25 Novembre 2012
Il guaio narrativo di questo film è rappresentato dai clichées: la soluzione è intuibile abbastanza presto e, per allungare un po’ il brodo, vengono aggiunti senza molta coerenza elementi desunti dalla tradizione orrorifica (es. la scena del bagno e quella conseguente della cantina, l’incontro al cimitero col poliziotto (?)/santone).
Le sequenze finali, al contrario, sono molto interessanti, poiché presagiscono il “difficile” destino del piccolo “sensitivo”.
Recensione da Oscar
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