Recensione su The Terminal

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Anche i cliché hanno un cuore / 27 Settembre 2018 in The Terminal

Questo film è probabilmente il nonplusultra della stucchevolezza hollywoodiana, una summa di tutti i più consolidati cliché dello storytelling per masse. C’è uno slavo da vignetta e un melting pot razziale stereotipatissimo, improponibili matrimoni lampo al terminal, finali con improbabilissimi tifi da stadio improvvisati e tanto altro materiale iper-riciclato da commedia emozionale e edificante. Sì, c’è tutto questo eppure c’è qualcosa di poetico nel microcosmo in cui vive il cracosiano Victor Navorsky (solido Tom Hanks), c’è qualcosa di struggente nella fugace storia d’amore con la hostess inafferrabile (splendida Catherine Zeta-Jones) e Stanley Tucci poi è un vero stronzo, di quelli sofisticati, perfetto nel suo ruolo. E poi vabbè c’è Gupta (Kumar Pallana), un campione di irriverenza indiana che domina la scena col suo mocio. Rimane al di là di tutto un canto alla libertà e un piccolo elogio della sopravvivenza di tanti immigrati che con i piccoli spazi che si sono ricavati hanno saputo compiere miracoli.

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