Recensione su Il principe abusivo

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4 Gennaio 2015

A me Siani piace. Certo, paragonarlo a Massimo Troisi equivale a una bestemmia, ma a me piace, trovo che, oltre a essere simpaticissimo, se la cavi anche abbastanza bene come regista.
Quando ha annunciato il suo primo film da regista, ha annunciato anche una novità nell’ambito della commedia italiana, ovvero quella di aver realizzato un’opera comica con un misto di favola e realtà, un po’ come le storie che ci raccontavano i nostri genitori quando eravamo bambini.
Devo dire che tutto questo, mio caro Alessandro, non l’ho visto, la parte favolistica(che alla fine poi si limita solo a una delle tante interpretazioni personali del famoso romanzo di Mark Twain, “il principe e il povero”) viene soppiantata dall’inizio alla fine dalla napoletanità, dal mondo di Napoli e le sue bellezze, con tanto di macchiette napoletane (come i tre amici che s’insediano nel castello) che, a mio modesto parere, c’entravano poco e nulla nella storia, viene soppiantata dalle gag e dai modi di fare simpaticissimi di Siani ma che sono già visti e rivisti, da battute facili e piuttosto banali, da una storia che sa di già visto e da un finale ancor più banale e un anche un pò inconcludente.
Alla fine è un altro film su Napoli, sulle sua bellezza e sui suoi pregi e in parte anche difetti di chi la vive…questo mi sta anche bene, vedere decantata la bellezza e la cultura di tutta la regione Campania per me è sempre un piacere, ma allora c’era già “Benvenuti al Sud”, perché farne una copia pressoché identica spacciandola per una cosa nuova?
Comunque sia il film è carino, non annoia mai, il cast è più o meno buono(molto brava Serena Autieri, un po’ meno la protagonista, Sara Felberbaum, carina si, ma un po’ scialba, insipida e poco espressiva per i miei gusti…De Sica anche mi è piaciuto, anche se secondo me il suo personaggio andava sviluppato meglio).
Alla fine c’è tanta buona volontà, ma originalità zero…peccato…comunque sia a me Siani piace, perlomeno lo trovo molto più divertente dei vari Checco Zalone, Aldo, Giovanni e Giacomo e compagnia cantante ed è per questo che permetto di dargli un piccolo consiglio: quando si toglierà dalla testa l’idea di voler e dover per forza imitare Massimo Troisi, allora riuscirà a tagliarsi uno spazio tutto suo nella commedia italiana, perché come ripeto per me il talento per farlo ce l’ha.

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