Recensione su Heart of the Sea - Le origini di Moby Dick

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Heart of the Sea - Le origini di Moby Dick
Regia:

Signore? Signore! / 6 Gennaio 2016 in Heart of the Sea - Le origini di Moby Dick

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Melville se la giringiro offrendo soldi per una storia. Gliela racconta un tizio che sta a casa a sbronzarsi accudito dalla moglie, perché lui ne ha viste, oh quante ne ha viste. Secondo la storia ha 44 anni, ma ne ha viste e male li porta talmente che sembra ne abbia 20 di più. Comunque, gli conta la storia di Owen Chase, imbarcato primo ufficiale su una baleniera con un capitano stupido e figliodipapà a Nantucket (che però pronunciano Nantooooocket) 30 anni prima, nel 1820. A bordo delle baleniere in quegli anni là tutti ci si chiamava Signore, per cui è tutto un fioriloquio (?) di signore qua, cozzi la randa Signore là, vomiti più a lato Signore, ma prego, prima lei Signore. Visto che di balene non se ne trovano e s’ha da riempir la stiva, questi polli vanno a ovest nel Pacifico, e vanno vanno, fino ai banchi estremi. Che di solito son quelli con gli ultimi della classe. Qui di balene ce n’è a catafottere, fiocina tu che fiocino io, arriva un’enorme balena bianca che gli affonda la nave. Capisci che un baleniere quando viene affondato da una balena è contrariato, la dialettica che si era immaginato era l’opposta. Naufragio, nonché disagio, stanno 3 mesi a zonzo sul mare, prima di essere ripescati, più morti che vivi, mangiandosi a vicenda (l’importante è avere le salse), sparandosi spartendosi e poi rimangiandosi, seppellendo asce di guerra e mangiando quello che s’era sparato prima. Ennesima ben condotta assai narrazione (robusto e privo di sorprese, come si suol dire) di Rosso Malpelo ma-ora-son-calvo Howard, anzi narrazione di narrazione, con Thor messo a fare il baleniere, e se già il protagonista ha l’aria sveglia così ed è quello più smart del gruppo figurati gli altri. Poteva solo finire male! (per Odino). Ma i personaggi, grezzi ma da marinai dell’800 non si pretende nemmeno il picco di introspezione psicologica, sono l’equilibrato pretesto per raffigurare il mare, o la natura, per quel che è, ovvero un enorme e inconoscibile e smisurato, che sopporta l’azione dell’uomo ma se si arrabbia ciao. Interessante il lavoro eziologico di risalita, alle origini e bla di Moby Dick, per poter dire “questa è la storia vera da cui Melville ha cavato l’epica bianca americana”, nel mare e nell’epica alla fine vien proprio voglia di un bel tuffo and better do not fuck up with white whales! Questo insegna Howie.

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