La grande guerra

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La grande guerra

Fronte italiano, 1916. Due commilitoni, Oreste Jacovacci e Giovanni Busacca, divisi dalle diversità caratteriali ma uniti nella volontà di uscire indenni dalla guerra con la minor fatica possibile, vivono l'esperienza dell'addestramento prima e del fronte poi tra continui contrasti fino a quando verranno scelti come staffette portaordini per una missione... Leone d'oro al miglior film nel 1959, due David di Donatello (miglior produttore e migliore attore protagonista ex aequo a Vittorio Gassman e Alberto Sordi), due Nastri d'Argento (miglior attore protagonista ad Alberto Sordi e migliore scenografia a Mario Garbuglia) e una nomination all'Oscar per il miglior film straniero nel 1960.
scimmiadigiada ha scritto questa trama

Titolo Originale: La grande guerra
Attori principali: Vittorio Gassman, Alberto Sordi, Silvana Mangano, Folco Lulli, Bernard Blier, Romolo Valli, Vittorio Sanipoli, Nicola Arigliano, Mario Valdemarin, Tiberio Mitri, Livio Lorenzon, Tiberio Murgia, Carlo D'Angelo, Achille Compagnoni, Marcello Giorda, Geronimo Meynier, Elsa Vazzoler, Ferruccio Amendola, Guido Celano, Luigi Fainelli, Gérard Herter, Mario Feliciani, Gianni Baghino, Mario Colli, Mario Frera, Mario Mazza, Gian Luigi Polidoro, Edda Ferronao, Leandro Punturi, Mostra tutti

Regia: Mario Monicelli
Sceneggiatura/Autore: Luciano Vincenzoni, Agenore Incrocci, Furio Scarpelli, Mario Monicelli
Colonna sonora: Nino Rota
Fotografia: Giuseppe Rotunno, Roberto Gerardi
Costumi: Piero Gherardi, Danilo Donati
Produttore: Dino De Laurentiis
Produzione: Italia, Francia
Genere: Drammatico, Storia
Durata: 130 minuti

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Quegli eroici imboscati / 19 Maggio 2016 in La grande guerra

Questi film hanno la fragranza del pane appena cotto, in essi riassaporo tutto il gusto del cinema come lo guardavo da un tubo catodico, assorto totalmente e magicamente nella storia. Un filo di nostalgia (che per me è come il ketchup sulle patatine) e tanta, tanta, tanta bellezza in questo capolavoro di Monicelli; la coppia formata dal romancaccio Sordi e dal milanese Gassman è uno dei capisaldi della commedia italiana, che qui denudava coraggiosamente quella che fino ad allora era la inviolabile sacralità della guerra italiana di confine, mettendo al centro un paio di simpatici imboscati per niente eroici. Italiani e austriaci, vis à vis da due trincee a un tiro di schioppo, si contendono una gallina in una schermaglia comica; qualche episodio buffo non toglie tuttavia il senso di immane tragedia che Monicelli non risparmia allo spettatore con le concitate sequenze di battaglia, tenendo allacciati con grazia dramma storico e commedia. Intense le interpretazioni di Romolo Valli, buon tenente non privo di uno sguardo tenero e paterno verso i soldati, e di Folco Lulli, nei panni di un intrallazzone padovano dal grande cuore, alle quali aggiungo con un pizzico di orgoglio giuliano quella del mio concittadino Livio Lorenzon, sergente dal piglio autorevole ma mai disumano. Una ricostruzione fedele e indulgente del cameratismo italiano di trincea, babele di dialetti dove spiccano naturalmente i caratteristi, scritta dal regista insieme al mitico sodalizio Age & Scarpelli e a Luciano Vincenzoni, sottolineata dalle musiche semplicemente perfette di Nino Rota.

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La Grande Guerra / 5 Gennaio 2013 in La grande guerra

Mario Monicelli può essere considerato uno dei padri della commedia all’Italiana. I primi film che vidi del regista sono stati “Un borghese piccolo piccolo”, Il “Marchese del Grillo”, “La grande Guerra”. Tutti e tre hanno in comune la presenza di Alberto Sordi, un attore che ho amato moltissimo.
Non sono gli unici che ha fatto, vorrei ricordare “I soliti ignoti, Amici miei I e II (completi nell’album dove consiglio i film), Vogliamo i colonnelli e l’Armata Brancaleone.

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-Oreste (A.Sordi)

Una pellicola che vi voglio suggerire è “La grande guerra”, film importante poiché uno dei migliori contributi del cinema italiano allo studio del primo conflitto mondiale.
Vede come protagonisti proprio Alberto Sordi e Vittorio Gassman, altro attore con le palle cubiche.
La loro interpretazione mi colpì moltissimo.
Premetto dicendo che il film non è una commedia o meglio non è solo una commedia. Infatti va da un estremo all’altro ovvero ha come tema la guerra.
Un tema doloroso, tragico, pesante, complesso che vede tratti comici qua e là. La vita in trincea non era comica né comoda. I soldati, a causa delle bombe, soffrivano di traumi che li impossibilitavano a combattere (vi consiglio “Orizzonti di gloria”), le nuove armi erano devastanti.
Ma l’abilità di Monicelli è non lo porta a focalizzarsi solo su questo tema, anzi, i toni drammatici si uniscono ad un racconto fluido che tocca il comico. Un comico particolare, diverso dalla classica commedia.
La vado ad analizzare velocemente senza spoilerarvi nulla, tranquilli :D.
GUERRA, significa chiamata alle armi per molti giovani del nord e del sud. Nessuno escluso o forse qualcuno si. E’ in questo momento che stringono un legame i nostri due protagonisti. Legame segnato dalla mancanza di valore e di ideali e dalla semplice voglia di tornare sani e salvi a casa. Stiamo parlando di Oreste Jacovacci (Sordi) e Giovanni Busacca (Gassman). Romano l’uno, Milanese l’altro. All’inizio non si possono vedere e il motivo è facile da capirei, si conoscono durante la chiamata alle armi e Oreste in quell’occasione promette a Giovanni di farlo riformare in cambio di denaro. Lo inganna, che simpatico burlone.
Purtroppo, se sputi in aria la forza di gravità si diverte.
Succede che i due si rincontrano sul treno per il fronte. Vogliono tornare a casa sani e salvi ma il Fato non è stato proprio buono con loro.
I due scansafatiche, in seguito alla Disfatta di Caporetto, vengono comandati come staffette portaordini. Non solo, ci si mettono pure gli Austriaci. Vengono catturati.
Il film non si conclude con la loro cattura, negli ultimi minuti vediamo come un soldato qualunque, un tipo senza vocazione alcuna, un povero diavolo qualsiasi che viene trasportato dagli eventi trova l’energia mai avuta e…

Mai la parola capolavoro è stata usata in modo più appropriato.
DonMax

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