Recensione su Frank

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L’acustica delle emozioni. / 23 Novembre 2014 in Frank

Frank di Lenny Abrahamson è una vibrante allegoria sull’originalità e stravaganza di un artista dal volto di cartapesta.
Sebbene liberamente ispirato al personaggio del comico e musicista Chris Sievey, il film segue una strada diversa, ponendosi al di fuori del contesto originario.
In questo surreale itinerario le mete sono note suonate sotto le incombenze di miriadi di emozioni, e che si lasciano attraversare senza alcun bisogno di elaborarle, proprio per la loro delicata e genuina essenza. La stessa che traspare in Frank ( un formidabile Fassbender), ricalcando appieno la sua figura, all’apparenza priva di identità, in quanto celata da una maschera attraverso cui non può filtrare alcuna emozione. Ma proprio (come nel più perfetto dei paradossi) questa sua impenetrabile mimica facciale, riesce a veicolare più sensazioni di quanto un singolo volto, dotato di un paio d’occhi, una bocca e un naso, possa fare. E queste emergono sotto forma di musica, di melodie che scrutano anche gli animi imperturbabili delle cose ( come ad esempio il solitario ciuffo ), scalfendo quella barriera invisibile che vi è fra pelle e cuore.
Frank è un film dalla muta sensitivistica, in cui non si esorta a comprendere un certo stile di vita, ma soltanto ad accettarlo, anche se lontano da ogni classificazione.
Sicuramente tra i più ”orecchiabili” in circolazione.

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