Recensione su Kiwi!

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questione di punti vista! / 13 Giugno 2014 in Kiwi!

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Per me è stato un colpo di fulmine! Avrei voluto dargli un 10, ma non esagero.
Fino a quanto ci si può spingere per realizzare il proprio sogno?
Profonda stima per la forza di volontà di questo kiwi!
Volo o caduta, orizzontale o verticale, non hanno più senso quando si ha in testa un sogno! O è pazzia?
questione di punti di vista!

24 commenti

  1. Unospettatorequalunque / 13 Giugno 2014

    Dove posso trovare questo corto? 🙂

  2. Stefania / 15 Giugno 2014

    Mammasaura, ma è tristissimo! 😀

  3. ioenrico / 15 Giugno 2014

    Ha realizzato il suo sogno, c’è solo gioia!

    • Stefania / 15 Giugno 2014

      Beh, io non provo gioia nel vedere la messa in scena di un suicidio 😀 il kiwi piangerà anche calde lacrime di soddisfazione, riuscendo a coronare il suo sogno, ma -per me- resta un racconto tristissimo! Non so, lanciarsi con un elastico e atterrare con un paracadute non lo avrebbe reso altrettanto felice? Credo che realizzare un desiderio non comporti necessariamente un sacrificio ultimo: non so se quello di questo corto sia un messaggio molto edificante.
      Ma mi rendo conto che il mio concetto di “desiderio” è legato ad un mio personale punto di vista sulla vita, quindi, forse, non sono completamente obiettiva a riguardo.

      • ioenrico / 15 Giugno 2014

        Lanciarsi con l’elastico non avrebbe dato lo stesso effetto; gli alberi inchiodati orizzontalmente sul burrone servivano proprio a dare l’effetto realistico.
        Sarà che questo kiwi si sentiva lo spirito del volo, innato in tutti gli uccelli, quindi o volo o morte; se lui è contento così…
        Questione di punti di vista!

        • Stefania / 15 Giugno 2014

          L’esempio dell’elastico era, appunto, un esempio, un’ipotesi alternativa al suicidio, perché, ribadisco, non vedo nulla di particolarmente gioioso in un suicidio, quindi, ouh, avrò un cuore di pietra, ma la morte del kiwi (ma è così che si sono estinti? Oh oh oh, battutona) non mi ha emozionata: anzi, il tonfo che si sente alla fine sa tanto di Willy il Coyote, quindi (e non perché non ami il coyote della Warner) lungi da me provare particolare empatia per il protagonista :p
          (però, ho capito il tuo punto di vista: ribatto perché sono gne gne!)

          • ioenrico / 15 Giugno 2014

            Da quello che so io i kiwi non si sono istinti, solo che adesso crescono sui rami (oh oh, battutona mia).
            Qui la questione della morte del protagonista è superflua, conta lo spirito, la tenacia, il non arrendersi alla propria condizione.
            Io provo empatia per i sognatori, anche se sognatore io non sono.

  4. Stefania / 15 Giugno 2014

    Giusto, quelli estinti sono i dodo! No, aspetta, quelli adesso crescono sui braccialetti (oh oh oh, che simpatica umorista).
    No, dai, la morte non è superflua: se il kiwi non morisse, il corto così come è stato concepito non avrebbe senso, non ci sarebbe l’estremo sacrificio e allora non ci sarebbe il coronamento del sogno. O no?

  5. ioenrico / 15 Giugno 2014

    Dodo è all’albero azzurro!
    Senza quel finale non avrebbe senso tutto il corto, cioè non ci sarebbe una morale; la questione della morte c’è ma è “occultata”.
    Kiwi power!

    • Stefania / 16 Giugno 2014

      Dimenticavo Dodò, dodo a pois destinato ad un’infanzia eterna!
      Beh, “occultata” mica tanto: cioè, il fatto che non se ne veda il cadavere non esclude la morte del protagonista. C’è un tonfo (alla Willy Coyote che, se vogliamo, stempera la drammaticità della questione) inequivocabile.
      Ripeto: ho capito quel che intendi (nonostante abbia delle alucce inconsistenti, il kiwi fa di tutto per volare, il che è commovente ed encomiabile), ma, personalmente, da brava cinica, non capisco perché debba ammazzarsi per essere felice. Sono poco romantica, ai nou.

  6. ioenrico / 16 Giugno 2014

    Perchè preferisce morire da aquila che vivere da gallina.
    Il sogno si era avverato quindi il tonfo è servito per chiudere la storia.
    Con questo sacrificio lui ha avverato il suo sogno, Willy il Coyote (che si affida agli aggeggi della ACME) dovrebbe imparare da questo kiwi così ingegnoso, forse è per quello che non si è mai pappato Beep beep!

    • Stefania / 16 Giugno 2014

      Naaah.
      Paradossalmente, così, è troppo facile.
      Ribadisco: non c’è una sola strada, per realizzare un (questo!) desiderio. Questo kiwi, per quanto sveglio, non ha sviluppato né le ali, né il pensiero laterale.

  7. ioenrico / 16 Giugno 2014

    Ma è solo un povero kiwi, un uccello che non vola che viene scambiato per un frutto o per un pupazzo de -l’albero azzurro-, che ne sa di pensiero laterale??
    Anzi no, è l’esempio lampante del pensiero laterale, visto che la natura non gli ha dato delle ali adatte al volo, lui non si è impuntato su questo e ha spostato l’attenzione su altro, e ha capito come realizzare il suo sogno nonostante l’handicap.
    Infatti per volare non c’è l’unica strada di usare le ali!

    • Stefania / 16 Giugno 2014

      Esatto! Infatti, ci sono gli elastici (o le molle, o gli archi… ecco che torna il coyote http://bit.ly/1uxHHi1) :3
      (rido: “(…)un uccello che non vola che viene scambiato per un frutto o per un pupazzo de -l’albero azzurro” 😀 o che, per ignoranSa, firulì firulà, viene anche creduto estinto!)

  8. ioenrico / 16 Giugno 2014

    Ma quel coyote è un incapace, vuole tanto ma senza mettersi in gioco seriamente (cosa che invece ha fatto il kiwi).
    Il kiwi non vuole essere solo una comparsa nell’evoluzione!
    Oddio, come mi sono ridotto? parlo di kiwi! 🙂

  9. icarus / 17 Giugno 2014

    A quanto pare dai tempi della sua tesi di laurea lo studentello Dony Permedi ne ha fatta di strada! Ad oggi può vantare collaborazioni in titoli del calibro di Vita di Pi, Pirati dei Caraibi e Ghost rider… butta via!!
    E pensare che tutto è cominciato proprio grazie a questo piccolo multivitaminico volatile non volante! Il coronamento di un sogno ed una bella storia, senz’altro… anche più di quella narrata nel suo corto, che malgrado oramai abbia totalizzato oltre 30 milioni di visualizzazioni ( più di 1,5 in soli 3 giorni a quanto dicono) e ricevuto un Youtube Award (durante la prima delle uniche 2 edizioni, categoria Video più adorabili, solo concorrente appartenente al genere corto animato) continua a piaciucchiarmi così così…
    Quali saranno stati i fattori determinanti al conseguimento di un tale successo? Non lo so, ma ho provato a buttare lì qualche ipotesi… non si può non pensare all’anno di uscita, concomitante con la diffusione di facebook (io ai tempi utilizzavo ancora il messanger!sob) che ne farebbe uno dei primissimi corti animati amatoriali divenuti poi virali. Non tralasciamo inoltre la sua estrema brevità, appena 3 minuti, confacente persino al livello d’attenzione dei tanti decelebrati che popolano il social di Zuckerberg ( no,non è snobbismo, sappiamo tutti che è una triste realtà…). Aggiungerei la sua semplicità di fondo ed una certa faciloneria emozionale ( mia personale percezione u.u ).
    Ho una domanda di natura interpretativa da rivolgervi: trattasi di vero e proprio suicidio o piuttosto di tentativo fallito? cioè, secondo voi, è una pur flebile speranza (di spiccare il volo) a muovere quelle alucce che spuntano solo alla fine oppure è solo il gesto simbolico utile al compimento del sogno/rito sacrificale?
    Qualunque risposta in realtà credo presterebbe il fianco a riserve.
    Non dimentichiamoci che la sensazione che si ha nel precipitare è ben diversa rispetto a quella propria del volo; in questo senso la rotazione dell’inquadratura è più funzionale allo spettatore che al kiwi stesso, il quale in fondo non fa altro che precipitare fra alberi messi per orizzontale. E se tutto doveva ridursi ad un “volo di fantasia” tanto valeva che l’intrepido protagonista adoperasse l’ingegno che gli è proprio per costruirsi un paio di ali meccaniche o un deltaplano o un qualsiasi altro tipo di surrogato già citato,per poi immaginarsi di non avere null’altro indosso che quel suo croccante rivestimento di pulcino arrosto… almeno avrebbe volato sul serio!! (magari dritto in un qualche forno dato che è già bello spiumato 🙂 )
    Pur volendo soprassedere sulla qualità grafica, alquanto mediocre su ammissione dello stesso autore, il messaggio resta secondo me un po’ confusionario, come anche lo erano a suo tempo le intenzioni del regista a mio dire.
    Ok,ora veramente basta! è un bel pezzo ormai che ho perso di vista l’incipit del messaggio, sparito chissà dove lassù nell’area testo, chiaro segnale che è ora di chiudere… il…bec… […] uh-uh giuro che questa non era voluta…pessima!!! vabbè comunque se dovesse interessarvi ho trovato anche il primo cortometraggio realizzato da Dony Permedi, è in inglese, anche questo confuso ed un po’ scioccante secondo me:
    http://www.youtube.com/watch?v=lNu8u_Kpa00
    (by aspirante collezionista di esordi cinematografici, vai Dony, ce l’hai fatta! tifiamo tutti lo stesso per te!! 🙂 )

    • Stefania / 18 Giugno 2014

      @icarus: ecco, quella cosa delle ali non l’ho proprio capita… Il kiwi non ha le ali, non ne ha neppure un accenno, giusto? Cioè, non è come una gallina o un fagiano o uno struzzo che le ali le hanno, ma che non le usano come gli altri uccelli per spiccare il volo in maniera propriamente detta, no? (sto chiedendo conferma, dato che sono stata capace di confondere il kiwi col dodo 😀 )
      Quindi, quelle alucce che, plop, spuntano sul suo busto che cosa sono, che cosa rappresentano? La volontà del kiwi, stando a questo corto, è tanto forte da:
      a) fargli escogitare l’accrocchio degli alberi e consentirgli di metterlo in pratica, pur con enorme fatica;
      ma soprattutto:
      b) smentire in un colpo solo Darwin e confermare le teorie di Lamarck? :p

      @ioenrico: mi sono digievoluta, sono “gne gne” all’ennesima potenza, ormai: hai contribuito a generare un mostro 😀

  10. ioenrico / 18 Giugno 2014

    Secondo me il suo sbattere le inadatte ali è un gesto simbolico per “perfezionare” la sua illusione del volo (tipo il muovere la bocca col playback); usando dei marchingegni non sarebbe stata la stessa cosa.
    non conoscevo il corto -Pony-.

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