“Non ci resta che piangere” al cinema: mò me lo segno

Una delle commedie italiane di maggiore successo degli ultimi decenni tornerà in sala per pochi giorni, distribuita da Lucky Red. Sarà l'occasione per rivedere sul grande schermo l'affiatata coppia Troisi-Benigni.

“Non ci resta che piangere” al cinema: mò me lo segno

“NON CI RESTA CHE PIANGERE” AL CINEMA

Mentre in questi giorni ricordiamo che Massimo Troisi avrebbe festeggiato il suo sessantaduesimo compleanno (l’artista era nato a San Giorgio a Cremano, in provincia di Napoli, il 19 febbraio 1953), i cinema italiani si preparano ad ospitare le proiezioni speciali dell’edizione restaurata di NON CI RESTA CHE PIANGERE (1984).
A poco più di trent’anni dal suo folgorante debutto in sala, la commedia sceneggiata, diretta ed interpretata da Troisi e da Roberto Benigni tornerà al cinema per tre giorni, dal 2 al 4 marzo, grazie all’apporto dello stesso Benigni, di Mediaset, Film&Video e Lucky Red.

UN NUOVO CLASSICO DELLA COMMEDIA

Ambientata in un immaginario villaggio toscano del 1400, “quasi 1500”, dove si risvegliano inaspettatamente un bidello (Troisi) e un insegnante (Benigni) provenienti dal 1984, NON CI RESTA CHE PIANGERE è una delle commedie italiane di maggior successo degli ultimi decenni, film campione d’incassi della stagione ’84-’85 che, ancora oggi, non manca di divertire il pubblico riscuotendo un inscalfibile successo ad ogni passaggio televisivo e fornendo citazioni a iosa.

[VIDEO RIMOSSO]

L’AFFIATAMENTO TRA BENIGNI E TROISI

NON CI RESTA CHE PIANGERE rappresenta la prima ed unica collaborazione tra i due attori comici italiani, eppure ha saputo dar vita ad una coppia che non è azzardato paragonare a quella più longeva composta da Totò e Peppino De Filippo, a cui i due rendono palese omaggio in una celebre scena del film: come noto, la stesura dell’ingarbugliata lettera a Gerolamo Savonarola, infatti, è una citazione estemporanea di una nota sequenza di TOTÒ, PEPPINO E… LA MALAFEMMINA (1956).

In un’intervista rilasciata da Benigni qualche anno fa, l’attore ricorda così i mesi di lavorazione sul set: “Eravamo allegri e ognuno poi si appoggiava sull’altro. (…) C’erano quelle improvvisazioni che nascono però da un lungo lavoro, che sembrano improvvisazioni, ma quando, diciamo, ci si vuole bene, che si sta insieme, tutto tende a quella cosa là, allora era tutto una costruzione, ma sempre sull’allegria”.

UNA CREATIVITÀ VULCANICA

La gestazione del film non fu breve: un aneddoto gustoso rivela che Troisi e Benigni trascorsero quasi un mese a Cortina d’Ampezzo, a spese della produzione, senza riuscire a buttar giù un canovaccio degno di tale nome. I due chiesero di trasferirsi al mare e si stabilirono per qualche tempo in Val d’Orcia. Alla fine, la coppia presentò ai produttori Marco Berardi ed Ettore Rosboch una pallida traccia: “Ci perdiamo nel medioevo e andiamo a fermare Cristoforo Colombo”.
La creatività di Troisi e Benigni diede vita a numerose scene che non vennero mai inserite nella versione definitiva di NON CI RESTA CHE PIANGERE: esistono, infatti, almeno due montaggi ufficiali del film, uno dei quali, inserito nell’edizione del Blu Ray Disc CG Home Video pubblicato nel 2010, contiene 41 minuti inediti di girato.

[Nella foto: Roberto Benigni e Massimo Troisi in una scena di NON CI RESTA CHE PIANGERE]

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