Recensione su Sukiyaki Western Django

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Un minestrone da manuale / 24 Maggio 2013 in Sukiyaki Western Django

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Il sukiyaki è un piatto giapponese in cui viene bollito un po’ di tutto in un brodo che si arricchisce dei sapori dei diversi ingredienti che lo compongono. Insomma, un piatto misto con dentro un po’ di tutto, cotto insieme, ed è esattamente ciò che questo film appare.
Abbiamo spunti di trama che spaziano dallo Heike Monogatari, uno dei grandi classici della letteratura giapponese del XII secolo da cui prende buona parte dei personaggi, all’Enrico IV di Shakespeare, legando il tutto con una trama alla Yojimbo/Per un Pugno di Dollari e colorandolo di western, ma senza perdere la variopinta estetica del periodo Heian, che qui si mischia con quella degli spaghetti western in un mix di revolver e katana esteticamente molto, molto ben riuscito. La comicità è largamente basata su un sapiente uso dei pastiche (non manca la mitragliatrice nascosta in una bara, e come potrebbe!) e del metalinguaggio letterario (bellissima la scena in cui Taira no Kiyomori decide di cambiare nome in Henry semplicemente perché nella Guerra delle Rose vince la fazione rossa dei Lancaster, mentre nella storia Giapponese la fazione bianca dei Minamoto sconfigge quella rossa dei Taira, e lui non ci sta a perdere).
Purtroppo il riferimento costante allo Heike Monogatari che fa da legante non è certo di imemdiata fruizione per il pubblico non giapponese, e quando non riconosci personaggi fortissimamente sentiti dal pubblico giapponese come Yoshitsune e Benkei, perdi metà del fascino di quest’opera, che trasforma il conflitto che diede inizio ad un’era del Giappone, quella dello shogunato di Kamakura, in una zuffa tra gang di pistoleri rivali.
Personalmente ho apprezzato moltissimo l’intreccio di elementi estetici e narrativi.
Miike sa creare dei film davvero eccezionali nel loro genere.

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