Recensione su The Holdovers - Lezioni di vita

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Tecnica da urlo, storia va beh / 22 Gennaio 2024 in The Holdovers - Lezioni di vita

Un film davvero ben girato e realizzato, con regia, fotografia, scenografia e costumi da urlo, tanta è la loro intima fedeltà al periodo che ricreano (albori degli anni Settanta) e al tipo di cinema (dello stesso periodo) che l’intero progetto richiama.
Voto: 8.

Una storia di formazione molto stereotipata, accomodante e prevedibile (come -in sostanza- la maggior parte dei film precedenti di Alexander Payne), in cui si ride o ci si intristisce con precisione matematica. Personaggi tratteggiati senza chiaroscuri, implacabili nelle loro virtù e nelle loro mancanze. Certe storie di empatia e solidarietà fanno bene all’animo, è vero, ma, cinematograficamente parlando, The Holdovers di Payne viaggia su binari scolpiti nella pietra, senza lasciare il più piccolo spiraglio a un minimo di imprevedibilità e sorpresa narrativa.
Voto: 4.

Media matematica (in pieno stile Paul Hanham, il personaggio interpretato da Paul Giamatti, qui reso artificialmente -e molto efficacemente- strabico per esigenze di copione): 6 stelline.

Per un film di tal fatta, dopo i Golden Globe agli attori (oltre a Giamatti, un Globe è andato anche a Da’Vine Joy Randolph), mi aspetto varie nomination agli Oscar (in questo momento, non conoscendo ancora gli antagonisti, non mi sbilancio su eventuali vittorie, ma -in via ipotetica- viste la sua furbizia, può ambirvi).

P.s.: il “sottotitolo” italiano, Lezioni di vita (che, peraltro, non c’entra nulla con il titolo originale: una traduzione di The Holdovers è “i residui”, cioè, in questo caso, più o meno, “coloro che sono avanzati“) , è -se possibile- ancora più (inutilmente) furbo del film stesso.

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