Recensione su Gli abbracci spezzati

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25 Dicembre 2012

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Mi spiace ma dubito di poter essere più di tanto obbiettivo su qualsiasi film che finisca nella magica ruota del METACINEMA. Diciamocelo, basta che mi si facciano vedere i protagonisti che guardano a loro volta Viaggio in Italia di Rossellini, come qui, e io già son contento.
La storia è doppia, con lo stesso protagonista ma sviluppata su due piani temporali diversi che finiscono alla fine con lo spiegarsi l’un con l’altro (ehi, ma che figata questa frase O_o). Penelope Cruz è figa e puttana, e se la vogliono giustamente fare tutti, Almodovar cita chiunque e sé stesso, il vecchiazzo cieco già all’inizio mi fa incazzare perché si scopa le modelle gnocche che casualmente lo hanno aiutato ad attraversare la strada. Ci sta poi tutta una riflessione su vista/cecità, la necessità fisica di fare film e il bisogno di portarli a termine, anche quando non si possono nè vedere nè far vedere. Il ricordo, il superamento e la rimozione del dolore, ecc ecc. Un sacco di roba.
Il cinema come una questione di principio. No?
PS: dimenticavo di dire
a) che il film è troppo lungo
b) che a un certo punto compare, senza motivo, un libro di Tonino Guerra
c) che domani son finiti i soldi

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