Recensione su Malcolm & Marie

/ 20216.566 voti

Esasperante / 6 Febbraio 2021 in Malcolm & Marie

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Malcolm & Marie di Sam Levinson è un virtuosistico dramma da camera prodotto da Netflix e girato (in elegante bianco e nero, in formato 35mm) durante la prima metà del 2020, durante il lockdown legato all’emergenza sanitaria da COVID-19.
La necessità di scoraggiare le interazioni fisiche di troppe persone si è tramutata in un vantaggio tecnico.
In scena, ci sono solo due attori e una casa isolata.
E i due attori non fanno molto, oltre a dialogare (e andare in bagno).

Proprio per via della sua forma dialogica, verbosa e molto articolata, incapace di dare tregua allo spettatore, Malcolm & Marie è un film che risulta molto artificioso, beché si proponga di sviscerare (con le parole, appunto, ma anche con immagini via via sempre più ravvicinate sui corpi e sui volti degli attori) il concetto di sincerità.
In sostanza, Malcolm & Marie è un esercizio di stile, per il regista (anche sceneggiatore), l’intero reparto tecnico e gli attori (Zendaya e John David Washington), che, però, rischia di essere noioso ed esasperante per il pubblico.

Tolte le ultimissime sequenze, il racconto si svolge “in tempo reale”. Sfruttando le unità aristoteliche di tempo, luogo e azione, il film mostra i protagonisti che discutono continuamente, per l’intera durata del lungometraggio, provando a dimostrare l’uno all’altro e una volta per tutte la propria sensibilità, emotiva e intellettuale.
In definitiva, lo spettatore ha la sensazione sgradevole di essere di troppo e, al termine del film, si domanda se sia valsa davvero la pena di restare oltre 100 minuti davanti allo schermo, per assistere come un voyeur a una tediosa discussione tra fidanzati che amano rinfacciarsi continuamente le stesse cose.

3 commenti

  1. Stuntgirl / 6 Febbraio 2021

    Pienamente d’accordo!

  2. LucArch / 15 Marzo 2021

    Io l’ho trovato meraviglioso soprattutto per i dialoghi! Una discussione matura, profonda, nella fragilità umana e relazionale di entrambi i protagonisti. Ogni battuta è una picconata alle sovrastrutture psicologiche di uno o dell’altro, fino a scoprirne le parti profonde.

    • Stefania / 15 Marzo 2021

      @lucamarcotullio: a me è sembrato che, alla fine, ognuno di loro sia rimasto saldo nelle proprie posizioni e che, al più, questa lu(uuuuuuuuuuu)nga discussione sia stata solo una specie di autoanalisi (cioè, ogni picconata – termine appropriato!- data all’altro è più una picconata data a se stesso, non so se mi spiego, il che, in fondo, non è un male, anzi), ma questa mi è sembrata solo una di chissà quante altre situazioni simili. Cioè, vista la natura del loro dialogo, immagino questi due arrivare molto spesso a questo tipo di discussioni e fatico a capire dove quel tipo di rapporto di continua dimostrazione di “supremazia” intellettuale voglia andare a parare. So bene che è un paradigma, che non devo considerarlo completamente realistico. Ma è un tipo di rappresentazione dei rapporti di coppia/umani/professionali/ecc. che -appunto- mi ha sfiancata 🙂

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