Recensione su Omicidio in diretta

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Seconda parte del film da dimenticare / 7 Maggio 2019 in Omicidio in diretta

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

La prima parte di Omicidio in diretta è davvero fantastica.
Ci sono tecnica, virtuosismo, la giusta dose di compiacimento, ritmo, ironia e Cage è l’uomo giusto nel luna park giusto.
Il barocchismo di De Palma sembra finalizzato ad appagare il divertimento dello spettatore che, oltre a farsi coinvolgere da una trama intrigante e (volendo) mettersi a riflettere sul valore della messinscena e della rappresentazione mediatica, si lascia piacevolmente titillare da vezzi narrativi e artistici gestiti con mano estremamente sicura.
(fin qui, voto: 8 stelline)

Tutto crolla più o meno dalla metà in poi, con il chiarimento della posizione dei personaggi di Carla Gugino e Gary Sinise: il film diventa uno scialbissimo thriller. I 20 minuti finali sono davvero da dimenticare. Al cattivo risultato, contribuisce anche Sinise, esageratamente ingessato (non che mi sia mai parso un campione di espressività, eh), che si comporta come una specie di Terminator in divisa della Marina degli Stati Uniti.
(Voto seconda parte: 2 stelline)

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