Recensione su Una tomba per le lucciole

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10 Ottobre 2013

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Seita e Setsuke, fratello e sorellina, a Kobe sotto le bombe americane nel 1945. In fiamme è la città, sirene, gente che corre. Il padre è in marina, da qualche sperso sul Pacifico, la madre muore subito, questi giapponesi bruciano come dei fiammiferi. Se&Se si trovano soli, sballottati dall’ospedale a degli zii, insopportabili e che non li accettano. E allora se ne vanno, checcenefregaannoi, a vivere in una grotta. Rubano per mangiare, ma non basta, lei si ammala. Nella grotta di notte ci sono le lucciole a scacciare la paura, e lei sta male male, e poi muore. Nell’inizio che è la fine, anche lui.
Incredibile opera di animazione japu, il regista è uno dei cofondatori dello Studio Ghibli, ma sfigata, in quanto uscita in contemporanea con Il mio vicino Totoro (Totorosan!) e da Totorosan! offuscata. E impressionante, perché si colloca all’incrocio tra varie e diverse cose, il neorealismo dopoguerrorso (in un anime?) e tanta tradizione japu, le quotidiane storie di personaggi minuti di Ozu e l’entomologia spinta di Imamura. C’è una crudezza del tutto inusitata nelle immagini, nel mostrare sia la felicità di Se&Se, che nonostante la situazione senza scampo in cui si trovano riescono comunque a godere dei loro momenti insieme, sia orrorifiche le conseguenze della guerra, vista dalla parte dei civili, e pure piccini, a cui prendono fuoco le mamme. E un’attenzione al dettaglio, la cura nella resa delle espressioni e atteggiamenti della quattrenne, my gosh, sembrava mia cugina. Solo che mia cugina sa rompere di più le scatole:/ E gli insetti, on disait, le piccole cose che possono essere bellissime, come una minuscola luce in una caverna nera. La storia srotola un susseguirsi di momenti lievi e spaventosie e poetici, morte e sorrisi più complicità, che i due affrontano con coraggio e inettitudine, che per la loro età sono entrambi giustificati, perché non dovrebbero essere loro a salvare se stessi. Ma quando piovono fuochi di bombe capita che.

3 commenti

  1. Francesco / 10 Ottobre 2013

    Mi manca qualche pellicola da recuperare dello studio Ghibli, ma credo che questa sia una delle migliori…e, paradossalmente, è anche una di quelle che si distacca di più (complice sicuramente il fatto che non è di Miyazaki)

  2. tragicomix / 14 Ottobre 2013

    eh, @Francesco_Macaluso, ma in effetti Miyazaki ha un po’ fagocitato tutto quello che era studio ghibli e non erano i suoi film; io già non sono particolarmente esperto di anime per cui a comprendere che ci potevano essere film ghibli che non fossero miyazaki ci ho messo un po’ 😀 ciò detto, tanto di cappello al fatto che lì dentro non sia solo Miyaecc, ma anche gli altri, a raggiungere risultati così.
    E magari di svariati (per non dire UN SACCO!) qui da noi non si sa nemmeno nulla. Uhm.

  3. Francesco / 14 Ottobre 2013

    Concordo in pieno con te

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