam Way, Angela Eckert, Jose L. Rodriguez, Paul Wilson, Thomas Griffin, Derek Mears, Chuck Pressler, Mostra tutti

Regia: M. Night Shyamalan
Sceneggiatura/Autore: M. Night Shyamalan
Colonna sonora: James Newton Howard
Fotografia: Tak Fujimoto
Costumi: Ann Roth, Amy Andrews
Produttore: M. Night Shyamalan, Sam Mercer, Frank Marshall, Kathleen Kennedy
Produzione: Usa
Genere: Thriller, Fantascienza
Durata: 106 minuti

Dove vedere in streaming Signs

La guerra dei mondi di Shyamalan / 13 Maggio 2019 in Signs

Rivedo questo film dopo taaanti anni, forte dei lavori successivi di Shyamalan e di (mie) nuove esperienze cinematografiche, nel tentativo di afferrare ciò che, in prima battuta, potevo essermi persa.
E confesso di aver rivalutato in positivo il film, che ricordavo scalcinato e senza costrutto.

Si tratta di un esercizio edonistico dell’autore, è indubbio. Certe inquadrature, certi movimenti di macchina… è puro compiacimento che strizza l’occhio agli amanti del vecchio cinema d’atmosfera. Shyamalan si diverte a citare Hitchcock (per esempio) fin dai titoli di testa, con le musiche di James Newton Howard che ricordano prepotentemente certi classici del thriller (e si ritaglia il consueto cameo, dando puntualmente prova di non essere granché come attore).
Credo che alcune scelte stilistiche ed estetiche non esulino neppure da una certa influenza spielberg-iana. Ed è curioso pensare che questo film che ricorda molto La guerra dei mondi di H.G. Wells preceda di poco l’adattamento cinematografico del romanzo a opera di Spielberg (2005), in cui ci sono molti dei temi affrontati qui da Shyamalan, in primis il recupero degli affetti famigliari.

Perché Signs non è un horror propriamente detto: usa il pretesto orrorifico e fantascientifico di ogni buon b-movie sull’home invasion aliena per parlare di paure ben più elementari, come quelle della Morte e del Dolore.

Il film zoppica qui e là, difetta nella rappresentazione del “mostro” e non può neppure contare su buone interpretazioni di Mel Gibson e Joaquin Phoenix, nonostante si tratti di attori navigati (all’epoca, Phoenix era ancora molto giovane, ma non era un debuttante). I bambini sono abbastanza improbabili (come è giusto che siano in questo contesto, direi): Rory Culkin risulta antipatico e la (very) little miss sunshine Abigail Breslin fa tenerezza.
Però, Signs intrattiene quanto basta e fila via che è un piacere, senza fronzoli inutili.

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4 Settembre 2017 in Signs

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Rivisto questo film dopo tanti anni e devo dire che un pò l’ho rivalutato ma per me rimane, purtroppo, sempre uno tra i film meno riusciti del regista indiano, l’atmosfera è come sempre magnifica, ci ho visto un omaggio ai vecchi film di fantascienza anni’70 dove la paura nasce dal buio, mormorii e passi e da ombre riflesse, un’atmosfera piena di tensione(Shamalyan poi è un maestro nel saperla creare) e di inquietudine, ciò che trovo ancora, purtroppo, insufficiente è la sceneggiatura, Shamalyan mescola la fantascienza con il dramma della morte, della perdita e dell’immenso dolore che si prova ma onestamente ho trovato tutto un pò forzato.
Il finale anche continua a non piacermi, il fatto di aver mostrato l’alieno per me ha rovinato tutta la buona tensione che si era creata fino a quel momento ed è un peccato per uno come Shamalyan che ti sa tirare fuori dal cilindro delle magnifiche chiusure.
Devo invece ricredermi sulle interpretazioni degli attori, rivedendoli sono riuscita a rivalutarli un pò tutti quanti, in particolar modo Mel Gibson nel suo sofferto ruolo di padre di famiglia distrutto dal dolore e di religioso che ha perso per sempre la sua fede.
Le musiche di Howard lo rendono ancor più un film suggestivo, la fotografia è magnifica, peccato per le pecche di sceneggiatura e per un finale che trovo tuttora pacchiano, altrimenti sarebbe stato davvero un ottimo film.

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Bel film / 8 Aprile 2016 in Signs

Signs non passerà alla storia come uno dei migliori film di sempre, ma è sicuramente un prodotto estremamente interessante. La storia è piuttosto semplice, ma non per questo scontata o noiosa, anzi. Mel Gibson e Joaquin Phoenix sono l’arma in più di questo film, soprattutto il secondo, veramente perfetti. Bello anche il fatto che praticamente non si vede mai (o quasi) il nemico, aumentando di molto la tensione. In conclusione, un lavoro non esente da difetti ma ben confezionato. Poi Shyamalan purtroppo avrà modo di peggiorare

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Palafitta is the way / 1 Aprile 2013 in Signs

Avete presente l’intelligenza, l’acume e la razionalità? Non li troverete in questo film. Per la regia di M. Night Shyamalan che cura anche la sceneggiatura, cosa di cui si parlerà parecchio più avanti, questa pellicola diretta coi piedi e scritta con gli sfinteri è una noia nella prima parte e un abominio da scomunica papale nella seconda. Registicamente parlando si assiste ad una spiattellata esagerata delle (presunte) abilità registiche del nostro prode Shyamalan, che non avendo un vero e proprio stile non fa altro che riprese a scorrimento a non finire; il punto di vista dello spettatore di questo film è in pratica lo stesso di chi assiste ad un match del Roland Garros: prima destra, poi sinistra, poi destra, poi sinistra, poi ancora destra… Teoricamente parlando servirebbero ad aumentare la tensione, ma vengono utilizzate troppo male e troppo spesso, rendendosi abitudinarie e cozzando contro il loro stesso scopo. Le riprese sono unite a dialoghi senza senso, assolutamente fuori luogo con il resto dell’azione e di un insulsaggine imbarazzante, con i personaggi che talvolta assumono come nocciolo della conversazione un avvenimento o un’opinione debole e inutile. Vedere alla voci “perdere tempo” e “allungare il brodo”, caro Manoj. La sceneggiatura, l’aspetto più spaventoso di Signs (nel senso che fa schifo, non che il film faccia paura), è qualcosa che rasenta l’assurdo e in cui abbiamo, per fare un breve elenco: scelte dei personaggi incomprensibili che li rendono se possibile ancora più idioti; cambi di umore o di pensiero immotivati e ingiustificati; scene senza un senso compiuto e scene senza uno scopo logico ai fini della trama, la quale, dulcis in fundo, ha più buchi di un Emmenthal di tre metri cubi. Una vera perla in negativo è senza dubbio il finale del film, che non posso rivelare per motivi di spoiler (in realtà sì…) ma che costituisce l’acme, l’apoteosi, il non plus ultra, il Nirvana e l’Iperuranio del ritardo mentale di uno sceneggiatore cinematografico e che è esso stesso il motivo per cui il film non starebbe in piedi neanche se fosse sollevato da una gru. Per quanto riguarda gli attori abbiamo uno statico Mel Gibson tutto sguardi-intensi-e-passiamo-alla-cassa, un Joaquin Phoenix con un personaggio rilevante e memorabile come Mario Rossi al raduno “Quelli che si chiamano Mario Rossi” e due bambini (Abigail Breslin e Culkin junior) che sono rispettivamente una piattola irritante e un inutile zombie senza espressioni (almeno Gibson ne ha una). Imbarazzante.

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9 Gennaio 2013 in Signs

Mi sono fatta convincere a vedere quello che consideravo un film che mi avrebbe inquietata, data la mia antipatia per i film horror…
Niente di tutto ciò. Il film è semplice nel suo impianto narrativo; gioca solo con le aspettative dello spettatore e come finora ho avuto modo di notare nei film di M. Night Shyamalan, si tratta sempre di suggestione e/o creature davvero presenti e visibili per 10 secondi alla fine del film, con un CGI mai troppo buona, e un impatto che scaturisce perlopiù dall’atmosfera precedente che il regista sa creare.
Bravini gli attori ( Mel Gibson, Joaquin Phoenix…) e carina la OST, ma “The Village” e “Lady in The Water” rimangono per me esempi più meritevoli della buonissima capacità direttiva del regista.

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