6 Recensioni su

Heart of the Sea - Le origini di Moby Dick

/ 20157.0223 voti

Splendide sequenze marine / 23 Febbraio 2018 in Heart of the Sea - Le origini di Moby Dick

Avventura di mare di una certa potenza visiva, grazie alla splendida fotografia di Dod Mantle (scuola europea, particolarmente nordica, e si vede) e alla regia poco virtuosistica ma elegante di Ron Howard. Sua manzità thorreggiante Chris Hemsworth non sarà Gregory Peck, ma qui non sfigura. Il valore aggiunto del film comunque sono le sequenze in mare, con una alternanza indovinata di riprese aeree e subacquee, in un dinamismo dove nemmeno l’usurata tecnica dello schermo gocciolante stona.

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. / 15 Aprile 2016 in Heart of the Sea - Le origini di Moby Dick

Certo che Ron Howard riesce a tirare fuori proprio il meglio da Hemsworth.
Questo è uno dei tanti altri super snobbati dagli Academy, ci stavano almeno otto candidature. Comunque, non è un Oscar che fa un film vincente.
Non è solo effetti speciali come hanno pensato in molti, c’è filosofia dietro e tra le righe una grande critica all’umanità.
Molto bella la fine, in qualche modo sembra che l’uomo si riconcili con la natura, lascia un bel messaggio.
Mi è piaciuto proprio tanto, è stato in aspettato. Bellissimo.

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Un bel film, 7 / 12 Febbraio 2016 in Heart of the Sea - Le origini di Moby Dick

Ben diretto, ben raccontato, avvincente, realistico e artisticamente molto accurato. La storia si sa, e gli ingredienti di questi kolossal sono gli stessi. Ma Ron Howard confeziona un bel blockbuster con ottimi interpreti e una grafica stupenda..
Non sarà un capolavoro, ma un bel lavoro senz’altro. 7.

Signore? Signore! / 6 Gennaio 2016 in Heart of the Sea - Le origini di Moby Dick

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Melville se la giringiro offrendo soldi per una storia. Gliela racconta un tizio che sta a casa a sbronzarsi accudito dalla moglie, perché lui ne ha viste, oh quante ne ha viste. Secondo la storia ha 44 anni, ma ne ha viste e male li porta talmente che sembra ne abbia 20 di più. Comunque, gli conta la storia di Owen Chase, imbarcato primo ufficiale su una baleniera con un capitano stupido e figliodipapà a Nantucket (che però pronunciano Nantooooocket) 30 anni prima, nel 1820. A bordo delle baleniere in quegli anni là tutti ci si chiamava Signore, per cui è tutto un fioriloquio (?) di signore qua, cozzi la randa Signore là, vomiti più a lato Signore, ma prego, prima lei Signore. Visto che di balene non se ne trovano e s’ha da riempir la stiva, questi polli vanno a ovest nel Pacifico, e vanno vanno, fino ai banchi estremi. Che di solito son quelli con gli ultimi della classe. Qui di balene ce n’è a catafottere, fiocina tu che fiocino io, arriva un’enorme balena bianca che gli affonda la nave. Capisci che un baleniere quando viene affondato da una balena è contrariato, la dialettica che si era immaginato era l’opposta. Naufragio, nonché disagio, stanno 3 mesi a zonzo sul mare, prima di essere ripescati, più morti che vivi, mangiandosi a vicenda (l’importante è avere le salse), sparandosi spartendosi e poi rimangiandosi, seppellendo asce di guerra e mangiando quello che s’era sparato prima. Ennesima ben condotta assai narrazione (robusto e privo di sorprese, come si suol dire) di Rosso Malpelo ma-ora-son-calvo Howard, anzi narrazione di narrazione, con Thor messo a fare il baleniere, e se già il protagonista ha l’aria sveglia così ed è quello più smart del gruppo figurati gli altri. Poteva solo finire male! (per Odino). Ma i personaggi, grezzi ma da marinai dell’800 non si pretende nemmeno il picco di introspezione psicologica, sono l’equilibrato pretesto per raffigurare il mare, o la natura, per quel che è, ovvero un enorme e inconoscibile e smisurato, che sopporta l’azione dell’uomo ma se si arrabbia ciao. Interessante il lavoro eziologico di risalita, alle origini e bla di Moby Dick, per poter dire “questa è la storia vera da cui Melville ha cavato l’epica bianca americana”, nel mare e nell’epica alla fine vien proprio voglia di un bel tuffo and better do not fuck up with white whales! Questo insegna Howie.

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Il voto sarebbe un 7.5 / 8 Dicembre 2015 in Heart of the Sea - Le origini di Moby Dick

Film che narra delle origini del romanzo di Moby Dick.
Infatti all’inizio troviamo lo scrittore Herman Melville (l’ottimo Ben Whishaw) che cerca di farsi raccontare la storia del naufragio della baleniera Essex dall’unico sopravvissuto Thomas Nickerson (Brendan Gleeson).
Dopo un pò di tentennamenti, finalmente la storia verrà raccontata e sarà l’ispirazione per Melville per il romanzo “Moby Dick”.
Anche se il racconto più che la vendetta della natura contro l’uomo, è la
storia di soldi e affari che spingono l’uomo a correre rischi che metteno a repentaglio vite umane. Infatti all’epoca l’olio di Balena era un bene prezioso e indispensabile (c’è anche una battuta sul petrolio su cui si può azzardare un pericoloso parallelismo della storia), utile per illuminare le case.
Con l’aumento della concorrenza tra le baleniere e la diminuzione delle balene, ci si doveva spingere oltre i limiti conosciuti per riuscire a ottenere profitti.
Nel cast da citare il bravo Chris Hemsworth (Thor) nei panni di Owen Chase, primo ufficiale dell’Essex che speravo però di comandare. Il comando è invece affidato al “raccomandato” George Pollard (Benjamin Walker); sulla nave anche l’amico di infanzia di Owen, Matthew (Cillian Murphy) mentre il Tom Nickerson giovane è interpretato da Tom Holland (visto in “The impossible”).
Grande avventura marina con prima parte più simile a Jack Aubrey (film “Master and Commander” con Russell Crowe) e seconda con la balena protagonista oltre agli stenti per sopravvivere dell’equipaggio della Essex.

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ci mancava soltanto HanZ / 4 Dicembre 2015 in Heart of the Sea - Le origini di Moby Dick

Starò esagerando col voto? Esagererei nel dire, come non ho mai ammesso nemmeno a me stesso, che forse Ron Howard sta nell’olimpo dei miei registi preferiti?

Vengo da una lettura fresca fresca di Moby Dick giusto quest’estate, e sebbene questo film non sia tratto direttamente dal romanzo di Melville bensì dalla storia che lo ispirò, traduce in immagini quella parte di Moby Dick tradizionalmente considerata noiosa o di difficile lettura: il racconto della balenerìa. Manca il capitano Ahab (e i due capitani del film interpretati da Chris Hemsworth e Benjamin Walker, non tentano nemmeno di ricordarcelo, più che giustamente) ma il senso dell’avventura è rispettato da una regia e un montaggio magistrali. Le suggestioni del terribile Mare e dei sentimenti devastati dei personaggi sono invece coronati dalla fotografia pittorica di Anthony Dod Mantle di una bellezza e cura mozzafiato, oltre che dagli effetti speciali.
Musiche all’altezza della sfida, anche se prive di uno stile originale, quelle di Roque Baños: elettrizzanti e emozionanti, ma non posso non rimpiangere il capolavoro mancato che avrebbe realizzato per questo film il collaboratore storico di Ron Howard, Hans Zimmer.

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