Calamari Union
/ 19857.412 votiDiciotto uomini, tutti di nome Frank, decidono di fuggire da Helsinki, alla vòlta di un mitico luogo chiamato Eira. In coppia, in gruppo o da soli, cercano di allontanarsi dalla città, ma i più svariati contrattempi sembrano impedirglielo.
Stefania ha scritto questa trama
Titolo Originale: Calamari Union
Attori principali: Timo Eränkö, Kari Heiskanen, Asmo Hurula, Sakke Järvenpää, Sakari Kuosmanen, Dave Lindholm, Mikko Mattila, Pate Mustajärvi, Tuomari Nurmio, Pirkka-Pekka Petelius, Matti Pellonpää, Pertti Sveholm, Martti Syrjä, Pantse Syrjä, Markku Toikka, Mato Valtonen, Puntti Valtonen, Kari Väänänen, Erkki Astala, Ida-Lotta Backman, Erja Dammert, Sanna Fransman, Antonio Gomez, Erkki Haapanen, Heinäsirkka, Heimo Holopainen, Pirkko Hämäläinen, Hannu Lauri, Susanna Laurola, Luis Luna, Marjaana Mykkänen, Anssi Mänttäri, Paula Oinonen, Paavo Piskonen, Mari Rantasila, Sohvi Sirkesalo, Pekka Sutinen, Mikko Vainio, Heikki Ortamo, Jouko Lumme, Aki Kaurismäki, Mikko Lyytikäinen, Harry Päiväläinen, Ilkka Kylävaara, Jyrki Hämäläinen, Mikko Piela, Kari Happonen, Tanja Talaskivi, Mostra tutti
Regia: Aki Kaurismäki
Sceneggiatura/Autore: Aki Kaurismäki
Colonna sonora: Aki Kaurismäki, Mikko Mattila, Jone Takamäki, Casablanca Vox
Fotografia: Timo Salminen
Costumi: Susanna Laurola
Produttore: Aki Kaurismäki
Produzione: Finlandia
Genere: Drammatico, Commedia, Fantasy
Durata: 81 minuti
Dove vedere in streaming Calamari Union
(Sei stelline e mezza)
Benché strampalato fino all’inverosimile, questo film convince per via della messinscena limpida, nonostante le apparenze, di una metafora: la fuga del manipolo ben assortito di uomini è vana ed irrisolta e rispecchia l’altrettanto inutile tentativo di evasione dell’uomo “comune” dalla routine o da una realtà che gli va stretta per troppi motivi.
Lentamente, lo spettatore scopre alcuni di queste ragioni: rapporti edipici irrisolti, paternità indesiderate, ecc.
E’ curioso, pur se poco esplicitato, che ciascun Frank abbia, nonostante una certa omologazione estetica dovuta, per esempio, agli occhiali scuri ed al genere di abiti indossati, una personalità sufficientemente definita, caratteristiche peculiari (c’è quello che parla inglese, quello che ha una chiara predisposizione al comando… e così via) e perisca o esca di scena in maniera diversa rispetto agli altri.
Fotografia splendida (il b/n di Kaurismaki, già apprezzato in Tatjana è genuino, fortemente evocativo, ha un fascino oserei dire francese, à la Nouvelle Vague), solita ottima colonna sonora.
Mi ha colpito la bellezza delle ragazze in scena: solitamente, l’estetica femminile delle pellicole di questo regista è “limitata” a quella un po’ (volutamente) scialba di Kati Outinen, mentre qui l’essenza femminina delle attrici è fondamentale, per far capitolare il Frank di turno.
L’omonimia tra i personaggi è una trovata “sulfurea” che tanto mi ha ricordato la pletora di Aureliano Buendìa in Cent’anni di solitudine di Marquez: ovvero, il destino scritto in un nome.
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ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama
Ormai Scandinavia a manetta. Finlandia. Il povero Aki Kaurismaki è un regista con questo nome che tutti prendono per il c**o quando vogliono irridere il cinema d’essai (vedi in Tutta la vita davanti). Però è un genio, che se ne sta nel suo angolino a far film belli e assurdi senza disturbare nessuno. O io son di parte, non so.
Questo è tra i primi, genious, 17 tipi che vogliono attraversare Helsinki e si chiamano tutti Frank. Potete immaginare i dialoghi:
-Frank, dì a Frank che noi ce la squagliamo.
-Ok Frank.
Insieme e separati, questi Frank, che alla fine è come se fossero un singolo personaggio molteplice, attraversano la città con i loro comportamenti strampalati e i loro occhiali da sole, cadendone vittima uno ad uno. La città, che incarna l’antagonista, è indifferente, quanto lo potrebbe essere l’acqua se presa a pugni, e si muove ormai con regole che il singolo individuo umano non può più capire. Ecco, il punto, dico io, è che è la città a essere assurda, inumana, e non loro, ed per questo che sono condannati a soccombere. O ad andarsene, altrove.
Bellissimo, e poi prima o poi voglio anch’io poter dire questa battuta:
Donna, tu continui a non capire!
Quanto mi sentirei figo.
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Uno dei film più strani di Kaurismäki, pieno di gag strampalate e imprevedibili.
I diciotto Frank che vanno ricerca della mitica ed introvabile Eira, sono davvero una trovata geniale.