Il regista Todd Haynes, curatore anche della sceneggiatura con Oren Moverman, ci propone un film biografico non convenzionale, che ripercorre le tappe fondamentali della vita e della carriera, del cantastorie, artista, poeta, anticonformista Bob Dylan, attraverso gli occhi di sei personaggi, ad ognuno dei quali è associato una tappa fondamentale della vita del cantautore. Troviamo l’ossessione per la musica folk e per il cantante Woody Guthrie; la fase più acustica della carriera di Dylan la ripercorriamo insieme a Christian Bale e il suo Jake Rollins; una sorprendente Cate Blanchett, con Jude Quinn, ripercorre gli anni della svolta “elettronica” e rock, controversa secondo gli amanti del folk, i quali fischiano e criticano assiduamente il cambio stilistico dell’autore; Richard Gere con “Billy the kid”, rievoca la partecipazione di Bob Dylan nel film Pat Garret e Billy The Kid e la passione per la musica country; Robbie Clark (Heath Ledger) interpreta un attore in un film biografico, imprigionato nel suo stesso personaggio, alludendo al periodo nel quale Dylan stava divorziando dalla moglie Sara; infine Arthur Rimbau, sottoposto ad interrogatorio dopo l’arresto per contestazione, risponde alle domande degli inquirenti, le quali risposte sono prese dagli scritti e dalle interviste originali di Bob Dylan, nei quali cita spesso l’influenza del poeta Rimbau.
Il film si presenta come un viaggio a 360° nella vita del cantante, ti dà l’occasione di approfondire la conoscenza dell’autore, o, per chi non è fan, di iniziarla, ti permette di mettere in discussione il personaggio e l’uomo Bob Dylan, ti aiuta ad amarlo, disprezzarlo e giudicarlo.
Aver raccontato la vita di Bob Dylan attraverso la storia di personaggi diversi non ha reso la pellicola il solito film biografico, ma ne ha creato una visione nuova e anticonformista, come lo stesso Dylan voleva essere.
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