Recensione su La corazzata Potemkin

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Cine-Pugno / 7 Giugno 2012 in La corazzata Potemkin

La corazzata Potëmkin è un film del 1925 diretto da Sergej M. Ejzenštejn.
È una delle più note e influenti opere della storia del cinema, e per i suoi valori tecnici ed estetici è generalmente ritenuto fra i migliori film di propaganda.

TRAMA:
Il film è ambientato nel giugno del 1905; i protagonisti della pellicola sono i membri dell’equipaggio della corazzata russa che dà titolo all’opera, ed è strutturato in 5 atti. I fatti narrati nel film sono in parte veri e in parte fittizi: in sostanza si può parlare di una rielaborazione a fini narrativi dei fatti storici realmente accaduti e che portarono all’inizio della Rivoluzione russa del 1905. Infatti – ad esempio – il massacro di Odessa non avvenne sulla celebre scalinata, bensì in vie e stradine secondarie, e non avvenne di giorno ma di notte.

Il regista ha deciso di dividere il film in 5 episodi, ognuno con proprio titolo e ognuno introdotto da un cartello:

Uomini e vermi
Dramma sul ponte
Il morto chiama
La scalinata di Odessa
Una contro tutte

Il film è stato prodotto in occasione del ventesimo anniversario della rivolta del 1905, e si decise di realizzare una serie di film commemorativi.
Il film è formato da moltissime inquadrature, legate tra di loro attraverso un montaggio che lavora però su un’estrema frammentazione delle immagini. Questa idea di “Montaggio dell’Attrazione” per Ejzenstejn doveva ricreare dei momenti di pathos e sorpresa capaci di far saltare lo spettatore sulla sedia. Tutto questo è molto diverso dalla pratica cinematografica del cinema Americano che si basava su una continuità e una fluidità narrativa.
I personaggi di questo film, sono figure al limite del grottesco il cui significato è quello di scuotere lo spettatore.
Il film aveva lo scopo di aggredire la psiche dello spettatore, creando una reazione in lui attraverso il Cine-pugno, e inducendolo alla rivoluzione.
Lo stile della scuola sovietica è volto a creare il massimo della tensione dinamica, tenendo un ritmo sostenuto delle immagini, obbligando lo spettatore a schierarsi.

Altro elemento importante è che il cinema di Ejzestajn non utilizza mai i raccordi: lo spettatore è costretto ogni volta a ricalibrare il rapporto spazio temporale del film. Questo aumenta lo stato si shock.
Questa idea di mancanza di coordinate spazio-temporali a causa della mancanza dei raccordi la notiamo molto bene nell’episodio della scalinata di Odessa: la scena è quella della donna con gli occhiali.
Ci viene mostrata prima la donna con gli occhiali poi si passa ad un altra scena e subito dopo, senza nessun raccordo, ci viene rimostrata la donna con gli occhiali rotti e il volto insanguinato. Senza raccordo questa scena impressiona di più. Ejzestejn non ci mostra tutto l’evento ma accosta due momenti dell’evento senza raccordo in modo conflittuale, com’è poi tutta l’arte sovietica. Tutto questo il regista ce lo mostra attraverso due primissimi piani della donna per scioccarci ancora di più. La sequenza si chiude con la celebre caduta della carrozzina lungo la scalinata, spinta dalla madre morente colpita dalla scarica dei fucili.

“Il Potëmkin sembra una cronaca (o cinegiornale) di avvenimenti, ma in realtà colpisce come il dramma”. (Sergej Mikhajlovič Ejzenštejn, 1939)

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