Recensione su The Messengers

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La solita minestra / 4 Giugno 2020 in The Messengers

Film che si avvale della collaborazione di Sam Raimi e della regia dei fratelli Pang, una perfetta unione tra Occidente e Oriente.
Il risultato che mi aspettavo era di alto livello, invece mi sono trovata davanti il solito film con la solita famigliola felice americana protagonista(padre, madre, ragazza adolescente con vari problemi e inquietante figlioletto con poteri telepatici) in fuga dalla città e dai loro problemi che cercano di risolvere andando a vivere in campagna, al contatto con la natura.
La casa in cui si ritrovano è pressoché simile a quella di “The Grudge”(e qui si vede il tocco orientale) con ombre fugaci che escono fuori dagli sgabuzzini e che invocano vendetta contro i poveri malcapitati.
Cosa c’è che non va? Tante cose, tutto mi sa di già visto, troppe immagini e situazioni richiamano alla mente scene cinematografiche viste e riviste, da “Il sesto senso” a i già sopracitati “”The Grudge” e “The Ring””.
C’è da aggiungere però che questi spettri nipponici un senso di terrore lo incutono sempre ma la scarsa originalità della sceneggiatura e la prevedibilità del finale rendono “invano ogni loro sforzo”.
Gli attori fanno quello che possono ma non riescono a salvare una pellicola brutta, mediocre e banale.
L’unica cosa degna di nota è la fotografia(che mi ha ricordato in un certo senso “Signs”) di grande impatto visivo(il bellissimo e colorato campo di girasole si contrappone alla perfezione con l’oscurità e la tetraggine della casa), il resto è la solita minestra(insaporita pure male).

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