Recensione su La grande guerra

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Quegli eroici imboscati / 19 Maggio 2016 in La grande guerra

Questi film hanno la fragranza del pane appena cotto, in essi riassaporo tutto il gusto del cinema come lo guardavo da un tubo catodico, assorto totalmente e magicamente nella storia. Un filo di nostalgia (che per me è come il ketchup sulle patatine) e tanta, tanta, tanta bellezza in questo capolavoro di Monicelli; la coppia formata dal romancaccio Sordi e dal milanese Gassman è uno dei capisaldi della commedia italiana, che qui denudava coraggiosamente quella che fino ad allora era la inviolabile sacralità della guerra italiana di confine, mettendo al centro un paio di simpatici imboscati per niente eroici. Italiani e austriaci, vis à vis da due trincee a un tiro di schioppo, si contendono una gallina in una schermaglia comica; qualche episodio buffo non toglie tuttavia il senso di immane tragedia che Monicelli non risparmia allo spettatore con le concitate sequenze di battaglia, tenendo allacciati con grazia dramma storico e commedia. Intense le interpretazioni di Romolo Valli, buon tenente non privo di uno sguardo tenero e paterno verso i soldati, e di Folco Lulli, nei panni di un intrallazzone padovano dal grande cuore, alle quali aggiungo con un pizzico di orgoglio giuliano quella del mio concittadino Livio Lorenzon, sergente dal piglio autorevole ma mai disumano. Una ricostruzione fedele e indulgente del cameratismo italiano di trincea, babele di dialetti dove spiccano naturalmente i caratteristi, scritta dal regista insieme al mitico sodalizio Age & Scarpelli e a Luciano Vincenzoni, sottolineata dalle musiche semplicemente perfette di Nino Rota.

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