23 Recensioni su

Stranger Things

/ 20168.1649 voti

Non ci sono parole per descrivere… c è da vederlo e basta / 17 Agosto 2021 in Stranger Things

Veloce a vederlo

Ah…gli anni 80… / 9 Novembre 2020 in Stranger Things

Il ritorno degli anni 80… basterebbe solo questo per avere un motivo valido nel guardare Stranger Things, ma c’è molto di più. La serie vanta un notevole cast, con Wynona Ryder tornata alla grande, un mitico David Harbour, e diverse belle scoperte come Millie Bobby Brown, Natalia Dyer e Joe Keery. La trama è molto affascinante quanto semplice, una dimensione parallela, mostri, una ragazzina che ha dei poteri insoliti, e una incredibile alleanza adulti ragazzini nel susseguirsi degli eventi. Tanti punti di forza ne hanno determinato il successo, ossia l’atmosfera perfettamente ricreata degli anni 80, il ritmo che è sempre in crescendo ogni stagione ed i personaggi ben scritti e ognuno affascinante a suo modo. La serie funziona davvero bene, la fotografia anche è notevole, la colonna sonora degna dell’epoca, la sceneggiatura è ben fatta e la suspense e i colpi di scena non mancano mai. Ingredienti fondamentali per una serie TV del genere. Netflix continua a sorprendere, peccato che questi livelli alti delle sue serie TV non siano costanti anche nel reparto film, ma questa è un’altra storia.

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da vedere / 24 Ottobre 2020 in Stranger Things

Da vedere anche per i non amanti del genere

. / 5 Aprile 2020 in Stranger Things

Molto coinvolgente, ti tiene sulla suspense per tutta la serie!

Stranger Things: Una serie televisiva su Netflix che sicuramente non ti fa star seduto tranquillo sul divano di casa! / 20 Novembre 2019 in Stranger Things

Ambientata negli anni ’80, è una storia incentrata su strani e misteriosi eventi che accadono a Hawkins, una remota e tranquilla cittadina dell’indiana, legati alla sparizione di un bambino, Will, e alla quasi contemporanea comparsa di una bambina dall’aria spaventata e dai capelli rasati, Undici, dotata di poteri telecinetici e fuggita da un laboratorio segreto.
Undici scappando dal laboratorio incontra tre ragazzini, amici del piccolo Will: Mike, Dustin e Lucas che stanno cercando anche loro tracce del fidato e migliore amico svanito nel nulla. Undici a quel punto crea un legame davvero speciale con Mike, il quale la nasconde a casa sua.
Undici sembra essere a conoscenza della sorte del piccolo Will e aiuta i ragazzi a cercarlo spiegando loro dove effettivamente sia finito il loro amico.
Tutti gli eventi che accadono nella cittadina da quel momento, sembrano tutti essere connessi al “sottosopra”, un’oscura dimensione parallela al mondo reale, popolata di una creatura mostruosa e molto pericolosa.
Il personaggio che ho amato tantissimo, il mio preferito in assoluto è stato Dustin (interpretato da Gaten Matarazzo), simpatico, divertente, che suscita tenerezza e spesso ripetevo “Lo voglio” come un fratellino o un figlio!
Lui con Mike (Finn Wolfhard), Lucas (Caleb McLaughlin) e Will (Noah Schapp) sono amici veri, che amano i super eroi, considerati dai bulletti della scuola “Sfigati” quindi sempre percossi e bullizzati, ma si unisce a loro anche la “bambina stramba”, Undici (Millie Bobby Brown) che fin dalla prima scena appare come una bambina scappata da un campo di concentramento: capelli rasati, sporca, con addosso solo una vestaglia e con un tatuaggio sul braccio che la identifica, appunto 11.
Anche Joyce Byers (Winona Ryder) mi è piaciuta tantissimo come personaggio! La mamma di Will, una donna forte, coraggiosa, affettuosa, sensibile che fa di tutto per dimostrare di avere ragione e che suo figlio non è morto ma che comunica con lei… purtroppo all’inizio non è creduta e quasi presa per pazza ma lo sceriffo Jim Hopper (David Harbour) un tipo scorbutico ma allo stesso tempo molto “protettivo” nei confronti di Joyce e non l’abbandona, anzi, le sta molto vicino e soprattutto le crede e costata di persona che non è pazza ma che qualcosa di strano sta succedendo in città…
Ci sono poi altri due personaggi legati alla vicenda e che insieme scoprono l’esistenza del “Sottosopra” e sono Nancy Wheeler ( Natalia Dyer) la sorella di Mike e Jonathan Byer ( Charlie Heaton) il figlio di Joyce e il fratello maggiore di Will. Jonathan non mi dispiace come personaggio e anche Nancy alla fine ( nei primi episodi proprio non la sopportavo) si è dimostrata bella tosta, forte e determinata!
Sono davvero tanti i temi presenti all’interno di questa prima stagione di Stranger Things, tra cui spicca l’amicizia, la paura, il mistero, la fantascienza, tema che sinceramente non mi fa impazzire ma che anche se non amante di questo genere, mi ha saputo coinvolgere e affascinare nel mistero che aleggia per tutti gli episodi della serie.
Tutto poi è stato curato nei minimi dettagli, dalla recitazione alla caratterizzazione dei personaggi, all’ambientazione, all’atmosfera anni ’80, alla grafica, agli effetti speciali, ai costumi e anche alla colonna sonora che accompagna ogni singolo momento e avvenimento.
Stranger Things è una serie televisiva che mi è piaciuta tantissimo perché ogni episodio, ha saputo coinvolgermi, suscitandomi emozioni come paura, angoscia, ansia e anche divertimento. Tutti i momenti con Dustin sono fantastici e ho adorato questo personaggio in modo assoluto, l’ho trovato simpatico, divertente, tenero e dolcissimo.
Vicende che ti portano poi a un finale che ti lascia con un punto di domanda e che non ti fa altro che dire “devo guardare al più presto la seconda stagione” e lo farò quanto prima per vedere cosa succederà a Dustin e ai suoi amici.
Stranger Things è una serie televisiva che merita di essere vista e spero che anche le prossime stagioni mi entusiasmino come la prima! Lo scopriremo solo guardandole!

Recensione nel blog: https://danyshobbies.blogspot.com/2019/11/stranger-things-i-stagione-recensione.html

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Voto 6,5 / 16 Luglio 2019 in Stranger Things

Bella, ma non tutto questo capolavoro…

STRAORDINARIO / 4 Maggio 2019 in Stranger Things

un trasporto unico. l’ho visto 2 volte a distannza di un anno, la passione è rimasta la stessa. lo consiglio “3000” anche a chi fa fatica a estranearsi dalla realtà, il viaggio è garantito !

serie wow / 18 Aprile 2019 in Stranger Things

Avrò rivisto questa serie almeno una quindicina di volta dall’inizio alla fine, perchè la storia è cosi intrigante che non mi ha mai annoiata. Non metto 10 stelle per il semplice motivo che le stagioni escono troppo distaccate di tempo, nel senso che c’è troppa attesa in ballo.

. / 31 Marzo 2019 in Stranger Things

Bellissima serie TV, mi ha tenuto incollata al computer. Forse avrei sviluppato la storia in modo diverso, allungando la vicenda della prima stagione in modo tale che prendesse anche una parte o tutta la seconda. La vicenda della seconda stagione, al contrario, l’ho trovata più vicina al fantasy che alla fantascienza e non mi ha convinto particolarmente. Comunque ho apprezzato l’analisi dei personaggi che vengono approfonditi nella S2, la quale aiuta anche gli altri due protagonisti a prendersi lo spazio che nella S1 era stato occupato interamente da Mike. La S2 ha dato quel po’ di spessore psicologico che serviva. Mi sono piaciuti tantissimo i temi trattati: la famiglia in primis, con le figure delle madri che lottano con le unghie e con i denti per i propri figli, anche a costo di diventare matte. Stranger things riesce allo stesso tempo a raccontare un’avventura incredibile e ad addentrarsi, senza risultare banale, nel mondo degli adolescenti, con un bellissimo scenario anni ’80.

Assolutamente inutile la ragazzina che entra nel gruppo nella seconda stagione e ancor più inutile quel cretino di suo fratello. Se l’hanno inserita per mostrare quanto in amicizia sia semplice cadere nella gelosia hanno sbagliato, perché il tema era stato già affrontato nella S1 con l’arrivo di Eleven e le tensioni tra Mike e Lucas.

Per la terza stagione non ho grandi aspettative, la serie poteva terminare anche qui.

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Nostalgia Canaglia / 20 Settembre 2018 in Stranger Things

Noia. Ecco come potrei descrivere questa serie, il nulla cosmico condito da atmosfere anni ’80 e da una ragazzina che richiama la giovane Portman ( di V per Vendetta e di Leon).
Una serie che per prendere quel gruppo di ragazzi nostalgici della loro infanzia spensierata, e quindi dei film del sabato pomeriggio;
hanno schiaffato dentro tutti i peggio clichè di quel periodo:ragazzi nerd bullizati che scoprono qualcosa, il mostro ecc aggiungendo pure la sua attrice simbolo: Winona Rider riemersa da Edward Mani di forbice.
Un misto fra i goonnies IT e forse E.T. Tante idee e nessuna originale, confezionato bene ma senza cuore.
Richiamo agli anni 80-90 fastidioso e continuo, ho provato veramente fatica nel vedere la serie e nel finire le puntate visto quanto sono molesti i personaggi (a parte i ragazzini)sono sempre più convinta che le serie dell’HB0 siano di gran lunga migliori di quelle proposte da netflix.
Non è una serie da 5 ma il mio voto è così basso visto la grande aspettativa e l’isteria collettiva verso questa serie mediocre, voglio essere proprio cattiva.

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Palla di fuoco sul Demogorgone / 28 Luglio 2018 in Stranger Things

Imperdibile miscellanea di concetti, idee e ricordi dei primi anni ’80. La prima serie in particolare è un succedersi di richiami cinematografici, ludici, fumettistici, associati ad una regia che fa l’occhiolino ai film della “Amblin” e ai suoi cast adolescenziali. La costruzione del cast e dell’immaginario della serie è ben sintetizzata, ad esempio, dalla frase finale di Stand by Me, altra fonte evidente degli autori (“I never had any friends later on like the ones I had when I was twelve. Jesus, does anyone?”), il tutto condito da fantasy ludico e fantascienza Cronemberghiana.
Per quanto riguarda la tenuta nel corso del tempo, la prima stagione è un prodotto completo e sostanzialmente autoconclusivo, la seconda invece, pur mantenendo a grandi linee fede alle premesse della prima, soffre di una leggera ripetitività della sceneggiatura. Il bilancio complessivo è comunque decisamente positivo, rendendo la serie un prodotto innovativo e vintage al contempo.

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Straconsigliato! / 1 Maggio 2018 in Stranger Things

Dò un 10 a questo splendido serial di cui ho solo visto la prima stagione; é stato fantastico per me ritrovare le atmosfere di ET mischiate con reminiscenze alla Stand-By-Me ed IT… La storia é coinvolgente, l’ambientazione affascinante, la recitazione é superba… tutti gli ingredienti per passare del tempo speso bene.
Straconsigliato.

Del tutto tubolare / 16 Gennaio 2018 in Stranger Things

Come il modo di dire anni ’70, serie spettacolare, attori ottimi, personaggi ai quali è impossibile non affezionarsi, trama perfetta, ho visto tantissime serie tra le più rinomate, ma penso proprio che questa stia al di sopra di tutte nella mia personale scaletta???

Innovativo pur essendo di altri tempo / 14 Dicembre 2017 in Stranger Things

Un film che emana una tipologia di gioventù ormai scomparsa, le ambientazioni sono curate nei minimi particolari, così come la colonna sonora e la sceneggiatura.

Film “diluito”? / 11 Dicembre 2017 in Stranger Things

Partendo dal presupposto che mi è piaciuto, che lo trovo ben realizzato, mi rimane la sensazione che la trama poteva benissimo essere sintetizzata in un film, e che quindi gli avvenimenti siano un po’ diliuiti per poterne fare 8 episodi.
Non penso guaderò la seconda serie

5 Novembre 2017 in Stranger Things

Trovo molto difficile definire Stranger Things con una sola parola o aggettivo, perché c’è più di una cosa da dire su questa serie TV. Si respirano gli anni ’80 a fior di pelle, dai titoli di testa alla colonna sonora per poi passare attraverso elementi quali il cabinato di “Dig Dug” o quel lato ingenuo e avventuroso che contraddistingue i quattro piccoli protagonisti e che è indubbiamente debitore di pellicole come “I Goonies” o “It”. Allora si potrebbe facilmente etichettarla come una “serie per nerd”, per il fatto che usi il fattore “nostalgia canaglia” come uno dei suoi punti di forza.

Da vedere assolutamente, anche se non si è appassionati del genere.

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Una serie vintage / 17 Gennaio 2017 in Stranger Things

L’ho vista sull’onda del passaparola, doveva essere la serie dell’anno. Sono rimasto deluso.
La serie è ambientata negli anni 80 e l’ambientazione è il suo punto di forza. Non solo cura dei particolari (poster, slang, oggetti) ma anche lo stile con cui è girata ogni singola scena trasuda anni 80, nei tempi che la macchina da presa si prende per spiare le reazioni emotive dei personaggi, nella fotografia con i campi lungi, ogni scena ha quello spessore tipico degli anni 80.
Anche a livello di scrittura la serie è fedele a quell’immaginario. Forse troppo. La storia è un mix tra E.T., i Goonies e un libro di Stephen King. Non che siano ingredienti malvagi, ma ad oggi sono scaduti.
Non aspettatevi novità o colpi di scena. Già dopo 2 episodi si capisce come si svilupperà la storia e infatti non ci saranno sorprese.
Personalmente credo sia piaciuta così tanto perchè si rivolge ad un pubblico che negli 80 era bambino/adolescente e per forza di cose prova un inevitabile piacere a ritrovarsi immerso in quel mondo. Manca però quell’affezione alla trama che una serie tv dovrebbe comunque dare. Ne è la prova la totale mancanza di hype che il pubblico che ha adorato la prima stagione ha per la seconda: nonostante il finale sia aperto, c’è la sensazione che la storia sia compiuta, che la serie abbia comunque portato a casa il suo obiettivo. Perchè in fondo non ci interessa sentire una storia che già conosciamo e il magone nostalgico lo abbiamo già elaborato.

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Ok stag 1 e 2 , da dimenticare 3 e 4 / 16 Gennaio 2017 in Stranger Things

Un gustoso frullato fra I Goonies , Stand by Me e X files .
Mai noioso , senza cmq inventare niente di che a livello di trama.
Speriamo che si mantenga così anche la seconda stagione

UPGRADE dopo la 3 stagione:
Crollo clamoroso , passo da 8 a 7
La serie è stata troppo bombardata da aspettative , pubblicità, promozioni e quant’altro. Il risultato:è diventata la parodia di se stessa, salvo soltanto l’ultima puntata.
le prime due , sono un accozzaglia di robe anni 80 messe quasi a caso , infarcite da ridicolaggini e scemenze gratuite.
Ma in generale , tutta la serie ha preso una deriva “sciocchina” e infantile che prima non aveva. Un esempio su tutti, Hopper che è passato da sceriffo ombroso e scontroso a pagliaccio comico-isterico.
Veramente una delusione.

UPGRADE dopo 4 stagione:
passo da 7 a 6
Estenuante. Davvero, estenuante.
Si è “CasaDiCartata”.
C’ho messo SEI sere a finire l’ultima puntata, troppo tirata per le lunghe, come tutta la serie (1h e 20 a puntata! con l’ultima a 2h e mezza)
Non brutta, ma diluita da far schifo, tra personaggi inutili , scene viste 45 volte e dialoghi infiniti che fanno addormentare.
La quinta stagione ve la lascio tutta, io mi fermo qui, la serie ha perso completamente la sua essenza delle prime 2 stagioni.

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Delicata / 12 Settembre 2016 in Stranger Things

Prima stagione
Vista in un we e devo dire che mi è piaciuta molto. Gli 80′ li ho vissuti da post-adolescente e in questa serie ho ritrovato tutto quello che erano gli ottanta e in parte i settanta.
Mi sono ritrovato ad ascoltare gli Jefferson Airplane, i Clash e Peter Gabriel da una parte e i Toto e The Bangles dall’altra; il tema principale è degno di un qualunque film di Carpenter.
I riferimenti cinematografici di quegli anni ci sono tutti (volutamente), Poltergeist, Alien, Stati di allucinazione, i Goonies e Stand by me solo per citarne alcuni.
Ho trovato Winona Ryder fantastica nel suo ruolo di madre, per non parlare dei ragazzini, bravi tutti.
Forse, e dico forse, sarebbe un bene se non esagerassero con tante stagioni.
Che altro dire, se avete vissuto gli 80′, non potete perdervi questa serie.

Seconda stagione
Questa volta ero veramente intenzionato a non fare binge watching, ma l’assenza di mia moglie, e del cane :-), e il ritorno all’ora solare, sembravano dirmi il contrario :-), quindi alle 21:00 di sabato è partita la nuova avventura che si è conclusa dopo circa nove ore, con i gatti affamati che chiedevano la colazione dopo una notte quasi insonne 🙂
Che dire, questa seconda stagione per me va oltre ogni aspettativa.
Questa volta non potevano colpirmi l’ambientazione, i riferimenti cinematografici e letterari anni ottanta, li avevo già visti e quindi me li aspettavo. No, questa volta ciò che colpisce è l’evoluzione dei personaggi, meglio caraterizzati, è l’evoluzione della storia, essenzialmente finita nella prima stagione. Anche l’introduzione di nuovi personaggi aiuta a non essere ripetitivi, il nuovo “cattivo umano” fa si che il vecchio diventi “buono”, inoltre alcuni personaggi acquistano sicuramente un ruolo più centrale.
Il racconto parallelo su Undi, permette agli autori di uscire da Hawkins e mostrare quindi altri aspetti degli anni ottanta, “la strada” di una grande città.
Non voglio dire nulla sulla storia, ma per alcuni aspetti Hawkins mi ha ricordato Derry (IT) e i mostri mi hanno fatto pensare ai racconti di Lovecraft.
L’entrata in scena di Undi all’ottavo episodio è spettacolare, fa molto Terminator, cosi come quella nel nono, fa molto Grease 🙂
Questa volta, però, il mio plauso va al piccolo Noah Schnapp (“Will”). La sua lenta trasformazione, durante i nove episodi, è degna dei migliori attori adulti.
La colonna sonora resta un importante punto fermo della serie, mentre per la prima volta entra in scena la computer grafica, quasi del tutto assente nella prima stagione.
Il mio voto, senza alcun dubbio, sale a nove 🙂

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Back to the eighties / 23 Agosto 2016 in Stranger Things

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Prima Stagione:
Indubbiamente la serie dell’estate, un bel tuffo negli anni ’80 con la sua angst da Guerra Fredda, il soprannaturale e il consueto accento sull’ inquietudine adolescenziale, con l’assunzione a eroi di un gruppo di ragazzini come in Stand by me, Goonies, E.T. etc. I fratelli Duffer hanno confezionato un prodotto di livello, grazie anche alle interpretazioni della rediviva Wynona Ryder (la Audrey Hepburn degli anni ’80 e ’90), l’ottimo massiccio David Harbour (il mio preferito) e la schiera dei ragazzini dove a mio avviso spiccano il simpatico Gaten Matarazzo (p.s. cercate un po’ in rete la sua splendida voce!) e la star “predestinata” Millie Bobby Brown. Il casting degli young adults mi ha piacevolmente stupito per non aver scelto le solite stereotipiche bellezze, ma aver efficacemente puntato su nuove fisionomie (si vedano l’ossuta Natalia Dyer e la faccia aquilina di Joe Keery). Strepitose le musiche originali al synth di Michael Stein e Kyle Dixon, che incorniciano una gloriosa soundtrack tra Clash, Joy Division, Jefferson Airplane e altri mostri sacri dell’epoca.
Seconda Stagione:
*** SPOILER ***
Confermo anche io le ottime impressioni sulla seconda stagione, che ho concluso ieri sera. La scena finale al ballo secondo me è bellissima, ho trovato molto tenera la coppia improvvisata Dustin/Nancy, una scena di tenerezza che per quanto mi riguarda riesce a rubare la scena alle coppiette Lucas/Max e Mike/Eleven.
I personaggi nuovi più indovinati: Billy, un vero tosto antagonista umano dopo la redenzione di Steve, e ovviamente il dolcissimo Bob ? Per quanto riguarda Max, personaggio interessante ma devono darle un ruolo più marcato in futuro
I “vecchi” personaggi meglio cresciuti: Nessun dubbio, Steve. Simpatico, coraggioso, irrisolto (sia con Nancy che con la dimostrazione di forza, viste quante ne prende da Billy). Direi che anche Will ha avuto una buona evoluzione, evitando il rischio della ripetitività; ora però con la terza stagione non può tornare a essere lui il perno narrativo!
Stalli: il personaggio di Eleven secondo me non è cresciuto particolarmente, per quanto ovviamente le sia stata data centralità e un subplot tutto per lei. Resta bellissima la scena del reincontro con Mike. Anche Mike, Lucas e Dustin restano più o meno ai livelli della stagione precedente.
Regressioni: purtroppo direi il capo Hopper, che nella prima stagione per me è stato il migliore di tutti. Forse era inevitabile scendere un pochino, visto che David Harbour è stato veramente perfetto in s01. Anche Winona Ryder qui è stata decisamente più “decorativa” rispetto la prima stagione, dove dominava le scene con la sua isteria. Scende di interesse anche il personaggio di Nancy, decisamente meno tormentato, così come Jonathan che sembra non uscire mai dal suo guscio.

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La terra di Mezzo di Stranger Things / 12 Agosto 2016 in Stranger Things

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Arrivo un po’ in ritardo a parlare di Stranger Things: tutti hanno detto tutto, o forse troppo. Questa non è la recensione di un esperto di serie televisive, ma di chi ne ha viste abbastanza e alcune anche di buon livello, tanto da permettersi di esprimere quanto meno un commento. I giudizi su Stranger Things si dividono tra chi ne ha sbrodolato le lodi a non finire, sbavando in modo eccessivo come il “demorgogone” presente nelle trama, e chi invece si erge ormai a “bastian contrario” per partito preso, stroncando come non ci fosse un domani, attraverso argomentazioni spesso poco valide o comunque oggettivamente false e distorte, non attinenti. Come spesso capita però la verità sta nel mezzo. Viviamo in un periodo in cui la critica cinematografica in primis e, quasi di conseguenza quella televisiva, perché spesso rappresentata dalle stesse teste, ha perso i confini nella terra del giudizio, perciò ponendosi ad un estremo, o a quello opposto: ergo per cui un’opera o è un capolavoro, o se non lo è, vale 0. Non c’è più la bellissima e necessaria terra di mezzo dei 7 e dei 8, del prodotto buono o ottimo, di quelle opere “non sbagliate”, e già non è poco, impegnate, che nascondono (o dimostrano) quantità importanti di lavoro alle loro spalle, perciò impegnative per lo spettatore ed apprezzabili per il critico (in linea teorica) e che raggiungono un livello di qualità valido, da renderle interessanti, fruibili, e capaci di lasciare un segno. Ecco, il fatto che di Stranger Things se ne sia parlato così tanto è perché un segno l’ha in qualche modo lasciato. Possiamo essere tranquilli allora: la terra di mezzo esiste ancora, si può ancora parlare di un’opera senza osannarla ed incensarla, o senza infangarla a priori.

Superato questo scoglio, possiamo dirlo subito chiaramente: l’ultimo capolavoro seriale sfornato dalla televisione, a mio modesto parere (ma anche quello meno modesto di molti), è stato Breaking Bad (di cui ne scrivevo qualcosa qui); prima di Breaking Bad bisognerebbe risalire fino alle prime tre stagioni di Lost (stendendo un velo pietoso verso le ultime 3): lì c’è stata una rivoluzione, un cambiamento storico nel panorama televisivo, Lost ha stabilito un prima e un dopo, ha inaugurato la serialità moderna, quella tanto vicina al cinema, al suo linguaggio, alle sue attenzioni stilistiche e sintattiche. Tutto quello che vediamo oggi in Tv, in termini di serie televisive, deriva da Lost, è partito con Lost: la cosa paradossale è che a distanza di più 10 anni non si riesce ancora a raggiungere i livelli di Lost, perché non si riesce a seguirne o coglierne l’insegnamento, e la direzione che l’opera di Abrams ha saggiamente tracciato, diventando il metro di paragone fondamentale. Quindi tra Lost e Breaking Bad, e da Breaking Bad ad oggi (considerando quindi solo i post anni 2000) si può parlare di buone o ottime serie Tv ma non di capolavori. La conclusione e la prima asserzione sono pertanto abbastanza semplici: Stranger Things non è un capolavoro, basta accostarlo a queste due sopracitate per rendersene facilmente conto.

Però, detto questo, Stranger Things ha il pregio di riportare alla ribalta tutto un immaginario, quasi abbandonato (anche se il cinema negli ultimi anni, specificamente anche nell’ultimo, con qualche esempio, ha provato a riportare in voga), che ha segnato anche il cinema e la televisione: sono gli anni ’80. Dentro Stranger Things c’è Stephen King (che viene anche citato), e c’è tutto il cinema di quegli anni: Spielberg, Zemeckis, Lucas, Carpenter; ci sono le biciclette alla ET, e c’è la bambina con superpoteri vestita ed arleccata per essere portata nel mondo normale; c’è il gruppo di amici e il viaggio alla ricerca dello “scomparso” alla Stand by me, c’è la “cosa” animalesca tra Jurassic Park e Alien; c’è la scienza che apre a nuovi mondi, che lavora il tempo e lo spazio a suo piacimento, che per raggiungere obiettivi egoistici e malsani fa “danni” irreparabili; c’è il sound elettronico tipico anni ’80, ci sono i giochi di ruolo. Come tuffo in quegli anni allora Stranger Things funziona benissimo, e per i nostalgici appassionati, cresciuti con quelle avventure (come il sottoscritto) non poteva essere più appagante e riuscito. I fratelli Duffer, creatori dell’opera, dimostrano di conoscere la materia in modo impeccabile, ci sono dettagli che solo chi conosce alla perfezione quell’immaginario, chi è cresciuto con quei generi e quei film lì, riesce a cogliere o individuare, altrimenti non si notano. I due non dimostrano questa conoscenza su un piano esclusivamente di contenuti, ma anche, e ben più importante, per quanto riguarda l’approccio stilistico e visivo, di linguaggio: Stranger Things prende in prestito la tecnica e lo stile proprio di quegli anni di cinema e lo fa suo, è un bacino che contiene insieme le attenzioni narrative e la cura della messa in scena spielberghiana, le atmosfere slasher e horror di Carpenter, i movimenti di macchina di Ridley Scott, la commedia strutturata ad hoc di Zemeckis. Se da un lato tutto questo è un pregio, dall’altro lato costituisce anche il maggior difetto di Stranger Things: la serie Tv dei Duffer non riesce a svincolarsi in modo autonomo dall’operazione nostalgica, risultando un po’ fine a se stessa, e priva di originalità e personalità. Ne rimane troppo coinvolta ed invischiata, risultando a volte posticcia e sagomata: quasi come una cover di un pezzo musicale famoso, ben riuscita ma priva di interpretazione artistica e di coraggio, componenti fondamentali per conferirle un taglio suo, unico. Questa personalità si nota a sprazzi, in momenti, in inquadrature, ma non nel suo senso complessivo, e nella sua interezza. Stranger Things ha sequenze esilaranti, e commoventi, altre di impatto emotivo e visivo forte, giocate soprattutto con il montaggio alternato; ha dialoghi acuti e incisivi. È diretta bene, con un ottimo lavoro fotografico, ottima attenzione agli attori, soprattutto nella gestione dei più giovani. Soffre però di quello che soffrono un po’ tutte le serie televisive di questi anni, cioè di una scrittura forte, che sia innanzitutto televisiva e non è una cosa scontata, purtroppo, perché deficitarie di sospensioni narrative ragguardevoli, di suspense, e attesa: sceneggiature piuttosto lineari, non strutturate su più livelli, su più puntate, o più stagioni;scrittura quindi a breve raggio, timorosa, che non osa guardare più avanti, guardare oltre, come dovrebbe fare, o anche, ed ancora meglio, spostarsi in verticale: scavare nelle profondità, o cercare certe altezze di messaggio o contenuto. Insomma fare come la pulce in bilico nella fune, per scoprire un “sottosopra” che avrebbe conferito all’operazione nostalgia un tono diverso, più cupo e misterioso.

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La semplicità paga sempre / 11 Agosto 2016 in Stranger Things

Questa serie mi ha riportata indietro negli anni, le ambientazioni, gli scenari,la volontà di stupire senza necessità di particolari effetti cinematogrtafici.

Revival e qualità / 25 Luglio 2016 in Stranger Things

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Non è chiaro se, visto il suo successo internazionale, Stranger Things diventerà una serie “classica” o antologica (pare che i Duffer Brothers confidino almeno in una seconda stagione), ma, per quel che mi riguarda, nonostante gli spifferi che passano attraverso le porte lasciate aperte dal primo ciclo di episodi, potrebbe efficacemente concludersi qui, non perché si tratti di un prodotto “difettoso”, ma perché, al contrario, è una serie di alta qualità, ben congegnata, ben realizzata, ben articolata e caratterizzata al punto giusto con quel mood anni ’80 che, lo confesso, per me ha rappresentato la fonte di attrazione principale. Insomma, va bene così, buona la prima, sono contenta, oh, era da un bel po’ che non avevo sotto gli occhi qualcosa di così stimolante e divertente (ma non per questo tirerei la corda, con il rischio di esaurire la carica positiva del concept).

Tra gli elementi più interessanti della serie tv, poi, annovero soprattutto la definizione dei personaggi, capaci di crescere ed evolversi in maniera molto interessante nell’arco di soli otto episodi: tutti, dalla sorella perfettina Nancy allo sceriffo Hooper, hanno dimostrato di possedere ampi margini di mutazione ben calibrati in fase di sceneggiatura. Massima simpatia per il terzetto di bambini (splendide facce, le loro) e per Undici/Eleven, fragile e potente come si conviene.

Effetto collaterale: mi è venuta voglia di leggere e/o rileggere un buon libro di Stephen King (il mio primo King, letto a quindici anni, fu The Tommyknockers e, a più riprese, Stranger Things, mi ha fatto provare nostalgia per quel libro che… neppure amai!).

Seconda stagione
La seconda stagione di Stranger Things si è confermata un buon intrattenimento, ma confesso che non mi ha entusiasmato particolarmente.
Sceneggiatura, livello tecnico e interpretativo (a proposito: bravissimo Will/Noah Schnapp) si confermano buoni quanto quelli della prima stagione, ma, giocoforza, nel frattempo, per quel che mi riguarda, si è esaurito il senso della novità. E anche il gioco delle citazioni, per quanto possa fare ancora breccia nel mio cuoricino di sbarba, è sempre più fine a sé stesso.
Fra quelle che mi hanno fatto più sorridere, ci sono Bob/Sean Astin che parla di pirati e croci sulle mappe (evidente richiamo in prima persona ai Goonies) e la salopette di Undici che, per tutto il tempo, mi ha fatto pensare a quell’odiosa di Punky Brewster e… A un certo punto! Sulla sua tv! Non spunta proprio quell’odiosa di Punky Brewster?!? Evvediché non c’è scampo.

Sono rimasta delusa dalla coppia di fratelli-coltelli Mad Max e Billy-che-sembra-Rob-Lowe: introduce temi interessanti (e la scena in cui lui solletica la fantasia della mamma di Mike mi ha proprio divertita), ma si risolve in maniera abbastanza evanescente. Meriterebbe uno sviluppo migliore. Probabilmente, ci sarà, come ci sarà di altri personaggi ancora un po’ irrisolti, ma ho già un principio di orticaria a pensare che di Stranger Things sono previste almeno altre due stagioni. Se la solfa sarà sempre questa (mostro-annientamento temporaneo del pericolo-trova la citazione), temo che potrei essere tentata di mollare la presa.

Ah! Per quanto sia interessante anche la sottotrama legata a Undici, l’episodio dedicato interamente a lei e a Nummero 8 (anche Suburra, mò 😀 ) mi ha annoiata decisamente (ovvio, la mia attenzione era concentrata sulla vicenda di Will: questa puntata lascia in sospeso il filone principale per un intero episodio, argh!).

Confermo comunque il voto assegnato alla prima stagione.

Voto seconda stagione: 8

Terza stagione
Rileggendo il mio commento alla seconda stagione, mi rendo conto di essere stata fin troppo generosa: a ripensarci, Stranger Things 2 è uno scivolone di cui salvo (e ricordo, in effetti) ben poco. Un po’ mi stupisco di aver confermato il bel voto assegnato al primo ciclo di episodi. La riflessione vale, soprattutto, se raffronto la seconda stagione alla terza che, se pure ha i suoi difetti, ha saputo sfruttare meglio e con più coerenza i riferimenti alla pop culture degli anni Ottanta.

Mi hanno divertito molto la squadra formata da Dustin, Steve, la sorella di Lucas e la new entry Robin (la figlia d’arte Maya Hawke) e il personaggio di Murray Bauman (Brett Gelman) che, a suo modo, alimenta la linea comica della serie tv.

La realizzazione di una quarta stagione è una certezza, ma, anche se questo ciclo di puntate non mi è affatto dispiaciuto, spero che Netflix non tiri troppo la corda, esaurendo definitivamente il bel potenziale di una serie che, ormai, è un fenomeno mediatico assodato.

Voto terza stagione: 8

Quarta stagione
[Aggiornamento del 5 luglio 2022]
Circa tre anni dopo la pubblicazione di Stranger Things 3 (e un’emergenza sanitaria di portata globale che, fra le altre cose, ha rallentato la produzione), Netflix ha pubblicato finalmente Stranger Things 4 e, nel frattempo, ha annunciato una quinta stagione e uno spin-off della famosa serie tv.

La stagione, composta da 9 episodi, è stata distribuita divisa in due volumi (fine maggio, inizio luglio). Nonostante qualche lungaggine di troppo (il peccato originale di questo telefilm), il primo blocco di episodi è divertente e pieno di ottimi stimoli (su tutti, per me, il personaggio del metallaro Eddie). Le ultime due puntate sono francamente troppo lunghe (circa 4 ore totali di durata) e sovrabbondano di momenti dilatati senza particolari ragioni.
Personalmente, poi, non amo molto le situazioni di Stranger Things ambientate nel Sottosopra/Upside Down e, qui, ce ne sono a iosa.
Ma tutto fila, i protagonisti sono sempre adorabili (tutti), e la stagione e si conclude con un cliffhanger interessante e qualche linea narrativa da chiudere.

Spero che Stranger Things 5 arrivi presto e porti con sé una conclusione degna delle premesse con cui il progetto è comparso sul mercato dell’intrattenimento.

Voto quarta stagione: 8

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