Recensione su Il giardino delle vergini suicide

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15 Dicembre 2011

Stupefacente come le recensioni che si trovano nei vari siti web possano tradire e distorcere il vero contenuto di un film.
Il film l’ho visto oggi, a 11 anni dalla sua uscita, quindi ci sarebbe stato tutto il tempo di scriverne compiutamente!
E invece dappertutto ho trovato scritto semplicisticamente che il fulcro della storia è l’adolescenza ingabbiata, nella fattispecie 5 sorelle oppresse da una madre autoritaria.

Ciò che ho visto in realtà è la storia della dolcezza di ragazze troppo giovani e ingenue a confronto con una galleria di personaggi maschili che oscillano tra l’infame il ridicolo e il disgustoso: dal tizio che dopo intere sequenze di romanticismi patetici molla Lux di notte sola in un campo dopo essersela scopata frettolosamente e quasi contro la sua volontà, al padre delle sorelle che è un bambinone irresponsabile e insulso, ai ragazzetti voyeurs impacciati e imbecilli, ecc…
La madre non è affatto un personaggio così feroce e repressivo come descritto nelle recensioni, è solo una donna cresciuta attenendosi strettamente alle convenzioni sociali e religiose che prevedono come deve comportarsi la “sposa modello” e la “donna perbene” in quella società americana degli anni 60-70. E’ una moglie e casalinga frustrata dai ruoli di genere imposti a forza su tutte le donne come lei, e interpreta così bene quei ruoli che riesce a punire la figlia Lux trattandola da sgualdrina, quando invece è la giovanissima Lux che ha subito maltrattamento e disprezzo (e un rapporto sessuale di fatto imposto) dal ragazzo che solo pochi giorni prima diceva di amarla e di voler fare sul serio con lei…
Donne frustrate che puniscono altre donne vittime dell’egoismo maschile, anzichè esser loro vicine, capirle e aiutarle. Di questo si può incolpare la madre, se proprio si vuole ignorare a tutti i costi il quadro di feroce squilibrio tra i generi che è palese nella società mostrata nel film (e che poi è molto simile a quella in cui viviamo noi).

Un film che parla delle piccole e sistematiche violenze quotidiane condotte dagli uomini sulle donne, senza alcuna consapevolezza nè il minimo rimorso. Un quadro strutturale in cui il tema dell’adolescenza problematica si inserisce sì, ma non nel senso general-generico in cui viene presentato nelle “recensioni ufficiali”: è pura oppressione di genere quella che si vede all’opera.

3 commenti

  1. Stefania / 16 Dicembre 2011

    Bel commento 🙂
    Faccio alcune riflessioni “con te”, a ruota, grazie per gli input 😉

    Secondo me, lla madre è, per forza di cose, repressiva, benché lei ritenga giusto e corretto quel che fa nei confronti delle figlie: il fatto che lei ritenga giusto (che ne so) bruciare i dischi dei Kiss contiene un’innegabile forza repressiva, violenta.
    Poveraccia, lei credeva di fare il bene delle figlie, in fondo, e sono tanti i genitori che cascano nel trabocchetto.

    Lux è un bel personaggio, molto complesso e, per questo, decisamente affascinante: è fragilissima.

    Il padre è così innamorato della perfezione del suo nido domestico (letteralmente spalmato di miele, tanto da attirare la curiosità di tutti i maschi del circondario come se fossero mosche) da non saper cogliere le fratture al suo interno: preferisce non vedere.

    In definitiva, benché si tratti di un adattamento riuscito, credo che il romanzo originario contenga alcune sfumature che nel film sono state omesse o non sono state rese efficacemente: se non l’hai letto, mi permetto di consigliartelo, giusto per renderti conto delle (eventuali) differenze 😉

  2. steiner74 / 16 Dicembre 2011

    Più che di “egoismo maschile”, parlerei di “inadeguatezza maschile”.
    Nel film viene sottolineata, in maniera abbastanza esplicita, l’inidoneità da parte dei protagonisti maschili rispetto ad un universo femminile, vicino ma, allo stesso tempo, quasi inavvicinabile.
    I maschietti, guardoni/sognatori, sono semplicemente “incapaci”, sono cioè privi dei mezzi per colmare questo “gap” tra il loro mondo e quello delle sorelle.
    Incapacità che, tuttavia, li accomuna, come viene rimarcato nel corso della pellicola, a tutti i personaggi adulti (genitori, vicini di casa, preti ed insegnanti).

  3. Mirage / 1 Agosto 2022

    L’oppressione è universale, non colpisce solo le donne, anche se la nostra è una società innegabilmente sessista gli adolescenti si sentono sempre oppressi, mi sembra che si banalizzi in qualche modo il significato del film a voler ridurre il tutto ad un’analisi forzatamente femminista e fin troppo indulgente nei confronti di una madre che, sebbene forse vittima lei stessa, ha comunque dalla sua il libero arbitrio per sottrarsi a quel meccanismo. Le altre ragazze sono molto più libere, evidentemente la sua non era l’unica strada possibile.

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