13 Recensioni su

Split

/ 20166.9433 voti

Personalità multiple / 28 Agosto 2018 in Split

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Discreto film di M. Night Shyamalan (“Il sesto senso”) con un’interessante trama vanificata da un ritmo eccessivamente lento che si accende solo un po’ nell’ultima parte.
Tre ragazze, tra cui la problematica Casey (Anya Taylor-Joy vista nell’ottimo “Morgan”, vengono rapite da un uomo sconosciuto.
Kevin (un ottimo James McAvoy), questo il nome del rapitore, è un individuo fortemente disturbato, affetto da un disturbo dissociativo. In lui albergano ben 23 personalità distinte ma quella che si rivelerà più pericolosa è una personalità rimasta nascosta anche alla psichiatra Karen Fletcher che l’ha in cura.
Uno splendido James McAvoy che dà grande prova di attore con le variazioni delle personalità di Kevin, una buona Anya Taylor-Joy tengono a galla il film che per buona parte ha un ritmo lento e non basta un po’ di mistero per renderlo più avvincente. Le personalità di Kevin potevano avere più spazio, interessante il confronto tra Karen e Kevin (o chi per lui), con quest’ultimo che cerca di nascondere la personalità che lo sta governando.
Nella scena finale comparsata di David Dunn (personaggio di Bruce Willis in “Unbreakable”) che premette un eventuale seguito in cui le strade di Kevin e di David si incroceranno.

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split / 4 Febbraio 2018 in Split

MNS torna alla grande… con clamorosa chicca finale ! James McAvoy superlativo. Bel film.. di come se ne vedono pochi ultimamente.

La mente, questa sconosciuta / 29 Agosto 2017 in Split

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Il film prende spunto dalla storia vera di Billy Milligan, un criminale statunitense, affetto da disturbo dissociativo dell’identità, che negli anni settanta è stato riconosciuto colpevole di aver rapito e violentato tre studentesse, ma assolto per infermità mentale.
Analogamente a Billy Milligan, Kevin, il personaggio del film, arriva ad accogliere in se 24 personalità, alcune tranquille, altre pericolose ed altre ancora molto dominanti. Sempre al pari della storia di Billy Milligan, le varie personalità di Kevin sono sedute in ombra intorno ad una chiazza di luce e chiunque faccia un passo avanti, “entrando nella luce”, esce nel mondo reale. Le varie personalità (o almeno alcune) sono in contatto tra loro. Molto interessante la descrizione delle 24 personalità (Wikipedia).
Il regista, a mio parere, per la sua 24esima personalità prende spunto da una delle personalità di Milligan (Ragen Vadascovinich che pare avesse una forza incredibile), accentuandone (non poco :-)) le caratteristiche fisiche per la genesi del suo anti-eroe.
L’interpretazione di James McAvoy è superlativa, la scena dove le varie personalità parlano in sequenza fino alla 24esima mi ha molto colpito.
In generale il film non mi è dispiaciuto, anzi l’ho visto con piacere e dopo l’eroe di Unbreakable e l’anti-eore di Split, non ci resta che aspettare l’epilogo (o sequel :-)) con Glass.

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La crisi è ufficialmente finita. Per Shyamalan. / 19 Agosto 2017 in Split

Difficile descrivere questo film senza rischiare di spoilerare troppo. Limitiamoci a riportare quanto si può senza eccedere. Un uomo, Kevin (un pazzesco James McAvoy, davvero inquietante e perfettamente calato nei ruoli, è proprio il caso di dirlo) ha al suo interno ben 23 personalità diverse. E’ seguito da una psichiatra che lo ha sempre seguito ed aiutato, e che vuole dimostrare qualcosa con il suo caso. All’inizio del film comunque l’uomo rapisce tre giovani ragazze. Sarà l’inizio di un vero e proprio incubo, con le diverse personalità dell’uomo che cominceranno a palesarsi. Una di queste ragazze però è sempre stata considerata “diversa”, e il film magari ci darà una mano a capire perché, e magari sarà anche importante questo fatto. Forse ho già detto troppo, meglio fermarsi qui, sappiate solo che, nonostante un minimo di confusione che però alla resa dei conti è gestita in modo più che ottimale, Shyamalan ci offre un thriller/horror davvero teso, diverso dal solito e decisamente ricco di sorprese, soprattutto verso la fine, c’è una cosa che mi ha lasciato di stucco. Otto pieno, la crisi di Shyamalan sembra davvero essere finita!

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. / 19 Giugno 2017 in Split

Si salva giusto la/le interpretazione/i di McAvoy… Tutto il resto è un già visto…

Si poteva fare di meglio / 25 Febbraio 2017 in Split

Quando è in uscita un film di Shamalyan c’è sempre una fervida attesa e anche un timore recondito di assistere all’ennesimo flop del regista indiano.
Ecco, purtroppo si è verificato di nuovo il secondo caso, lo spunto iniziale, quello di mettere sullo schermo una sorta di saggio sulla follia umana, purtroppo fallisce dopo un inizio promettente(la prima mezz’ora è ottima), cadendo poi nel soporifero, anche se il colpo di scena finale lo fa rivalutare un po’.
Shamalyan è un buonissimo regista, sa girare bene(le atmosfere dei suoi film sono sempre meravigliose), però purtroppo si perde nella sceneggiatura(è un difetto che ho riscontrato anche in altri suoi film), facendo risultare poi l’intero film troppo forzato.
L’interpretazione di McAvoy è straordinaria, seconda solo a quella immortale di Antony Perkins in “Psycho”, ma questo non basta per me a risollevare del tutto un film che, visto il suo potenziale, poteva essere sviluppato meglio.

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Horror o Thriller? / 5 Febbraio 2017 in Split

Ho visto il film avendo guardato solamente il trailer, dunque all’oscuro della trama. Dal trailer mi aspettavo molto molto di più, mi aspettavo un thriller psicologico e non quello che io ho trovato un “film horror”. Deluso per quanto riguarda la seconda parte del film, dove viene tutta fantasticata sta parte della “bestia”.

/ 4 Febbraio 2017 in Split

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Punkwudg…
Thriller psicologico e a tratti surreale, incentrato sulla immensa interpretazione di J. McAvoy delle molteplici personalità che convivono e condizionano il corpo di Kevin. La sceneggiatura si rivela originale e mai banale, con delle ottime performance anche da parte di Betty Buckely (la terapista) e di Anya Taylor Joy (una delle ragazze rapite). Specialmente nella seconda parte il film assume spessore e rivela sempre più i contrasti tra le 23 personalità che pensano e agiscono mediante Kevin.

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Un discreto Shyamalan, un grande McAvoy, / 3 Febbraio 2017 in Split

Una cosa che devo riconoscere a Shyamalan è proprio questa, vince (quasi) sempre la battaglia al botteghino, porta in massa il pubblico a vedere i suoi film, mette curiosità nei suoi progetti che hanno sempre una buona base di interesse.
Split è sicuramente un film ben fatto, con un gran ritmo, si vede che nonostante il budget ridotto, il regista indiano riesce a dare il suo tocco personale alla storia.
Un argomento quello delle diverse personalità di un individuo, trattato si in diverse pellicole, come ad esempio “Vestito per uccidere” e “Doppia personalità” di De Palma, ma non incentrato completamente sul personaggio principale e con così tante personalità.
In realtà queste 23 personalità nel film non si vedono, ma con un espediente, e per esigenze di durata, Shyamalan riesce a cavarsela.
Una cosa che non ho percepito è la tensione che vorrebbe trasmettere, probabilmente la costruzione della storia è stata un po’ gestita male nella parte finale andando verso il soprannaturale, una scelta non completamente riuscita.
Un film che è comunque un grande veicolo per l’interpretazione di James McAvoy, veramente mostruoso a gestire le personalità, cambiando il volto e la fisicità in modo eccezionale, senza mai gigioneggiare (c’era un grosso rischio).
Bravissima anche Anya Taylor-Joy, penso che ne sentiremo parlare parecchio in futuro di questa attrice.

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Nulla di eccezionale, io mi sono anniato / 1 Febbraio 2017 in Split

A parte la bravura dell’attore protagonista (che in realtà a certi livelli di regia dovrebbero essere nella norma), i contenuti del film sono abbastanza scontati, a parte qualcosina. Interessante il tema trattato ed è un peccato che sia stato sviluppato in modo così banale. Alcuni passaggi del film sono persino ridicoli (vedi il coltello che si rompein mano alla vecchia psichiatra uhauhauha)…allora… il regista deve scegliere cosa vuol fare…qualcosa di verosimile o un fantasy thriller in cui la gente si trasforma…

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Kevin is everyone, everyone is Kevin. / 31 Gennaio 2017 in Split

Temevo che si rivelasse uno di quei film dal finale super prevedibile e surreale, e per un po’ c’è pericolosamente andato vicino.
Il tema è estremamente affascinante, sconvolgente e inquietante, a mio parere affrontato in maniera dignitosa (anche se avrei voluto vedere di più le altre personalità). Tuttavia il film risulta a tratti un po’ lento.
L’interpretazione di James McAvoy è sorprendente, un esercizio di stile che mi ha ricordato le parole di Evan Rachel Wood in un’intervista riguardo a Westworld, definendolo “the acting Olympics”.

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Un filo rosso percorre la filmografia di Shyamalan? / 29 Gennaio 2017 in Split

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

(Sei stelline e mezza)

Dopo l’horror, la fantascienza, il fantasy e i vari ibridi tra gli stessi generi, dopo il buon risultato di The Visit, Shyamalan sperimenta e rilegge di nuovo il thriller tout court con Split, senza disdegnare un’esplicita incursione nello slasher tradizionale.

Visto il tema, legato al disordine dissociativo dell’identità, è inevitabile pensare ad altri precedenti cinematografici, su tutti Psycho del “maestro” Hitchcock (da cui, tra le varie cose, Shyamalan ha tratto anche la passione per i camei all’interno dei propri film: qui, lo noterete, è un addetto alla manutenzione del condominio in cui vive la dottoressa Fletcher).
Pur trattando un tema sfruttato altrove e facendolo in maniera “elementare”, cioè mostrando molto presto al pubblico la “forma” dei problemi mentali del protagonista, Shyamalan tratta decisamente bene la materia, presentandola come una sorta di corsa contro il tempo: il pubblico è consapevole di cosa accade nella prigione sotterranea, ma assiste anche ai tentativi della psichiatra di afferrare le evoluzioni della mente del suo assistito, prima che la follia deflagri drammaticamente.

In mezzo, c’è la possibilità per James McAvoy di dare sfogo in maniera convincente al proprio istrionismo e per Anya Taylor-Joy di confermarsi, dopo The Witch, adatta ai ruoli di giovane donna violata ma risoluta.
In realtà, preziosi tocchi d’autore a parte (eccellente la scena iniziale del rapimento che, con adeguatissime scelte tecniche, dice molto e assai velocemente dei due protagonisti), Split è un racconto abbastanza convenzionale, affascinante soprattutto per via dell’argomento trattato.

Il classico “Shyamalan twist”, il colpo di scena “con ribaltamento di prospettiva” che abbiamo imparato a conoscere fin dai tempi de Il sesto senso, non c’è, ma, nella sequenza finale, non manca un interessante dettaglio che apre una (fino a quel momento impensabile, almeno per me) ipotesi narrativa: e se il mondo cinematografico di Shyamalan fosse percorso da un impalpabile fil rouge che unisce le varie storie che lo compongono?
La presenza di Bruce Willis-David Dunn che nomina apertamente “L’Uomo di Vetro” di Unbreakable (2000) e il fatto che i film “metropolitani” di Shyamalan siano tutti ambientati a Filadelfia (e quelli che non lo sono hanno luogo comunque in Pennsylvania, Stato di cui fa parte Filadelfia), rende allora plausibile l’incredibile ipotesi che la 24ma personalità del protagonista di Split non sia altro che la creatura-zero che ha dato origine alla popolazione mutante che abita il mondo della serie tv Wayward Pines co-diretta e co-prodotta da Shyamalan (P.s.: ho visto solo la prima stagione della serie tv, quindi non so se nella seconda venga data una spiegazione precisa della loro origine). Kevin/L’Orda parla spesso di evoluzione, lo fa anche quando si congeda da Casey (più o meno, le dice: “Gioisci! Chi ha sofferto diventa più potente”), e le sue caratteristiche fisiche (a partire dalla pelata per finire con l’incredibile forza fisica) sono quelle delle spaventose creature dei boschi di W. P.: se così fosse, e pur posto il fatto che il cineasta non ha firmato né il soggetto, né la sceneggiatura della serie tv, resta da verificare quali altri più o meno velati indizi Shyamalan ha inserito (o inserirà) nei suoi lavori e come essi siano collegati fra loro.

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Uno, nessuno e ventiquattro. / 29 Gennaio 2017 in Split

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Dopo il bellissimo “The Visit”, Shyamalan confeziona un altro filmone.
Lo stile del regista di origini indiane si coglie già dalle prime inquadrature, (magnifica la scena iniziale del rapimento delle ragazze in macchina).
Nessuna scena buttata lì a caso, le inquadrature sono studiate alla perfezione.
Un thriller mozzafiato con un James McAvoy IMMENSO e un’altrettanto brava Anya Taylor-Joy (già vista recitare alla grande nel bellissimo “The Witch”).
Il finale è una ciliegina sulla torta: un rimando ad un altro magnifico film di Shyamalan: “Unbreakable”. (ci sarà un possibile sequel?).
Grandissimo film da non perdere.

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