Gemini Man

Buon film d’azione (ma non solo).
Henry Brogan (Will Smith) è un sicario che lavora per la DIA (Defense Intelligence Agency); dopo l’ultima missione in cui ha ucciso un terrorista a bordo di un treno, decide di ritirarsi (ha rischiato di uccidere una bambina e il tiro non è stato così pulito come pensava).
Ma la sua vita da civile non dura molto e sarà costretto a cercare di sopravvivere; ad aiutarlo Danielle (Mary Elizabeth Winstead), un’agente della DIA che dovrebbe sorvegliarlo ma che finisce per aiutarlo, e l’ex collega “Il Barone”.
Splendido ritmo e buona azione ma anche un discreto tratteggio dei personaggi: carini i confronti iniziali tra Henry e Danielle. Il film chiaramente ha il suo punto di forza nel clone di Henry, più giovane, e il confronto tra le due versioni di Henry è appassionante.
Inoltre aggiunge un po’ di morale con le spiegazioni di Clay Varris (Clive Owen) dei motivi della creazione di cloni, oltre alla solita domanda: i cloni sono da considerare come
“persone normali” oppure sono “sacrificabili” come Varris propone?

Peccato.
La regia di Ang Lee ha fatto sicuramente la differenza per le scene d’azione, ottimi gli effetti speciali ma la storia è una spy story riscaldata senza alcun colpo di scena.
La prima parte molto action, l’inseguimento in moto era davvero ben girato, noiosa la parte centrale e prevedibile verso il finale.
Peccato. Se ci sono voluti 30 anni per produrlo, magari 20 anni fa era molto più innovativo di ora.
4.