Recensione su Il rituale

/ 20175.280 voti

Inizia bene , finisce …sbrigativo / 8 Maggio 2018 in Il rituale

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Solita storia che vedo spessissimo negli horror : inizio avvincente, sviluppo promettente , primi dubbi , finale approssimativo.
L’idea di base è anche carina , ma molti particolari non sono spiegati e il finale è quasi messo li in fretta e furia : si sono concentrati troppo su questo “vedo -non vedo” del mostrone , anzichè dare una spiegazione chiara e lineare (non razionale sia chiaro , è un horror…)
Ad esempio : cosa sono le casette del bosco? chi ha disegnato le rune dentro e sugli alberi e perchè? cosa sono quelle allucinazioni del bar che ha il protagonista? perchè il protagonista è il “prescelto”? e chi sono quei tizi che sembrano usciti dal 1800? e perchè sono li?
Tutto cosi, le risposte me le sono un pò inventate per andare avanti.
Perchè – sia chiaro – il film è godibile e l’ambientazione nordico-forestale alla Dark , a me piace da impazzire.
Ah dimenticavo : dopo che finalmente ce lo fanno vedere…bello il mostrone! proprio bello!

6 commenti

  1. Stefania / 8 Maggio 2018

    L’unica risposta che provo a darti riguarda le allucinazioni: l’ambientazione non è quella di un bar, ma del negozio di liquori in cui viene ucciso l’amico, quello che aveva proposto il viaggio. Il demone, se così vogliamo chiamarlo, “gioca” sui sensi di colpa del tizio per farlo impazzire, diciamo, per fargli perdere le coordinate (anche uno degli altri amici lo incolpa prima tacitamente e poi apertamente di essere sopravvissuto al tizio morto, un po’ come se volesse dire: “Lui era migliore di te, dovevi morire tu, non lui”), e gli propone continuamente la situazione, per farlo sbarellare.

  2. Insomnium / 8 Maggio 2018

    si certo, volevo scrivere anch’io “negozio” , ma mi è venuto “bar” non so perchè 🙂
    Grazie comunque.
    e la tua spiegazione si avvicina alla mia , tipo che il mostrone lo mette alla prova per vedere se riesce a superare i suoi sensi di colpa o qualcosa del genere…

    • Stefania / 8 Maggio 2018

      Sì, penso che sia qualcosa così. Tutta questa indeterminatezza, comunque, è uno dei difetti grossi come una casa di questo film che, secondo me, ha dei problemi seri, signora mia, in fase di scrittura.

  3. Neonsynth / 12 Ottobre 2018

    Il casolare nel bosco potrebbe essere stato un vecchio ritrovo degli adepti (lo dimostra la statua allo Jotunn).
    Similmente, le incisioni sugli alberi (le rune) rimandano alla mitologia norrena, realizzate dalla setta che nelle centinaia e migliaia di anni ha venerato la creatura: non dimentichiamo che ciò li rende immortali, anche se alcuni, i più antichi, sono ormai quasi interamente decomposti (il protagonista dà loro fuoco verso la fine).
    Luke è il prescelto perché, come viene spiegato, ha affrontato una grande sofferenza nella vita, ovvero il non aver saputo aiutare l’amico in difficoltà (l’intera foresta infinita potrebbe simboleggiare il suo non riuscire a superare il trauma), ma potrebbe anche essere stata solo un’esca e magari lo Jotunn puntava a essere venerato dai più codardi (lo dimostra il fatto che gli adepti preferiscono venerarlo anziché combatterlo).

    • Stefania / 13 Ottobre 2018

      @neonsynth: ok, ci sta tutto, ma da dove arriva ‘sta gente? Perché proprio quel dio norreno? Come “funziona” questo dio? (per carità: non amo gli spiegoni per filo e per segno, ma, guardando questo film, ho pensato che troppe cose siano state lasciate all’indeterminatezza con la scusa che “tanto è un film fantahorror, vale tutto, anzi meno si circostanzia meglio è” 🙂 Poi, sarà che mi piacciono gli antefatti… Non so, il cimitero indiano di Shining, per esempio… Se, qui, per dire, avessero suggerito una roba come: “C’è una leggenda che dice che 1000 anni fa, un gruppo di vichinghi, dopo una battaglia con i celti, si rifugiò in questa foresta, bla bla bla”, io, sempre per dire, sarei stata contentiFFima)

      • Neonsynth / 18 Ottobre 2018

        Questo certo, dipende dai gusti!
        C’è chi percepisce l’indeterminatezza con aura di mistero e chi, invece, ne viene infastidito. Tutto il film si basa sul NON.
        Non vedere, non sapere, l’ansia crescente è data proprio dal non capire cosa succede (e ciò accade sia ai protagonisti che agli spettatori, un po’ come in The Blair Witch Project).

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