Recensione su Mank

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Ogni scarrafone è rosabella a mamma soja / 9 Dicembre 2020 in Mank

È un film grandioso nel suo sforzo restaurativo: nella fotografia, nel montaggio, nelle interpretazioni e nella musica Fincher e la sua truppa restituiscono l’estetica autentica del grande cinema hollywoodiano in bianco e nero, che lo spettatore sprovveduto (o sognatore…) potrebbe persino non distinguere dagli originali.

Come nel classico di Orson Welles una analoga indagine, dall’andatura ipnotica e ossessiva e dalla progressione frustrante per lentezza e accumulo di testimonianze di dubbia attendibilità, conduce finalmente al fragoroso monologo etilico di Gary Oldman/Herman Mankiewicz (anticipato nella locandina) come al disvelamento della “Rosabella”. Quella disillusione, al culmine del suo fallimento praticamente definitivo, sarebbe la vera ispirazione dietro le 400 pagine di sceneggiatura del suo “Citizen Kane”.

3 commenti

  1. Stefania / 9 Dicembre 2020

    Aspè, per capire: cosa intendi con sforzo restaurativo?

  2. Francesco / 10 Dicembre 2020

    Che si muove con le stesse intenzioni di qualcuno che stesse restaurando un’opera esistente, cercando di rispettare l’autenticità dei mezzi e delle conoscenze dell’epoca anche se oggi sono superate. Molti aspetti di Mank seguono questo principio, mi è parso: la registrazione dei dialoghi, la colonna sonora e la fotografia, almeno, ma anche le interpretazioni.

    • Stefania / 10 Dicembre 2020

      @franz: su collider, è uscita un’intervista interessante al direttore della fotografia, Messerschmidt, in cui il collaboratore di Fincher spiega perché il film è stato girato in digitale e non su pellicola e parla espressamente di “omaggio” a un certo cinema (dal punto di vista tecnico): https://collider.com/mank-cinematographer-erik-messerschmidt-interview/
      è un film “in stile” e, ovviamente, non c’è niente di male, anzi!
      Personalmente, ho trovato curioso l’approccio solo parzialmente filologico di Fincher: non voleva dare al film un aspetto posticcio, però non ho capito perché, per esempio, ha inserito dei “trucchi” per dare l’impressione di aver lavorato su pellicola (come il finto segno che indica l’attacco dei rulli). Addirittura, pensa, ho creduto che, in corrispondenza di quei segni, ci fosse un fotogramma “fantasma”, come quelli di cui
      parla Tyler Durden in Fight Club XD

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