Recensione su Ennio

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Un altro atto d’amore di Tornatore / 11 Luglio 2022 in Ennio

Questo di Tornatore non è un documentario dedicato solo a Morricone, di cui il regista è stato intimo amico e con cui ha collaborato per circa 30 anni. Ennio è -soprattutto- un altro omaggio, un altro atto di amore di Tornatore al cinema: il montaggio estremamente sapiente di questo film sembra non essere altro che un’estensione della celebre sequenza dei baci tagliati di Nuovo Cinema Paradiso.
Come si fa a non emozionarsi, quando Tornatore propone sequenze e immagini-chiave di alcuni film indimenticabili accompagnate dalle musiche irripetibili di Morricone?
Inoltre, come non sentirsi arricchiti dal disvelamento dei retroscena e delle arguzie tecniche ed estetiche create da Ennio Morricone per innumerevoli colonne sonore?

Ennio si profonderà pure in una sequela interminabile di elogi, complimenti e dimostrazioni d’affetto nei confronti di Morricone, ma mi pare evidente che non sia possibile concepire di parlare di questo artista, se non in tali termini assoluti.

Questo documentario è anche il felice epitaffio di altri grandi nomi del cinema italiano. Muove a commozione pensare che, oltre a Morricone (scomparso nel 2020), mentre Tornatore preparava il materiale che gli sarebbe servito per questo film, erano ancora in vita Vittorio Taviani e Bernardo Bertolucci (morti entrambi nel 2018), che hanno fornito preziose testimonianze, utili alla buona riuscita complessiva di Ennio.

Ho apprezzato molto quello che mi è sembrato un passo indietro di Tornatore, che, ai suoi film musicati da Morricone, ha riservato uno spazio davvero piccolo del film, dedicandosi molto alle fasi iniziali e centrali della carriera del compositore e al “tormento” che ha accompagnato la sua produzione cinematografica.

Forse, nonostante i numerosi appassionati fan e gli elogi, tecnici e non, non possiamo ancora quantificare davvero l’apporto culturale delle musiche di Morricone. Come viene ricordato nel documentario, probabilmente, dovranno trascorrere almeno 200 ann (come l’arco di tempo intercorso più o meno fra la produzione di Mozart e quella di Beethoven), perché il peso dell’artista possa essere valutato nella sua pienezza.
Nel frattempo, io, puntualmente, ho la pelle d’oca, a ogni ascolto de L’estasi dell’oro.

2 commenti

  1. IamVertical / 20 Marzo 2024

    Io spero che tu scriva recensioni su importanti testate cinematografiche, perché sei incredibilmente brava

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