Recensione su Io non sono qui

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Biopic inusuale / 29 Dicembre 2012 in Io non sono qui

Il regista Todd Haynes, curatore anche della sceneggiatura con Oren Moverman, ci propone un film biografico non convenzionale, che ripercorre le tappe fondamentali della vita e della carriera, del cantastorie, artista, poeta, anticonformista Bob Dylan, attraverso gli occhi di sei personaggi, ad ognuno dei quali è associato una tappa fondamentale della vita del cantautore. Troviamo l’ossessione per la musica folk e per il cantante Woody Guthrie; la fase più acustica della carriera di Dylan la ripercorriamo insieme a Christian Bale e il suo Jake Rollins; una sorprendente Cate Blanchett, con Jude Quinn, ripercorre gli anni della svolta “elettronica” e rock, controversa secondo gli amanti del folk, i quali fischiano e criticano assiduamente il cambio stilistico dell’autore; Richard Gere con “Billy the kid”, rievoca la partecipazione di Bob Dylan nel film Pat Garret e Billy The Kid e la passione per la musica country; Robbie Clark (Heath Ledger) interpreta un attore in un film biografico, imprigionato nel suo stesso personaggio, alludendo al periodo nel quale Dylan stava divorziando dalla moglie Sara; infine Arthur Rimbau, sottoposto ad interrogatorio dopo l’arresto per contestazione, risponde alle domande degli inquirenti, le quali risposte sono prese dagli scritti e dalle interviste originali di Bob Dylan, nei quali cita spesso l’influenza del poeta Rimbau.

Il film si presenta come un viaggio a 360° nella vita del cantante, ti dà l’occasione di approfondire la conoscenza dell’autore, o, per chi non è fan, di iniziarla, ti permette di mettere in discussione il personaggio e l’uomo Bob Dylan, ti aiuta ad amarlo, disprezzarlo e giudicarlo.

Aver raccontato la vita di Bob Dylan attraverso la storia di personaggi diversi non ha reso la pellicola il solito film biografico, ma ne ha creato una visione nuova e anticonformista, come lo stesso Dylan voleva essere.

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