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Una tomba per le lucciole

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Un assoluto capolavoro… non per bambini / 9 Settembre 2022 in Una tomba per le lucciole

Non riesco a dire nulla di più di quanto già esposto nelle altre recensioni di cui condivido in pieno il contenuto. Il film colpisce dritto e duro, e non c’é nulla che si possa fare per limitarne l’impatto emotivo… la guerra fà questo… lo vediamo ai nostri giorni sulla pelle degli Ucraini, per quanto accompagnati ed abituati alla violenza dai telegiornali… Un film che fà piangere anche i più duri di cuore… un film che fà riflettere su fino a che punto si diventa insensibili in un contesto di guerra… i protagonisti entrano nel cuore… per non andarsene più… un film che cambia.

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Gli ingredienti del capolavoro / 17 Marzo 2016 in Una tomba per le lucciole

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Sensazioni, ricordi e immagini si mescolano nei momenti finali della vita e immediatamente successivi alla morte di Seita. I bombardamenti, la guerra e la fuga verso il rifugio vengono mostrati come azioni di ordinaria quotidianità, la spiaggia da gioco diventa ricettacolo di amari ricordi, la mente vaga al legame con l’amata sorella e la morte è il protagonista stesso di questo agglomerato di emozioni.
Lo sguardo finale alla Kobe odierna è un inno alla speranza e alla vita, che abbandona la distruttiva esperienza tanto colpevole quanto vittima dell’ostinato patriottismo nipponico del secondo conflitto mondiale.
Al di là della splendida resa visiva e una colonna sonora di primo ordine, Una tomba per le lucciole è il film pacifista per eccellenza.
Se prima era un’idea, ora è una certezza: il vero maestro di animazione giapponese per me si chiama Isao Takahata, non me ne voglia Miyazaki e i suoi estimatori.
Inedito in Italia con colpevole ritardo, grazie però ad uno sdoganamento del cinema d’animazione e d’autore giapponese c’è stato un ridoppiaggio (e questo io consiglio di recuperare).
Dolorosissimo ed imperdibile.

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E poi c’è chi ha il coraggio di dire che i film d’animazione sono “roba da bambini” / 17 Maggio 2014 in Una tomba per le lucciole

Forte e doloroso come un pugno nello stomaco, ma allo stesso tempo dolce e poetico. Ammetto che non avevo mai visto prima d’ora questo film e forse avrei fatto bene a non vederlo mai, per il semplice fatto che mi è sceso un numero impressionante di lacrime dagli occhi ( e io sono il tipo che piange quasi mai).

E’ una delle poche opere animate a descrivere con un crudo realismo (oserei dire anche “di impronta neorealista”) gli orrori bellici di un giappone sommerso dalle macerie delle città bombardate e dai cadaveri in putrefazione. In questo contesto si inserisce la storia di un fratello e di una sorella che fanno di tutto per sopravvivere in mezzo a questo inferno, aggrappandosi alle piccole e semplici cose che possono regalare un pò di serenità nonostante lo spettro della morte li insegua da ogni parte.

Se volete guardarlo, preparatevi una bella scorta di fazzoletti. Vi serviranno.

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28 Aprile 2014 in Una tomba per le lucciole

Ufficialmente il film d’animazione più triste che abbia mai visto. Lo vidi anni fa, ma ricordo di aver provato, come i protagonisti, una certa meraviglia nel trovare le lucciole. Piccoli esseri dall’esistenza breve che però in tutto quel dolore sono l’unico barlume di allegria. E’ dannatamente realistico e pur non avendo mai vissuto la guerra in prima persona mi ci sono ritrovata dentro. E’ una storia che non parla di eroi, soldati… racconta una situazione molto terra-terra, in cui due fratelli cercano di sopravvivere pur avendo perso tutto. Loro due sono la tenerezza t.t

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Thank you for smiles, Studio Ghi…What? Wait a moment / 12 Dicembre 2013 in Una tomba per le lucciole

Diciamocelo, lo Studio Ghibli ha quasi sempre abituato la sua cerchia di fan a pellicole colme di colori sgargianti, animazioni artisticamente valide, trame simil-fiabesche, personaggi determinati e che spesso prendevano in mano le redini della vicenda narrata. Il tutto pur non tralasciando una critica nascosta alla società civile, vittima della modernità, del consumismo e improntata sull’egoismo e l’avidità che portano danni sostanziosi alla natura e alla bellezza del nostro pianeta.
Eppure nel 1988, insieme a Il Mio Vicino Totoro, una pellicola che manco a farlo apposta rispetta quasi tutti i canoni sopracitati al punto da essere diventato il simbolo ufficiale dell’ormai noto studio nipponico, lo Studio Ghibli dà alla luce Una Tomba Per Le Lucciole, film drammatico ambientato in una Kobe schiacciata dalla seconda guerra mondiale e affidato alla regia dell’allora debuttante Isao Takahata.
Una voce fuori dal coro delle animazioni ghibliane: tonalità tendenti al grigio ed estremamente cupe si sostituiscono a quelle vere e proprie esplosioni di colore a cui eravamo abituati. La storia non ha affatto il sapore che può fuoriuscire da un libro di fiabe, ma anzi è terribilmente vicina alla realtà. La critica all’uomo, alla cattiveria di cui egli può essere capace non si nasconde sotto metafore o simili. Essa colpisce lo spettatore con una violenza che abbatte lentamente ogni speranza, lasciando solo un senso di malinconia struggente.
Seita e Setsuko, due personaggi fanciulleschi, una caratteristica tipica dell’universo ghibliano, non hanno quasi più una natura da difendere, non incontrano creature incantate che possano aiutarli e non giungono a nessuna isola nel cielo a cui legare i loro sogni. Qui vengono trascinati in un destino ingiusto quanto inevitabile, in cui i due fratelli vengono spogliati della loro infanzia e della loro innocenza, violentati da un mondo senza pietà e che è disposto a sacrificare chiunque e a qualunque costo.
Le lucciole citate nel titolo, sono l’unico piccolissimo e metaforico spiraglio di luce in una Kobe devastata dalla guerra, dalla fame e dalla siccità.
Solitamente, quando si effettua un’inversione di tendenza, il risultato molte volte può essere poco soddisfacente. Lo Studio Ghibli ha sempre voluto trasmettere critiche e morali degne di riflessione nelle sue pellicole, mantenendo però un certo modo “colorato” di esporre i suoi temi. Qui quest’aspetto viene messo da parte per colpire maggiormente lo spettatore. La guerra è un orrore ed un dramma, pertanto come tale deve essere percepita da chi non l’ha vissuta.
Premio quindi appieno il lavoro di Takahata e compagnia. Una Tomba Per Le Lucciole è l’ennesima prova (non che ce ne fosse bisogno, spero) che l’animazione nipponica o comunque l’animazione in generale è perfettamente in grado di trattare temi di natura scomoda e dotati di grandissima maturità, senza essere ingiustamente relegati a prodotti esclusivamente destinati ai bambini. Una delle pellicole più crude e tristi dell’animazione.

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Quello che rimane / 23 Ottobre 2013 in Una tomba per le lucciole

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Una tomba per le lucciole è l’eco di un boato silenzioso. Non quello duro, assordante, lasciato dalle bombe e dai missili sganciati per distruggere ogni cosa ; ma quello crudo, indifferente, che rimane quando tutto per un momento sembra finire, quando il rumore degli aeroplani appare lontano. Quell’eco che non ti restituisce nient’altro che terrore e angoscia per il futuro.
In questa crisalide di dolore, ambientata durante lo scoppio della seconda guerra mondiale, i due protagonisti ( Seita, giovane ragazzo, e Setsuko, la sua piccola sorellina) rimasti orfani, e lasciati in balia dei propri destini, trovano il coraggio di andare avanti, nonostante l’orrore che si consuma in quel periodo, e che lentamente li divora. Trovano, appunto, la forza di costruirsi un piccolo giaciglio di felicità, anche se in questo caso si tratta di una fredda caverna, riscaldata soltanto dal calore emanato dalle luci di tante piccole lucciole, e dall’indissolubile legame che li tiene uniti.
In questo piccolo capolavoro dello studio Ghibli , è da notare, oltre alla drammaticità dei contenuti, forse all’apparenza amplificata, ma tremendamente reale, la semplicità dei gesti, delle parole, quasi essenziali, ma che trovano proprio nella loro genuinità, una delicata e confortante certezza, quella che oltre il buio si può scorgere sempre una piccola luce.
Questa luce è pero destinata a spegnersi, e in questo epilogo lo spettatore si sente impotente, distrutto emotivamente dall’evolversi della vicenda.
Il momento in cui il regista, nonché sceneggiatore ed autore, Takahata evoca il dolce ricordo della piccola Setsuko, intenta a crearsi un mondo artificiale, decontestualizzato dall’ambiente in cui invece sopravvive, è qualcosa di assolutamente poetico.
Rimanere indifferenti a tutto ciò è impossibile, come impossibile è cancellarlo dal cuore.

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10 Ottobre 2013 in Una tomba per le lucciole

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Seita e Setsuke, fratello e sorellina, a Kobe sotto le bombe americane nel 1945. In fiamme è la città, sirene, gente che corre. Il padre è in marina, da qualche sperso sul Pacifico, la madre muore subito, questi giapponesi bruciano come dei fiammiferi. Se&Se si trovano soli, sballottati dall’ospedale a degli zii, insopportabili e che non li accettano. E allora se ne vanno, checcenefregaannoi, a vivere in una grotta. Rubano per mangiare, ma non basta, lei si ammala. Nella grotta di notte ci sono le lucciole a scacciare la paura, e lei sta male male, e poi muore. Nell’inizio che è la fine, anche lui.
Incredibile opera di animazione japu, il regista è uno dei cofondatori dello Studio Ghibli, ma sfigata, in quanto uscita in contemporanea con Il mio vicino Totoro (Totorosan!) e da Totorosan! offuscata. E impressionante, perché si colloca all’incrocio tra varie e diverse cose, il neorealismo dopoguerrorso (in un anime?) e tanta tradizione japu, le quotidiane storie di personaggi minuti di Ozu e l’entomologia spinta di Imamura. C’è una crudezza del tutto inusitata nelle immagini, nel mostrare sia la felicità di Se&Se, che nonostante la situazione senza scampo in cui si trovano riescono comunque a godere dei loro momenti insieme, sia orrorifiche le conseguenze della guerra, vista dalla parte dei civili, e pure piccini, a cui prendono fuoco le mamme. E un’attenzione al dettaglio, la cura nella resa delle espressioni e atteggiamenti della quattrenne, my gosh, sembrava mia cugina. Solo che mia cugina sa rompere di più le scatole:/ E gli insetti, on disait, le piccole cose che possono essere bellissime, come una minuscola luce in una caverna nera. La storia srotola un susseguirsi di momenti lievi e spaventosie e poetici, morte e sorrisi più complicità, che i due affrontano con coraggio e inettitudine, che per la loro età sono entrambi giustificati, perché non dovrebbero essere loro a salvare se stessi. Ma quando piovono fuochi di bombe capita che.

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Lacrime amare. / 29 Luglio 2013 in Una tomba per le lucciole

La storia di una famiglia scossa dalla guerra, un Giappone in pieno conflitto mondiale.
Una madre che muore dopo un bombardamento, fratello e sorella che cercano di sopravvivere ostacolati dai più (parenti inclusi).
Dopo la visione del film, un senso di profonda tristezza albeggerà il vostro animo.

http://www.veoh.com/watch/v7031896eSP8bjEw?h1=Una+tomba+per+le+lucciole+%28Hotaru+no+Haka%29

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17 Luglio 2013 in Una tomba per le lucciole

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Ormai non ho più parole per descrivere l’immensa bravura di Miyazaki, per l’ennesima volta ho assistito a un capolavoro, un film crudo e realistico che mi ha commosso e mi ha fatto piangere come non mai(in questo periodo poi è facile per me commuovermi, ma lo è da sempre data la mia forte emotività e sensibilità), un film che mostra la difficile condizione della popolazione contadina durante la seconda guerra mondiale, con un realismo che mai avrei creduto di trovare in un cartone animato.
Ciò che più mi ha colpita è l’indifferenza delle persone davanti alla sofferenza dei suoi simili(tema che trovo altamente attuale), l’indifferenza del capostazione alla scoperta di Seita morente, all’indifferenza della zia difronte al disagio dei suoi nipoti, all’indifferenza di un dottore davanti a una bambina morente e a un fratello che ti chiede un aiuto, un misero aiuto, per lei…terribile il livello di disumanità a cui siamo arrivati, terribile…
Un film caratterizzato da scene di violenza e di guerra, ma anche di scene amene, dove i bambini, nonostante le brutture che hanno davanti, trovano ancora il coraggio di sorridere e di pensare positivo.
Un vero pugno nello stomaco, un film che ti lascia l’amaro in bocca e un’infinita tristezza nel cuore, ma che ti fa capire come anche le cose più difficili, come anche le prove più dure nella vita ti aiutino a crescere.
Disegni e colonna sonora meravigliosi…un altro capolavoro nato dal genio e dalla sensibilità di Miyazaki.

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Groppo in gola… / 8 Luglio 2013 in Una tomba per le lucciole

Bellissima animazione giapponese riguardante i bombardamenti da parte degli americani.
Qui si condanna la guerra in generale e le disgrazie che provoca, sempre…
Due fratelli che cercano di sopravvivere in questa catastrofe.
Molto bello, molto triste, molto commovente.
Il fratello Seita poi è una poesia per la sua tenerezza…
Ad maiora!

Una storia toccante / 8 Luglio 2012 in Una tomba per le lucciole

Fatico sempre a recensire un racconto ambientato nella seconda guerra mondiale.
Quando sono gli americani a fare questi film, appaiono sempre come gli eroi che hanno salvato il mondo dal nazismo e si arrogano meriti che non hanno (U571 per chi non ricordasse), o hanno gran poco rispetto del contesto (Miracolo a Sant’Anna, praticamente un insulto all’Italia).
Poi ci sono i film sulla Shoah, che vittimizzano gli ebrei per far tacere il mondo sulle atrocità commesse da Israele (mai dimenticare Sabra e Shatila).
Insomma, non esistono vittime assolute e carnefici assoluti, questo mi insegna la storia.
Il Giappone poi, è forse la nazione che più a sofferto e meno ha diritto di aprire bocca sulla seconda guerra mondiale. Amano far commuovere il mondo con gli orrori della bomba atomica, ma poi tacciono e dimenticano molto convenientemente lo stupro di Nanchino e i campi di stupro in Corea, le sperimentazioni chimiche sui popoli cinesi e il cannibalismo contro i prigionieri di guerra. Perciò è facile girare un inno alla pace come l’Arpa Birmana dopo che centinaia di migliaia di donne sono state barbaramente stuprate da soldati giapponesi.
Una Tomba per le Lucciole si salva dall’essere un film imbarazzante in quanto è un racconto biografico, una storia vera di una tristezza che rende persino difficile affrontare la pellicola. L’animazione è eccellente, la storia raccontata con un verismo che i Giapponesi del dopoguerra hanno imparato dal cinema di De Sica, ma qui applicato all’animazione in un connubio interessante e mai ripetuto.
E’ uno di quei film come Walzer con Bashir che penso che chiunque abbia il dovere civile di vedere. Ignorare certe cose è troppo comodo.

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